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[Memory Lane] La maturità


~ Josephine

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14 minuti fa, Knaves ha detto:

 

Scusate, però questo topic mi incuriosisce parecchio.

Perché il disimpegno morale sarebbe buono e la maschera e la follia no in quanto più copiabile?

Non ha senso. Sono due argomenti fantastici. Ma entrambi copiabili. Sul primo cerchi due scemenze su Wilde in rete, le colleghi a Camus come risposta al vuoto e concludi con qualche chicca attuale. Tutto già pronto. Forse più del secondo.

Da quanto ho capito, esistono dei siti dove puoi prendere delle tesine già pronte in cui gli argomenti più diffusi sono quei due.

 

No, aspetta! Stiamo parlando di due temi diversi.

Io parlavo del disimpegno morale da un punto di visto psicologico, cioè come l'insieme di processi psicologici che permettono di non sentirsi in colpa per aver compiuto delle azioni negative (ad esempio, colpevolizzando la vittima oppure paragonandola a un animale).

 

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Durante i Mondiali del 2006 stavo preparando gli esami di Biologia e quello di Chimica nel mio primo anno di Medicina.

 

Sono un anno più vecchio di @Moon (credo)

Quando avevo 28 anni ancora avevo speranza di riuscire a farmi piacere il lavoro del medico @Knaves ora ho un mondiale(prossimo) in più sulle spalle, carriera lavorativa diversa, sogni diversi, sono moooolto più felice di 4 anni fa :D

Ho fatto il trienno finale un liceo militare a Venezia dal 2002 al 2005 @Matt4

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Ospite Knaves
2 minuti fa, Manfri ha detto:

Da quanto ho capito, esistono dei siti dove puoi prendere delle tesine già pronte in cui gli argomenti più diffusi sono quei due.

 

No, aspetta! Stiamo parlando di due temi diversi.

Io parlavo del disimpegno morale da un punto di visto psicologico, cioè come l'insieme di processi psicologici che permettono di non sentirsi in colpa per aver compiuto delle azioni negative (ad esempio, colpevolizzando la vittima oppure paragonandola a un animale).

 

 

Comunque se una tesi o tesina è copiata, un docente normodotato se ne accorge dopo la seconda frase. Pure se ne ha tante ed è molto stanco.

Comunque ok, ora è più chiaro. Ci sarebbe da dire parecchio sul fatto dell'assimilazione vittima-animale, ma non è questo il luogo.

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Ospite Knaves
4 minuti fa, Bubi ha detto:

 

Durante i Mondiali del 2006 stavo preparando gli esami di Biologia e quello di Chimica nel mio primo anno di Medicina.

 

Sono un anno più vecchio di @Moon (credo)

Quando avevo 28 anni ancora avevo speranza di riuscire a farmi piacere il lavoro del medico @Knaves ora ho un mondiale(prossimo) in più sulle spalle, carriera lavorativa diversa, sogni diversi, sono moooolto più felice di 4 anni fa :D

Ho fatto il trienno finale un liceo militare a Venezia dal 2002 al 2005 @Matt4

 

32... Ma allora io quanti ne ho? Devo rifare i conti.

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4 minuti fa, Knaves ha detto:

 

Comunque se una tesi o tesina è copiata, un docente normodotato se ne accorge dopo la seconda frase. Pure se ne ha tante ed è molto stanco.

Comunque ok, ora è più chiaro. Ci sarebbe da dire parecchio sul fatto dell'assimilazione vittima-animale, ma non è questo il luogo.

Infatti, credo che lo fosse davvero.

Mi pare di ricordare che la ragazza avesse detto qualcosa su un sito, ma non vorrei dire un'inesattezza.

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17 minuti fa, kado' ha detto:

Poi ci si domanda perché il voto di maturità non conti sostanzialmente niente in territorio nazionale (fortunatamente direi).

Oserei dire che per certe facoltà non conta nemmeno il voto di laurea. Almeno per quella che ho fatto io è più una soddisfazione personale. In alcuni concorsi pubblici ti danno giusto qualche decimo di punto, ma è niente se non superi le millanta prove prima di accedere alla graduatoria finale

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Ospite Knaves
6 minuti fa, ~ Josephine ha detto:

Il titolo [la maturità] era proprio per far capire che tipo di periodo si sta passando un po' tutti.

Rodja, Superlol ed io esclusi.

