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Quaderno della morte


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Ve lo lascio pure a voi l'ultimo messaggio che la connessione non mi ha fatto partire.

 

Leggete con attenzione. Scusate, ma mi serve per non farmi sgamare subito dai lupi.

 


I residenti di Leonia, una delle "Città invisibili" di Calvino, direbbero, se interrogati al riguardo, che la loro passione è «il godere delle cose nuove e diverse» Infatti, ogni mattina la popolazione «indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche dall'ultimo modello di apparecchio» Ma ogni mattina «i resti della Leonia di ieri aspettano il carro dello spazzaturaio», tanto che vien da chiedersi se la vera passione dei leoniani non sia invece «l'espellere, l'allontanare da sé, il mondarsi d'una ricorrente impurità» Se così non fosse, non si capisce perché mai gli spazzaturai vengono «accolti come angeli», benché il loro compito sia «circondato da un rispettoso silenzio», cosa del tutto comprensibile: «una volta buttata via la roba nessuno vuole più averci da pensare» Pensiamoci un attimo… Non è che i residenti del nostro mondo liquido-moderno, proprio come fanno gli abitanti di Leonia, dicono una cosa e ne pensano un'altra? Affermano che il loro desiderio, scopo, sogno o passione è «instaurare relazioni» Ma di fatto non sono forse soprattutto preoccupati di come evitare che i loro rapporti si condensino e coagulino? Davvero cercano, come dicono, relazioni durevoli, o piuttosto non desiderano più di ogni altra cosa che quelle relazioni siano superficiali e leggere di modo che se ne possano «disfare in qualunque momento», alla stregua delle ricchezze di Richard Baxter, che dovevano «poggiare sulle spalle come una mantellina»? In definitiva, che tipo di consiglio cercano davvero: come cementare una relazione, o come - qualora lo si volesse mettervi fine senza danno e con la coscienza a posto? Non esiste una risposta facile a tale quesito, per quanto vada posto e continuerà ad esserlo fintanto che gli abitanti del mondo liquido-moderno continueranno a penare sotto il pesante fardello del più ambiguo dei tanti compiti ambigui che sono chiamati quotidianamente ad affrontare. Forse l'idea stessa di «relazione» accresce la confusione. Vado con hisoka. Se hisoka muore con me, mariosan è lupastro. Diablo uno tra merì e dieguito. Credo. Non sono certo. Nonostante gli sforzi profusi da tutte le anime infelici alla ricerca di una relazione e dai loro esperti, tale concetto resiste ai tentativi di epurarlo di tutte le sue connotazioni negative o preoccupanti; continua a evocare vaghe minacce e foschi presagi; emana in un solo alito il piacere dello stare insieme e l'orrore del cadere in trappola. Forse questo è il motivo per cui, anziché riferire la
propria esperienza e le proprie prospettive in termini di «rapporti» e «relazioni», uomini e donne parlano sempre più spesso (aiutati e spalleggiati dagli esperti consulenti) di connessioni, di «connettersi» o di «essere connessi». Anziché parlare di partner, preferiscono parlare di «reti» ("networks"). Che meriti ha il linguaggio della «connettività» rispetto a quello delle «relazioni»? A differenza di «relazioni», «parentele», «partnership» e di nozioni simili che puntano l'accento sul reciproco impegno ed escludono o passano sotto silenzio il loro opposto, il disimpegno e il distacco, il termine «rete» indica un contesto in cui è possibile con pari facilità entrare e uscire; impossibile immaginare una rete che non consenta entrambe le attività. In una rete, connettersi e sconnettersi sono entrambe scelte legittime, godono del medesimo status e hanno pari rilevanza. Non ha senso chiedersi quale di queste due attività complementari costituisca l'«essenza» della rete. «Rete» suggerisce momenti in cui si è «in contatto» intervallati a periodi di libera navigazione. In una rete le connessioni avvengono su richiesta e possono essere interrotte a proprio piacimento. Una relazione «indesiderata ma indissolubile» è esattamente ciò che rende il termine «relazione» così infido. Una «connessione indesiderata», per contro, è un ossimoro: le connessioni possono essere e sono interrotte ben prima che inizino a diventare invise. Le connessioni sono «relazioni virtuali» A differenza delle relazioni di un tempo (per non parlare delle relazioni «serie» e tanto meno degli impegni a lungo termine) sembrano fatte a misura di uno scenario di vita liquidomoderno in cui si presume e si spera che le «possibilità romantiche» (e non solo quelle) si susseguano a ritmo crescente e in quantità sempre copiosa, facendo a gara nel superarsi a vicenda e nel lanciare promesse di essere «più soddisfacenti e appaganti» A differenza delle «relazioni vere», le «relazioni virtuali» sono facili da instaurare e altrettanto facili da troncare. Appaiono frizzanti, allegre e leggere rispetto all'inerzia e alla pesantezza di quelle «vere». Un ventottenne di Bath, intervistato in merito alla crescente popolarità dei siti per appuntamenti su Internet a discapito dei bar per single o delle rubriche per cuori solitari, così spiegò il pregio decisivo della relazione elettronica: «Puoi sempre premere il pulsante 'cancella»

