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🎦 Parasite


kado'

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Vincitore della Palma d'oro 2019, c'è chi già lo definisce il film dell'anno. È candidato ai Golden Globes e rappresenterà la Corea del Sud alla corsa per l'Oscar al miglior film straniero.

Può contare su una spiccata media di recensioni positive su siti come Rotten Tomatoes e Metacritic, quindi l'argomento "ormai le premiazioni non contano niente" stavolta lascia il tempo che trova.

 

Venendo al contenuto, la premessa è quella di un ritratto impietoso del divario tra moderne classi sociali. Il tema è descritto attraverso il tentativo di scalata sociale da parte di una famiglia, che per composizione e struttura non può che ricordare il ciclo dei vinti di Verga. È una commedia progressivamente sempre più dark, a tratti permeata di risentimento quasi caricaturale, ma che nonostante i risvolti imprevedibili non perde mai del tutto una costante nota di crudo realismo.

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  • 1 mese dopo...
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Visto ieri e l'ho trovato un film bellissimo e angosciante. In alcuni punti l'ansia mi stava divorando tanto le situazioni erano crude e reali nonostante fossero, allo stesso tempo, assurde e sopra le righe. Tutta la sequenza dei poveri che lottano tra loro per essere i parassiti dei ricchi è stata super angosciante. 

Ma soprattutto ho apprezzato il simbolismo del film, con il seminterrato della casa dei ricchi usato come "discesa verso gli inferi", col padre, che era quello che più di tutti si trovava a disagio coi ricchi e che più di tutti "puzzava di povero" che rimane intrappolato per sempre lì, come a dire che non potrà mai risalire la scala sociale e che appartiene a quel posto. 

Anche la scena in cui padre e figli sono nascosti sotto il tavolo e i ricchi sono sul divano, in una posizione di superiorità fisica in questo caso, dà l'idea della differenza tra classi sociali. 

Poi, visto che mi sono un po' fissata col simbolismo delle immagini e le scelte di regia come indizi durante il film, ho una domanda: secondo voi nella scena della famiglia dei poveri che si ubriacano in casa dei ricchi quando questi sono al campeggio, è casuale che la figlia, che poi sarà l'unica a morire, sia l'unica sdraiata e che gli altri tre siano seduti? Secondo voi potrebbe essere un'anticipazione di quello che le succede? Anche il fatto che sia la prima a nascondersi sotto il tavolo, potrebbe essere visto come un'anticipazione del fatto che sarà la prima a morire e quindi a essere messa sotto terra? 

 

Modificato da Manüüü
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On 24/1/2020 alle 15:49, Manüüü ha detto:
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Onestamente non avevo fatto caso a tutte le anticipazioni che hai citato. Hanno sicuramente senso, specie la teoria sulla figlia sdraiata.

Alla fine è impossibile non chiedersi perché fra tutti i componenti della famiglia povera sia morta proprio lei, la più intelligente, abile, competente e quindi maggiormente capace di districarsi nello strato sociale dei privilegiati (tanto che il suo particolare talento e la sua scioltezza vengono rimarcati più volte dai suoi stessi familiari). Era quella che aveva più probabilità di farcela, e non a caso quella minormente responsabile dell'escalation finale.

 

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4 ore ago, kado' ha detto:

 

 

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Onestamente non avevo fatto caso a tutte le anticipazioni che hai citato. Hanno sicuramente senso, specie la teoria sulla figlia sdraita.

Alla fine è impossibile non chiedersi perché fra tutti i componenti della famiglia povera sia morta proprio lei, la più intelligente, abile, competente e quindi maggiormente capace di districarsi nello strato sociale dei privilegiati (tanto che il suo particolare talento e la sua scioltezza vengono rimarcati più volte dai suoi stessi familiari). Era quella che aveva più probabilità di farcela, e non a caso quella minormente responsabile dell'escalation finale.

 

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Vero, viene più volte ribadito che era lei quella che stava meglio nell'ambiente dei ricchi 

 

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  • 2 mesi dopo...
  • Membro attivo

Alla fine l'ho visto!

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È un film molto angosciante, eppure estremamente realistico.

La società coreana è poi ancora tanto ancorata alle classi, al prestigio, alla pianificazione.