 

La cosa più importante non è stata detta. Io non credo che maturità sia più un termine adatto. Lo era 50 anni fa. Già fine anni '90 mi ricordo che tutto eravamo tranne che maturi, alla maturità.

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Proprio ora, Knaves ha detto:

 

La cosa più importante non è stata detta. Io non credo che maturità sia più un termine adatto. Lo era 50 anni fa. Già fine anni '90 mi ricordo che tutto eravamo tranne che maturi, alla maturità.

Assolutamente.

 

Io, però, stavo solo dicendo che l'intento era di farvi ricordare quanti anni avete. VOI. Io no.

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Ospite Knaves
1 minuto fa, Minias ha detto:

Oserei dire che per certe facoltà non conta nemmeno il voto di laurea. Almeno per quella che ho fatto io è più una soddisfazione personale. In alcuni concorsi pubblici ti danno giusto qualche decimo di punto, ma è niente se non superi le millanta prove prima di accedere alla graduatoria finale

 

E anche lì in parte hanno ragione. Raramente i voti rispecchiano le competenze. Questo verso l'alto. Ovvero, un 110 e lode non corrisponde sempre a uno bravo. Piuttosto un 72/110 sarà più utile per individuare uno che s'è laureato per sfinimento (dei docenti).

Il voto della maturità invece non ha nessun valore, né verso l'alto né verso il basso.

Uscii da scuola con un voto ridicolo, dopo aver ripetuto il quinto anno. Ero l'ultimo di una classe scarsa e qualcuno contestò pure che mi fossi diplomato. Rientrai in quella stessa scuola (scherzi del destino) dopo sei anni, da docente supplente, seduto di fianco ai miei vecchi prof. Solo per chiedere l'aspettativa in quanto impegnato in ruoli accademici, quindi guardandoli dall'alto in basso. Lo dico con orgoglio sì, perché l'ho vissuta come una enorme rivincita.

I voti scolastici non hanno nessun valore, nessuno.

 

Allora magari ecco due parole utili al topic. Non è esattamente come dice Bucche, non mirate al minimo, mai. Mirare al minimo porta al minimo, nel migliore dei casi. È il voto ciò di cui non deve importarvi. Un voto non vi qualifica per ciò che siete. Un atteggiamento sì.

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24 minuti fa, Knaves ha detto:

 

E anche lì in parte hanno ragione. Raramente i voti rispecchiano le competenze. Questo verso l'alto. Ovvero, un 110 e lode non corrisponde sempre a uno bravo. Piuttosto un 72/110 sarà più utile per individuare uno che s'è laureato per sfinimento (dei docenti).

Il voto della maturità invece non ha nessun valore, né verso l'alto né verso il basso.

Uscii da scuola con un voto ridicolo, dopo aver ripetuto il quinto anno. Ero l'ultimo di una classe scarsa e qualcuno contestò pure che mi fossi diplomato. Rientrai in quella stessa scuola (scherzi del destino) dopo sei anni, da docente supplente, seduto di fianco ai miei vecchi prof. Solo per chiedere l'aspettativa in quanto impegnato in ruoli accademici, quindi guardandoli dall'alto in basso. Lo dico con orgoglio sì, perché l'ho vissuta come una enorme rivincita.

I voti scolastici non hanno nessun valore, nessuno.

 

Allora magari ecco due parole utili al topic. Non è esattamente come dice Bucche, non mirate al minimo, mai. Mirare al minimo porta al minimo, nel migliore dei casi. È il voto ciò di cui non deve importarvi. Un voto non vi qualifica per ciò che siete. Un atteggiamento sì.

Aspe io non ho detto di puntare al minimo. Anzi. Ma io l'ho fatto perché sinceramente le superiori, attualmente, non servono a nulla. La scuola ti insegna a studiare e poi? Lavorativamente parlando siamo tutti in mezzo ad una strada. Chi più chi meno. 

Il fatto é che la scuola non ti forma per nulla sul lavoro, ti stressano per portare a casa buoni risultati e poi? E poi basta. Vai a lavoro e non sei in grado di fare qualcosa, anche minima. 

 

Io la vedo cosí. Poi comunque il fatto che non bisogna interessarsi del voto é giustissimo.

 

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Ospite Knaves
24 minuti fa, Bucche ha detto:

Aspe io non ho detto di puntare al minimo. Anzi. Ma io l'ho fatto perché sinceramente le superiori, attualmente, non servono a nulla. La scuola ti insegna a studiare e poi? Lavorativamente parlando siamo tutti in mezzo ad una strada. Chi più chi meno. 