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@Papà eco All'inizio perché mi sembrava una mossa normale. Avevo letto anche nell'ultima partita che non c'era bisogno di rivelarla subito se era non lupo, ma non capivo il senso di dire "ce l'ho io" senza dire anche il sondato.

Poi dopo aver aspettato troppo non mi sembrava più il caso di dirla.

 

Non c'erano grandi ragionamenti dietro, semplicemente mi sono incartato.

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1 minuto fa, Loudo said:

@Papà eco All'inizio perché mi sembrava una mossa normale. Avevo letto anche nell'ultima partita che non c'era bisogno di rivelarla subito se era non lupo, ma non capivo il senso di dire "ce l'ho io" senza dire anche il sondato.

Poi dopo aver aspettato troppo non mi sembrava più il caso di dirla.

 

Non c'erano grandi ragionamenti dietro, semplicemente mi sono incartato.

 

A me ha dato fastidio sul serio. Ma mi avrebbe dato fastidio anche se fossi stato io il lupo sondato. Lo trovo un non-gioco. Così come mi dà fastidio che gosh non si sia connesso da ieri.
è un gioco, vincere o perdere chissenefrega, ma deve essere giocato in topic. Se si nascondono le cose, e si sparisce, tanto vale affidarsi a random.org, e vedere chi vince.

Nulla di personale, figurati.

 

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Ma io mica son sparito.

 

Nascondere le informazioni non capisco perché dovrebbe essere un non-gioco, a me sembra normale Lupus. Io non ho mai giocato prima con il Veggente Cieco, per me che il primo giorno si voti a sensazioni o a caso è lo standard. Per me Lupus è questo, affinare la capacità di leggere le bugie e il non detto degli altri. I ruoli e i poteri sono solo un condimento, non il fulcro del gioco.

 

Ma non ce l'ho minimamente con la tua giocata, eh, sia chiaro. Hai fatto quel che andava fatto.

 

Né voglio dire che il mio gioco sia stato buono. Tutt'altro. Ma a me interessa migliorare il mio gioco perché voglio giocare meglio, non perché a sigfried non piace giocare alla cieca il primo giorno.

 

Peace. :0iBn3vJ:

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Dicevo in generale.

Sparire.

Nascondere sondate.

Non votare.

Fa tutto parte del non gioco. Non mi riferivo a te, ma proprio in generale.

Poi sì, è una tattica, non è scorretta. Ma se tutti facciamo così, si passa il tempo a non giocare. Tra l'altro, dal punto di vista proprio di gioco, se il veggente sondava te e mandava a un altro, avremmo saputo che tu sei il mago e chi era un lupo. E a te ti tenevamo come scorta per un giorno senza sondata lupo. Quindi non aveva neanche una validità, ma è un altro discorso. Per me è non giocare. Poi c'è sicuramente chi la pensa diversamente. O chi la pensa diversamente da me a prescindere, ma è un altro discorso ancora.
Per me nascondere la sondata è come se tutti i contadini, a giorno 1, si dichiarano. Al massimo i lupi possono dire di avere lo stesso ruolo. Si rogano i doppi, e finisce.