In tantissimi reportage, nella musica, nello showbiz è grandissimo il rimando alla generazione di giovani che non fanno altro che studiare (giorno e notte, a scuola, poi in speciali accademie, con tutor, ecc) e che alla fine non vivono di sogni, ma di pianificazione del futuro (per chi ovviamente può permetterselo).

Poi, ovvio, tutto il mondo è paese, e sarebbe stupido negare che il classismo esiste ovunque, quindi il film rappresenta bene la società di ogni paese, seppur in maniera diversa, perché ogni struttura ha le sue peculiarità.

Tornando al film, io ho fatto una considerazione: se ci pensate, ad indurre Ki-Woo a delinquere è il suo "amico" Min (lol, Park Seo Joon è in qualsiasi film o serie tv esistente in SK). Lo corrompe con quel "METAFORICO" regalo del nonno, come se comunque Ki-Woo fosse in debito per quella roccia della discordia che ritorna ciclicamente a farsi vedere, che la madre di Ki-Woo non apprezza ("sarebbe stato meglio qualcosa da mangiare"), che Ki-Jung non comprende, ma che Ki-Woo e Ki-Taek osservano strabiliati.

Il desiderio di rivalsa, la folle messa in scena per piazzare tutti e 4 all'interno della casa lussuosa, tutto spinge la famiglia a credere che finalmente qualcosa può cambiare.

La cosa che più mi sconcerta, devo essere onesta, è che nonostante tutto il casino, Ki-Taek non si preoccupi che Ki-Jung possa morire lì dov'è, ma che il FASTIDIO prevalga verso Park Sajang-nim.

È la lotta di classe che vince anche contro i legami forti. Ecco, su questo sono rimasta un po' basita, eppure non dovrei.

Per finire, il bisogno di rivalsa si trasforma in una gabbia, che non è dorata come si potrebbe pensare, ma è piuttosto peggiore della topaia in cui la famiglia vive inizialmente, almeno per Ki-Taek.

La frase celebre di quest'ultimo "You know what kind of plan never fails? No plan. No plan at all. You know why? Because life cannot be planned.", che non ho idea di come sia stata tradotta in italiano (e non voglio scoprirlo) è di per sè il controsenso ultimo, sebbene sia un chiaro messaggio per la società intera, che ritorna all'intro di questa "recensione" (??).

 

Non mi dilungo oltre perché altrimenti stiamo qua 18 anni.

Il film comunque mi è piaciuto, molto. Park Sodam, che interpreta Ki-Jung, è stata magnifica. L'avevo vista solo in altri ruoli, alcuni anche impegnativi, ma è riuscita a rendere benissimo il sarcasmo, la situazione psichica di Ki-Jung senza sembrare mai eccessiva.

 

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On 29/3/2020 alle 17:23, ~ Josephine ha detto:

Alla fine l'ho visto!

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È un film molto angosciante, eppure estremamente realistico.

La società coreana è poi ancora tanto ancorata alle classi, al prestigio, alla pianificazione.

In tantissimi reportage, nella musica, nello showbiz è grandissimo il rimando alla generazione di giovani che non fanno altro che studiare (giorno e notte, a scuola, poi in speciali accademie, con tutor, ecc) e che alla fine non vivono di sogni, ma di pianificazione del futuro (per chi ovviamente può permetterselo).

Poi, ovvio, tutto il mondo è paese, e sarebbe stupido negare che il classismo esiste ovunque, quindi il film rappresenta bene la società di ogni paese, seppur in maniera diversa, perché ogni struttura ha le sue peculiarità.

Tornando al film, io ho fatto una considerazione: se ci pensate, ad indurre Ki-Woo a delinquere è il suo "amico" Min (lol, Park Seo Joon è in qualsiasi film o serie tv esistente in SK). Lo corrompe con quel "METAFORICO" regalo del nonno, come se comunque Ki-Woo fosse in debito per quella roccia della discordia che ritorna ciclicamente a farsi vedere, che la madre di Ki-Woo non apprezza ("sarebbe stato meglio qualcosa da mangiare"), che Ki-Jung non comprende, ma che Ki-Woo e Ki-Taek osservano strabiliati.

Il desiderio di rivalsa, la folle messa in scena per piazzare tutti e 4 all'interno della casa lussuosa, tutto spinge la famiglia a credere che finalmente qualcosa può cambiare.

La cosa che più mi sconcerta, devo essere onesta, è che nonostante tutto il casino, Ki-Taek non si preoccupi che Ki-Jung possa morire lì dov'è, ma che il FASTIDIO prevalga verso Park Sajang-nim.