Il fatto é che la scuola non ti forma per nulla sul lavoro, ti stressano per portare a casa buoni risultati e poi? E poi basta. Vai a lavoro e non sei in grado di fare qualcosa, anche minima. 

 

Io la vedo cosí. Poi comunque il fatto che non bisogna interessarsi del voto é giustissimo.

 

 

Non è la scuola il punto. Se guardi la scuola punti il dito e non la luna. La scuola in larga parte non ti permette di ottenere nessuna competenza. Però quando fai qualcosa, e la scuola tanto devi frequentarla, tanto vale farla bene. Ma non per "la scuola", per te stesso. Perché il modo in cui fai qualcosa costituisce ciò che tu sei. Il risultato che consegui è dato da cosa diventi, compiendo un atto. Ogni atto ti modifica, è il processo di crescita.

 

Guarda, pare il più retorico dei discorsi, ma come spiegavo poco fa, anch'io ho fatto sempre il minimo a scuola. Quei votacci mica erano rubati. Per cambiare forma mentis (per cambiare me, in sostanza) poi ho dovuto sputare sangue, andando da un estremo all'altro.

Poi il discorso lo puoi estendere a tutto. Anche nella maggior parte dei lavori si devono svolgere mansioni inutili. La vita in sé è per 3/4 inutile. Ma inutile per inutile è sempre meglio far bene. Ovvero "essere" bene.

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32 minuti fa, Bucche ha detto:

Aspe io non ho detto di puntare al minimo. Anzi. Ma io l'ho fatto perché sinceramente le superiori, attualmente, non servono a nulla. La scuola ti insegna a studiare e poi? Lavorativamente parlando siamo tutti in mezzo ad una strada. Chi più chi meno. 

Il fatto é che la scuola non ti forma per nulla sul lavoro, ti stressano per portare a casa buoni risultati e poi? E poi basta. Vai a lavoro e non sei in grado di fare qualcosa, anche minima.

 

Non sottovalutare il valore delle scuole superiori.

 

Del voto finale mi frega zero e sono d'accordo, però dire che "la scuola ti insegna a studiare e poi?"  è superficiale e non vorrei che tu abbia troppe aspettative nei confronti dell'università.

Perchè una volta presa la laurea non è che trovi lavoro (a meno di raccomandazione allora alzo le mani), sempre in mezzo ad una strada stai.

 

Io andavo bene al liceo perché mi piacevano le materie 🤔 ma il punto del percorso formativo deve essere quello di vivere e di impegnarsi per capire cosa si vuole fare da grandi.

Questo percorso inizia alle media e continua all'università, ed in alcuni casi va anche oltre quel limite temporale. Le crisi di mezza età non avvengono a caso.

 

Ora cito una frase di Six Feet Under per far contento @Jesus 'SnaKe SuperPuppy

 

Uno dei personaggi, una ragazza è in crisi e vorrebbe mollare l'università.

Ora non ricordo chi gli risponse, forse lo zio o il nonno, ma la risposta è stata "Te non vai all'università per essere felice ma per sopravvivere"

Io sono MOLTO in disaccordo con questa affermazione, piena di cinismo e rassegnazione nei confronti della vita. Però è anche vero che la società moderna, soprattutto quella americana, ti spinge (o costringe) a vivere in un determinato modo.

 

 

Ora vi prendo un'altra citazione, dal videogioco The Last of Us ambientanto in un mondo diciamo distopico/post apocalittico per una ragazzina. la protagonista della vicenda.

Lei che chiede al suo accompagnatore Joel "Perché la gente va all'università?"

la risposta di Joel è "Lo fanno per trovare se stessi"

e lei replica "Ma che stupidaggine, perdere tutto quel tempo solo per conoscere se stessi?!"

 

Dalla bocca della bambina escono frasi di una logica disarmante, ma al tempo stesso pecca di superficialità.

 

Come hai detto te @Bucche la scuola non ti forma per la vita lavorativa, però ti chiedo di non cadere nell' errore di aspettarti che sia l'università o qualche altra figura ad indicarti la via. Devi (scusa se ti prendo di mira, parlo in generale eh) prendere il toro per le corna e cercare la tua strada anche quando ti sembra di star perdendo del tempo durante una lezione o una attività che reputi inutile al tuo futuro.

 

 

 

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Ah la maturità! 

