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Cosa stai leggendo? - consigli e recensioni


momo

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Il quinto giorno - Frank  Schatzing

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Sto leggendo questo libro da 8 anni.. il che è per me un record XD 

Mi piaceva l'idea di leggere di una natura in lotta contro l'abuso dell'umanità, di un oceano in ribellione.. solo DOPO mi sono resa conto della complessità di linguaggio e trama.
L'ho abbandonato tante volte in 8 anni, ed ogni volta per riprenderlo ho dovuto iniziare da capo.

Nel frattempo ho letto realmente di tutto.. eppure lui è sempre rimasto lì, a fissarmi con il suo occhio inquietante.

 

Ora ci sto provando di nuovo, ora che ho letto storie ancora più incasinate, e che sono cresciuta parecchio, dovrei riuscire a sopportare questo. XD

 

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Mia mamma da un pò di tempo a questa parte mi sta rimpinzando di libri che francamente in questo periodo non ho voglia di leggere, robe di autori mai sentiti che se ne cicciano fuori con questioni e teorie psuedo psicologiche che boh.

C'è qualcuno che può consigliarmi un libro simpatico, fresco e vivace con una storia da raccontare, che non sia il solito polpettone o la minestra riscaldata ma che sappia entusiasmare e coinvolgere, e che a fine lettura lasci un nonsochè di irrisolto, che porta a ragionare e porsi domande?

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  • 9 mesi dopo...
Ospite Mefy

Letti: "L'amica geniale" e "Storia del nuovo cognome" di Elena Ferrante (per gli altri due libri dovrò aspettare pasqua, che sono rimasti a Roma). Riesco solo a commentare che sono libri che fanno male, e lo intendo in senso positivo.

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  • 2 mesi dopo...

Sto leggendo da un paio di mesi la collana di 4 Libri del Nuovo Sole di Gene Wolfe. Lettura in lingua originale.

 

Immaginate lo stile di Neil Gaiman, ora triplicate la raffinatezza nella scrittura. Ci sto mettendo tanto perché non è assolutamente una lettura facile, ma ne vale sicuramente la pena. Ho imparato molto, questo stile narrativo mi è proprio entrato dentro e farò fatica a dimenticarlo.

 

In futuro leggerò il Ciclo della Terra Morente di Jack Vance, perché voglio cercare di avvicinarmi il più possibile alla fonte di ispirazione.

Modificato da Bubi
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  • 2 mesi dopo...
21 minuti fa, Marco1306 said:

Shantaram di G. D. Roberts

 

Molto bello, mi piacerebbe sentire i tuoi commenti una volta che l'avrai finito, magari in una discussione apposita, che secondo me se la merita. Io l'ho letto l'estate scorsa proprio in questo periodo.

 

Io invece sto leggendo Il Pendolo di Faucault di Umberto Eco.

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Volentieri abs :)

Il libro mi ha incuriosito quando ne hai parlato, se ricordo bene, nella discussione aperta da Josie. Infatti qualche tempo dopo me lo ero comprato, ma fino ad inizio agosto non avevo iniziato a leggerlo perchè lo volevo fare a mente riposata durante le ferie. Per adesso ho letto circa 230 pagine è mi sta veramente piacendo.

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10 minuti fa, absolute said:

 

Molto bello, mi piacerebbe sentire i tuoi commenti una volta che l'avrai finito, magari in una discussione apposita, che secondo me se la merita. Io l'ho letto l'estate scorsa proprio in questo periodo.

 

Io invece sto leggendo Il Pendolo di Faucault di Umberto Eco.

 

 

Me ne avevano parlato benissimo, anche persone che reputo competenti in materia letteraria. Incuriosito ho letto la trama e qualche pagina al volo in libreria. Troppo poco per giudicare, però... boh. Mi pare un Siddharta moderno. Non certo nella trama (che a mio avviso in Shantaram è abbastanza improbabile sul limitare del ridicolo nonostante le pretese di verosimiglianza e autobiografia, mentre nel libro di Hesse la trama era metaforica) ma nel messaggio filosofico. Tra l'altro ricordo di aver letto alcune frasi sulla filosofia di Platone, e posso assicurare senza tema di smentita, che 'sto Roberts non ha mai letto Platone, e se l'ha letto, l'ha fatto come fosse Topolino e di conseguenza non capito affatto.

 

Il pendolo di Foucault lo lessi a 17 anni, sulla scia de' Il nome della rosa. Mia madre mi chiese se fosse in inglese. Le chiesi perché. Mi rispose domandandomi a cosa mi servisse il vocabolario. L'ho riletto altre due volte, più grande. Non saprei come definirlo. Romanzo non di certo. Ha appena una cornice, una fabula abbozzata, non un solo personaggio realmente vero, a parte il Belbo che emerge dal diario; sembra più una superba enciclopedia (ironica) sulle Teorie del Complotto, che narrativa. Tuttavia, e per certi versi, ne sono molto affezionato, al libro. Anche se non saprei dire se mi piace o meno.