È la lotta di classe che vince anche contro i legami forti. Ecco, su questo sono rimasta un po' basita, eppure non dovrei.

Per finire, il bisogno di rivalsa si trasforma in una gabbia, che non è dorata come si potrebbe pensare, ma è piuttosto peggiore della topaia in cui la famiglia vive inizialmente, almeno per Ki-Taek.

La frase celebre di quest'ultimo "You know what kind of plan never fails? No plan. No plan at all. You know why? Because life cannot be planned.", che non ho idea di come sia stata tradotta in italiano (e non voglio scoprirlo) è di per sè il controsenso ultimo, sebbene sia un chiaro messaggio per la società intera, che ritorna all'intro di questa "recensione" (??).

 

Non mi dilungo oltre perché altrimenti stiamo qua 18 anni.

Il film comunque mi è piaciuto, molto. Park Sodam, che interpreta Ki-Jung, è stata magnifica. L'avevo vista solo in altri ruoli, alcuni anche impegnativi, ma è riuscita a rendere benissimo il sarcasmo, la situazione psichica di Ki-Jung senza sembrare mai eccessiva.

 

Bellissima analisi *.* 

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Devo dire che mi ritrovo molto nelle tue parole, in particolare per quanto riguarda Ki-Taek che scappa lasciando la figlia al suo destino. Ricordo che quando l'ho visto questo passaggio mi aveva colpita molto. 

 

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  • Membro attivo
6 ore ago, Manüüü ha detto:

Bellissima analisi *.* 

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Grazie Manu ❤️ 
 

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Sono contenta di non essere stata la sola a pensarlo xD anche perché iniziavo ad avere dei dubbi sulla mia capacità di realizzare il livello di empatia umana esistente xD forse mi aspetto troppo. In ogni caso secondo me il film lancia un messaggio molto forte, e lo fa con una serie di segnali. Anche quello che hai notato tu nei commenti poco sopra, della figlia sempre in posizioni rilassate, quasi non avesse paura di nulla, che poi sbrocca durante il temporale, per paura di essere scoperti, non avendo un piano. 
Anche quella scena mi ha fatto ripensare al fil rouge della generazione che non riesce a far nulla senza un piano prestabilito, creato da se stessi o da terzi per loro. 

 

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  • 2 mesi dopo...

Probabilmente questo film risponde alla domanda delle domande: Qual è il senso della vita? Ma non in maniera pesante ed angosciante.

A me è piaciuto molto e vi spiego perché:

 

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Una famiglia rassegnata al suo stato di povertà che non sembra voler fare nulla per andare oltre, per sopravvivere in questo mondo riceve un'occasione, l0occasione di avere uno scopo e di poterlo raggiungere.

 

Per tutto il film queste persone sono e rimangono i cattivi; neanche per un secondo abbassi la guardia nei loro confronti e pensi che possano o vogliano cambiare, migliorare. Crescere insieme. Aspetti uno o più omicidi e per dure ore se lì che ne senti forte l'odore.. forte quasi quanto quello del signor Kim. Senti la loro rabbia crescere, non tanto la voglia di ribalta.

Quasi come se un po' questa occasione la stiano... sprecando?

 

Comunque non empatizzi, non ti affezioni, un po' li odi.. Forse per me p stato più facile sentirmi vicino al povero bambino traumatizzato, alla ragazzina innamorata e ai genitori (sì viziati, ma educati e amorevoli)

 

Insomma, citando una donna molto dotta che ha scritto questo in chat:

Il senso della vita è trovare un senso alla propria vita.

Fabio Volo

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sì, ero io quella donna intelligente, Anzi, un'ape super intelligente.

 

 

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Mi è piaciuto, spiazzante nella seconda metà, ben congegnato, non troppo eccessivo, anche se il finale non l'ho apprezzato a pieno. Comunque capisco l'accoglienza anche perché funziona bene anche in occidente (posso solo prendere le parole di Josephine per il valore che ha in patria) e non mi stupisco troppo dei premi. Di sicuro molto bravi gli attori, anche se non so quanto rendono doppiati visto che l'ho guardato sottotitolato. Devo dire che non sapevo assolutamente nulla della trama e ne sono rimasto piacevolmente sorpreso.

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  • 2 settimane dopo...

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