Ma non è giocare.

 

Detto ciò, per me la questione è chiusa.

Tanto non credo che giocherò ancora.

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2 minuti fa, sigfried said:

Tra l'altro, dal punto di vista proprio di gioco, se il veggente sondava te e mandava a un altro, avremmo saputo che tu sei il mago e chi era un lupo. E a te ti tenevamo come scorta per un giorno senza sondata lupo. Quindi non aveva neanche una validità, ma è un altro discorso.

Non lo sapevo neanch'io chi fosse lupo. Sicuramente non il giorno 1.

Oggi avevo qualche sospetto, ma ancora abbastanza larghi.

 

Spero che non smetterai di giocare per quello.

EDIT: Ah giusto, questo forse non è stato ancora detto. La sondata che ho nascosto era veramente non lupo.

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Sì quello dovevi, te l'ha praticamente spiattellato più volte in faccia :D ma nessuno ti ha mai pensato minimamente mago, proprio perché nessuno sa (tranne il veggente) che la sondata l'avessi tu. Dicendola, avresti tolto molti dubbi ai lupi. Ma anche sig non ha detto di essere andato da chi è andato, quindi state pari xD

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Un'ora fa, sigfried said:

Ve lo lascio pure a voi l'ultimo messaggio che la connessione non mi ha fatto partire.

 

Leggete con attenzione. Scusate, ma mi serve per non farmi sgamare subito dai lupi.

 