Prima e terza prova andate senza problemi, in seconda prova lo studio di funzioni mi ha condannata ad un 9/15 in cui ho dato sfoggio di tutte le mie doti artistiche nel disegno dei grafici (sbagliati, ma pur sempre artistici e colorati). L'orale è stato un po' traumatico all'inizio perché ero abbastanza in ansia, ma una volta dentro non vedevo l'ora di uscire e godermi finalmente il sushi per pranzo insieme ad amici, le vacanze ed il mare.

In generale ricordo la maturità col sorriso per episodi simpatici che sono successi nel mentre, ma soprattutto perché da quel 30 giugno, giorno del mio orale, sono uscita da quella classe che per quattro dei cinque anni di liceo mi ha fatto sentire fuori posto.

 

Modificato da Dead_Star
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5 minuti fa, Bubi ha detto:

Ora cito una frase di Six Feet Under per far contento @Jesus 'SnaKe SuperPuppy

 

Uno dei personaggi, una ragazza è in crisi e vorrebbe mollare l'università.

Ora non ricordo chi gli risponse, forse lo zio o il nonno, ma la risposta è stata "Te non vai all'università per essere felice ma per sopravvivere"

Io sono MOLTO in disaccordo con questa affermazione, piena di cinismo e rassegnazione nei confronti della vita. Però è anche vero che la società moderna, soprattutto quella americana, ti spinge (o costringe) a vivere in un determinato modo.

 

ho qualche dubbio su sta scena :grattacapo:

cè probabilmente è una roba dei primi episodi, e la ragazza dovrebbe essere Claire (che in realtà al college non ci va ancora)

cmq quella risposta era diversa, cè il problema era tipo "e se non volessi andarci all'università?" e la risposta era "di questi tempi ne hai bisogno non solo per avere successo ma per sopravvivere" che ha un senso abbastanza diverso imho :dsa: cioè la conclusione riguardo il modo in cui la società ti impone di vivere è giusta, ma non ci vedo tanto cinismo in quel caso anche perchè non menziona affatto la "felicità"

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10 minuti fa, Bubi ha detto:

 

Non sottovalutare il valore delle scuole superiori.

 

Del voto finale mi frega zero e sono d'accordo, però dire che "la scuola ti insegna a studiare e poi?"  è superficiale e non vorrei che tu abbia troppe aspettative nei confronti dell'università.

Perchè una volta presa la laurea non è che trovi lavoro (a meno di raccomandazione allora alzo le mani), sempre in mezzo ad una strada stai.

 

Io andavo bene al liceo perché mi piacevano le materie 🤔 ma il punto del percorso formativo deve essere quello di vivere e di impegnarsi per capire cosa si vuole fare da grandi.

Questo percorso inizia alle media e continua all'università, ed in alcuni casi va anche oltre quel limite temporale. Le crisi di mezza età non avvengono a caso.

 

Ora cito una frase di Six Feet Under per far contento @Jesus 'SnaKe SuperPuppy

 

Uno dei personaggi, una ragazza è in crisi e vorrebbe mollare l'università.

Ora non ricordo chi gli risponse, forse lo zio o il nonno, ma la risposta è stata "Te non vai all'università per essere felice ma per sopravvivere"

Io sono MOLTO in disaccordo con questa affermazione, piena di cinismo e rassegnazione nei confronti della vita. Però è anche vero che la società moderna, soprattutto quella americana, ti spinge (o costringe) a vivere in un determinato modo.

 

 

Ora vi prendo un'altra citazione, dal videogioco The Last of Us ambientanto in un mondo diciamo distopico/post apocalittico per una ragazzina. la protagonista della vicenda.

Lei che chiede al suo accompagnatore Joel "Perché la gente va all'università?"

la risposta di Joel è "Lo fanno per trovare se stessi"

e lei replica "Ma che stupidaggine, perdere tutto quel tempo solo per conoscere se stessi?!"

 

Dalla bocca della bambina escono frasi di una logica disarmante, ma al tempo stesso pecca di superficialità.

 

Come hai detto te @Bucche la scuola non ti forma per la vita lavorativa, però ti chiedo di non cadere nell' errore di aspettarti che sia l'università o qualche altra figura ad indicarti la via. Devi (scusa se ti prendo di mira, parlo in generale eh) prendere il toro per le corna e cercare la tua strada anche quando ti sembra di star perdendo del tempo durante una lezione o una attività che reputi inutile al tuo futuro.

 

 

 

Ovvio che nemmeno l'Università ti insegna, ma sarà poi anche la maturità accumulata nel corso degli anni a formarci.