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Shantaram è quel che è, di sicuro Roberts ha un po' la presunzione di insegnare e dare un messaggio moralista (se non ricordo male è stato studente di filosofia e spesso attinge dai suoi studi, anche se in maniera maldestra come dicevi tu), ma non è rovina troppo il romanzo nell'insieme. Di sicuro la trama è rocambolesca e un po' esagerata, ma è bello anche per quello. Sembra di leggere un romanzo d'azione, ma non solo, c'è anche la parte filosofica (che può non piacere), ma soprattutto viene descritta una cultura e un lato del mondo che noi occidentali conosciamo molto poco. A me ha entusiasmato anche Shogun di Clavell, per lo stesso motivo. Al di là della trama e delle tematiche, sono libri che offrono uno scorcio su qualcosa che, nonostante la globalizzazione e la potenza di internet, ancora sfugge al pubblico dominio. Per questo più che per altro, è stato un libro che è riuscito a stupirmi e colpirmi più di altri. Anche se poi, stringendo, non è un capolavoro e non racconta chi sa che cosa, è stato comunque un libro che ha saputo appassionarmi e che penso ricorderò a lungo. Motivo per cui mi capita spesso di consigliarlo.

 

Il Pendolo di Faucault mi sta lasciando un po' perplesso. Anche io ho letto solo Il Nome della Rosa di Eco e trovo questo, come quello, molto ben costruito e architettato, ma un po' troppo didascalico. Più che un romanzo sembra una ricerca enciclopedica. Di sicuro è gradevole da leggere, ma non essendo appassionato di templari ed esoterismo penso che dimenticherò quasi tutto un mese dopo aver terminato il libro. Ma sono appena ad un terzo, magari cambierò idea.

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Da un punto di vista prettamente tecnico, Eco sa come si scrive un romanzo come nessun altro. Non ha fatto altro nella vita, che studiare narratologia, in tutte le sue forme, dalla semiotica interpretativa, estetica, critica (il famoso Gruppo 63), ad altro. Dunque il minimo è che sia ben costruito e architettato. Poi come dici tu, un po' didascalico lo è. A volte si fa prendere la mano e la voglia di snocciolare tutto il suo sapere, che è vastissimo, e questo "rovina" i suoi libri. Personalmente, data la mia curiosità anche per campi di cui non me ne faccio un fico secco, riesco ad appassionarmi; ma riconosco che sia un difetto bello grosso per un'opera di narrativa, e allontana i lettori. Per questo dicevo che l'unico personaggio reale è il Belbo dei files. Lì ci sono pagine quasi poetiche.

 

Quando lo finisci, poi, nel caso, se ne può parlare meglio in topic. Qui rischio di farti spoiler.

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  • 6 mesi dopo...

Appena finito di leggere "Ninfee nere" di Michel Bussi. Commento poco che poi spoilero, comunque è un bel giallo, ambientato a Giverny, città in cui Monet ha disegnato le sue ninfee. Ci sono tanti riferimenti all'arte, soprattutto Monet ma non solo, messi in maniera molto carina.

Non so come aggiungere altro senza spoilerare tutto quindi vi dico che merita =)

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  • 2 mesi dopo...

Oddio, me lo ricordo poco. Non ha uno stile riconoscibile per il come scrive (la lettura scorre piacevolmente cmq) ma è abbastanza introspettivo, questo si. Poi mi verrebbe da dire che ha un ritmo armonico, leggero, è molto giapponese in questo.

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22 ore ago, Manüüü ha detto:

Ho scaricato due libri che mi ispiravano leggendo la trama: Norwegian Wood e Non lasciarmi. Qualcuno di voi li ha letti? Vale la pena leggerli? 

Norwegian Wood è stato davvero fondamentale per me l'anno scorso, e l'ho letto in tanto tempo proprio perché non avevo molto tempo, quindi ho dovuto dilatare al massimo il ritmo di lettura, tipo quasi un paio di pagine al giorno. Fondamentale perché racconta alcune emozioni in modo particolarmente vivido, meglio di quanto ho letto in altri libri. Cioè più che la descrizione della stanza in cui un personaggio fa un'azione (che comunque è molto dettagliata), la parte più bella del libro per me è stato il racconto della psicologia del personaggio, come valutava le cose e come considerava gli altri. Mi è piaciuto parecchio e mi rivedevo molto. 

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