I residenti di Leonia, una delle "Città invisibili" di Calvino, direbbero, se interrogati al riguardo, che la loro passione è «il godere delle cose nuove e diverse» Infatti, ogni mattina la popolazione «indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche dall'ultimo modello di apparecchio» Ma ogni mattina «i resti della Leonia di ieri aspettano il carro dello spazzaturaio», tanto che vien da chiedersi se la vera passione dei leoniani non sia invece «l'espellere, l'allontanare da sé, il mondarsi d'una ricorrente impurità» Se così non fosse, non si capisce perché mai gli spazzaturai vengono «accolti come angeli», benché il loro compito sia «circondato da un rispettoso silenzio», cosa del tutto comprensibile: «una volta buttata via la roba nessuno vuole più averci da pensare» Pensiamoci un attimo… Non è che i residenti del nostro mondo liquido-moderno, proprio come fanno gli abitanti di Leonia, dicono una cosa e ne pensano un'altra? Affermano che il loro desiderio, scopo, sogno o passione è «instaurare relazioni» Ma di fatto non sono forse soprattutto preoccupati di come evitare che i loro rapporti si condensino e coagulino? Davvero cercano, come dicono, relazioni durevoli, o piuttosto non desiderano più di ogni altra cosa che quelle relazioni siano superficiali e leggere di modo che se ne possano «disfare in qualunque momento», alla stregua delle ricchezze di Richard Baxter, che dovevano «poggiare sulle spalle come una mantellina»? In definitiva, che tipo di consiglio cercano davvero: come cementare una relazione, o come - qualora lo si volesse mettervi fine senza danno e con la coscienza a posto? Non esiste una risposta facile a tale quesito, per quanto vada posto e continuerà ad esserlo fintanto che gli abitanti del mondo liquido-moderno continueranno a penare sotto il pesante fardello del più ambiguo dei tanti compiti ambigui che sono chiamati quotidianamente ad affrontare. Forse l'idea stessa di «relazione» accresce la confusione. Vado con hisoka. Se hisoka muore con me, mariosan è lupastro. Diablo uno tra merì e dieguito. Credo. Non sono certo. Nonostante gli sforzi profusi da tutte le anime infelici alla ricerca di una relazione e dai loro esperti, tale concetto resiste ai tentativi di epurarlo di tutte le sue connotazioni negative o preoccupanti; continua a evocare vaghe minacce e foschi presagi; emana in un solo alito il piacere dello stare insieme e l'orrore del cadere in trappola. Forse questo è il motivo per cui, anziché riferire la
propria esperienza e le proprie prospettive in termini di «rapporti» e «relazioni», uomini e donne parlano sempre più spesso (aiutati e spalleggiati dagli esperti consulenti) di connessioni, di «connettersi» o di «essere connessi». Anziché parlare di partner, preferiscono parlare di «reti» ("networks"). Che meriti ha il linguaggio della «connettività» rispetto a quello delle «relazioni»? A differenza di «relazioni», «parentele», «partnership» e di nozioni simili che puntano l'accento sul reciproco impegno ed escludono o passano sotto silenzio il loro opposto, il disimpegno e il distacco, il termine «rete» indica un contesto in cui è possibile con pari facilità entrare e uscire; impossibile immaginare una rete che non consenta entrambe le attività. In una rete, connettersi e sconnettersi sono entrambe scelte legittime, godono del medesimo status e hanno pari rilevanza. Non ha senso chiedersi quale di queste due attività complementari costituisca l'«essenza» della rete. «Rete» suggerisce momenti in cui si è «in contatto» intervallati a periodi di libera navigazione. In una rete le connessioni avvengono su richiesta e possono essere interrotte a proprio piacimento. Una relazione «indesiderata ma indissolubile» è esattamente ciò che rende il termine «relazione» così infido. Una «connessione indesiderata», per contro, è un ossimoro: le connessioni possono essere e sono interrotte ben prima che inizino a diventare invise. Le connessioni sono «relazioni virtuali» A differenza delle relazioni di un tempo (per non parlare delle relazioni «serie» e tanto meno degli impegni a lungo termine) sembrano fatte a misura di uno scenario di vita liquidomoderno in cui si presume e si spera che le «possibilità romantiche» (e non solo quelle) si susseguano a ritmo crescente e in quantità sempre copiosa, facendo a gara nel superarsi a vicenda e nel lanciare promesse di essere «più soddisfacenti e appaganti» A differenza delle «relazioni vere», le «relazioni virtuali» sono facili da instaurare e altrettanto facili da troncare. Appaiono frizzanti, allegre e leggere rispetto all'inerzia e alla pesantezza di quelle «vere». Un ventottenne di Bath, intervistato in merito alla crescente popolarità dei siti per appuntamenti su Internet a discapito dei bar per single o delle rubriche per cuori solitari, così spiegò il pregio decisivo della relazione elettronica: «Puoi sempre premere il pulsante 'cancella»

Sig, non l'avrei letto da vivo, figurati da morto...

Lou ha fatto quello credeva meglio per la sua fazione, effettivamente ha portato scompiglio. Ha fatto una bella giocata secondo me.

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3 minuti fa, Papà eco said:

Sig, non l'avrei letto da vivo, figurati da morto...

Lou ha fatto quello credeva meglio per la sua fazione, effettivamente ha portato scompiglio. Ha fatto una bella giocata secondo me.

 

Lo scopo è che non doveva leggere nessuno XD

Ma sono stato così bravo che pure la connessione si è rifiutata di farvelo leggere.

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30 minuti fa, L Lawliet said:

Sì quello dovevi, te l'ha praticamente spiattellato più volte in faccia :D ma nessuno ti ha mai pensato minimamente mago, proprio perché nessuno sa (tranne il veggente) che la sondata l'avessi tu. Dicendola, avresti tolto molti dubbi ai lupi. Ma anche sig non ha detto di essere andato da chi è andato, quindi state pari xD

Sì hai ragione. Solo che non ho collegato subito perché ha fatto la parte della sondata il giorno 2 e quindi ci ho messo un po' a collegare tutti i puntini. XD

Io all'inizio sospettavo che fosse Airod il Veggente perché il giorno 1 ha fatto l'uscita del tipo che probabilmente il destinatario e il sondato erano nuovi per coinvolgerli. XD

 

Beh, se non altro la partita rimane interessante!

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