Il mio punto era riferito a quelle scuole che permetto un diploma che consente già di lavorare i quell'ambito (quindi tecnico e professionale) che dovrebbero prepararti e agevolarti nel percorso successivo, cioè lavorativo. Non é cosí. 

Il fatto che non mi impegnassi a scuola é dovuto al fatto che io ho sempre messo impegno in ciò che mi piace e in cui credo. 

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26 minuti fa, Knaves ha detto:

 

Non è la scuola il punto. Se guardi la scuola punti il dito e non la luna. La scuola in larga parte non ti permette di ottenere nessuna competenza. Però quando fai qualcosa, e la scuola tanto devi frequentarla, tanto vale farla bene. Ma non per "la scuola", per te stesso. Perché il modo in cui fai qualcosa costituisce ciò che tu sei. Il risultato che consegui è dato da cosa diventi, compiendo un atto. Ogni atto ti modifica, è il processo di crescita.

 

Guarda, pare il più retorico dei discorsi, ma come spiegavo poco fa, anch'io ho fatto sempre il minimo a scuola. Quei votacci mica erano rubati. Per cambiare forma mentis (per cambiare me, in sostanza) poi ho dovuto sputare sangue, andando da un estremo all'altro.

Poi il discorso lo puoi estendere a tutto. Anche nella maggior parte dei lavori si devono svolgere mansioni inutili. La vita in sé è per 3/4 inutile. Ma inutile per inutile è sempre meglio far bene. Ovvero "essere" bene.

Ah e non é vero che il modo in cui fai qualcosa definisce la persona. Io posso non applicarmi in un contesto ma in un'altro eccellere. Ciò non definisce chi sono, ma piuttosto in cosa credo.

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A mio parere la scuola ti presenta delle scelte:

- seguire, impegnarti e dimenticarti dopo poco delle nozioni che possono esserti utili solo nella teoria

- affiancare al percorso dell'obbligatorietà qualche attività che ti possa effettivamente servire nella vita reale (tentativo mal riuscito con l'alternanza scuola lavoro, ma ci sono altri campi poco seguiti, come il volontariato o il finto volontariato [il servizio civile])

- metterti al pari di un qualsiasi adolescente, che di tutto s'interessa, meno che delle materie scolastiche (che spesso vengono anche proposte in maniera inadeguata)

- pensare di star lavorando su se stessi, come diceva appunto knaves.

 

Ritengo che Bucche stia dicendo una cosa non da poco: il non credere nell'istituzione scolastica non è così brutto. Semplicemente è poco utile, perché alla fine, voto o non voto, se esci con 60 è più facile che nemmeno ti diano una chance (parlo di lavoro).

Il fatto di credere fortemente in altri tipi di formazione, però, non è così male. Talvolta i corsi di formazione t'insegnano di più di quanto tu possa mai aver immaginato di fare al liceo o all'Itis. 

È una questione di scelte, alla fine.

 

 

Per quanto riguarda il sentirsi inadeguati... gli adolescenti sono delle brutte belve. 

A me non è mai capito di trovarmi in situazioni spiacevoli personalmente (son comunque passati 10 anni da quando andavo al liceo), ma ho assistito a scene da film da quando lavoro nelle scuole. E la situazione sta peggiorando di anno in anno. Poi vabè, è ovvio che tutti siamo stati adolescenti ed in ogni ciclo, si sa, l'adolescenza è il momento più difficile, ma negli ultimi tempi stiamo naufragando, davvero.

 

 

Tornando a cose positive: io ricordo il liceo con estrema nostalgia e come una fase totalmente felice. Gli esami li ho trascorsi come una gita scolastica, praticamente, anche se il voto, come al solito, non mi piacque e secondo alcuni miei prof non rispecchiava affatto il mio percorso scolastico. Non ero una che s'impegnava troppissimo, ma avevo un'ottima media perché ascoltavo in classe e avevo una memoria fotografica, per cui riuscivo a prendere 8 senza studiare a casa. Detto ciò, il voto rimane un numero che non mi rappresenta come persona, quindi CIAO MARE.

E a tal proposito, dopo l'orale (sono stata una delle ultime) sono subito partita per il mare... e la sera stessa ero già ubriaca marcia. Che gioventù.

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2 minuti fa, ~ Josephine ha detto:

A mio parere la scuola ti presenta delle scelte:

- seguire, impegnarti e dimenticarti dopo poco delle nozioni che possono esserti utili solo nella teoria

- affiancare al percorso dell'obbligatorietà qualche attività che ti possa effettivamente servire nella vita reale (tentativo mal riuscito con l'alternanza scuola lavoro, ma ci sono altri campi poco seguiti, come il volontariato o il finto volontariato [il servizio civile])

- metterti al pari di un qualsiasi adolescente, che di tutto s'interessa, meno che delle materie scolastiche (che spesso vengono anche proposte in maniera inadeguata)

- pensare di star lavorando su se stessi, come diceva appunto knaves.

 

Ritengo che Bucche stia dicendo una cosa non da poco: il non credere nell'istituzione scolastica non è così brutto. Semplicemente è poco utile, perché alla fine, voto o non voto, se esci con 60 è più facile che nemmeno ti diano una chance (parlo di lavoro).

Il fatto di credere fortemente in altri tipi di formazione, però, non è così male. Talvolta i corsi di formazione t'insegnano di più di quanto tu possa mai aver immaginato di fare al liceo o all'Itis. 

È una questione di scelte, alla fine.

 

 

Per quanto riguarda il sentirsi inadeguati... gli adolescenti sono delle brutte belve. 

A me non è mai capito di trovarmi in situazioni spiacevoli personalmente (son comunque passati 10 anni da quando andavo al liceo), ma ho assistito a scene da film da quando lavoro nelle scuole. E la situazione sta peggiorando di anno in anno. Poi vabè, è ovvio che tutti siamo stati adolescenti ed in ogni ciclo, si sa, l'adolescenza è il momento più difficile, ma negli ultimi tempi stiamo naufragando, davvero.

 

 

Tornando a cose positive: io ricordo il liceo con estrema nostalgia e come una fase totalmente felice. Gli esami li ho trascorsi come una gita scolastica, praticamente, anche se il voto, come al solito, non mi piacque e secondo alcuni miei prof non rispecchiava affatto il mio percorso scolastico. Non ero una che s'impegnava troppissimo, ma avevo un'ottima media perché ascoltavo in classe e avevo una memoria fotografica, per cui riuscivo a prendere 8 senza studiare a casa. Detto ciò, il voto rimane un numero che non mi rappresenta come persona, quindi CIAO MARE.

E a tal proposito, dopo l'orale (sono stata una delle ultime) sono subito partita per il mare... e la sera stessa ero già ubriaca marcia. Che gioventù.

Della scuola mi manca il fatto che facevo quello che volevo con gli amici ahahah. Ma ora son sicuramente meno stressato. 

Però da Settembre/Ottobre che andrò all'Università probabilmente tornerà come un tempo.

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Ospite Knaves
5 minuti fa, Bucche ha detto:

Ah e non é vero che il modo in cui fai qualcosa definisce la persona. Io posso non applicarmi in un contesto ma in un'altro eccellere. Ciò non definisce chi sono, ma piuttosto in cosa credo.

 

Ho detto che non conta il risultato ma il modo in cui ti poni verso gli atti che compi.

Concentrazione, determinazione, volontà, le puoi esercitare in qualsiasi contesto. E tu diventerai quegli elementi. Come John Wick (pe' fa' contento Bubi). La scuola occupa metà della giovinezza. Tanto vale prenderla come esercizio alla vita. E se non hai l'ansia del risultato, non la vivi manco male. Ti formi e basta.

 

Ti faccio un esempio concreto. Anche in un post su un forum del piffero, la tua essenza si rispecchia. Dalla determinazione, concentrazione e tutta la pappardella che ho già detto. Non vorrei sbagliare ma avevi postato una cosa su un romanzo che vuoi scrivere. Se vuoi arrivare a un romanzo devi iniziare col non fare errori nei post, per dirne una. Perché un romanzo con una "è" verbo con accento acuto invece che grave o "un altro" con apostrofo, te lo cestinano senza leggerlo. In un severo giudizio dove la forma si confonde col contenuto e per finire con l'essere (il tuo essere).

 

E detto ciò smetto di pontificare e dare consigli non richiesti, non so manco perché mi sia venuta 'sta fantasia. Che sembro un filosofo del cazzo uscito dall'accademia della bietola ballerina. A maggior ragione che non ho mai superato 2500 copie vendute d'un libro, quindi non posso dirmi scrittore. E non sono più manco docente. Allora forse conviene segnarsi i consigli e fare il contrario.

 

Pace a te.

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