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Giorno 2 (chiusure 20 /21.30)


momo

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27 minuti fa, Papà eco said:

L, come da tua richiesta non commento fino al morso.

Mi spiegate Dream come poteva credere di essere peccatore?

 

Semplicemente era lupo. E ha dato per scontato che il medium lo vedesse L, e sperava che la sondata del medium andasse al proL o all'altro lupo.

 

 

L'altro lupo è N.

Lo dico nel caso morissi.

Attenti al figlio, che potrebbe esserci domani.

Se sono io il figlio, e i lupi mi mordono, mi costituisco. Quindi, vi (ma perché uso il plurale?) conviene sperare altrove.

 

Come da tradizione, vi lascio un mio scritto di importanza imprescindibile nella letteratura italiana.

 

Per te che ami Liga

 

Vorrei fare un regalo a tutti quelli che amano Ligabue, analizzando un suo testo e spiegando perché, Egli, sia un grandissimo poeta.
Ed ecco a voi, Tu sei lei.
(tra parentesi, chiaramente, è l’analisi del testo, mentre il testo, testato, l'ho preso da angolotesti)

 

Dopo tutti questi anni
io non smetto di guardarti
qualche volta ancora a bocca aperta


(in questa prima terzina, il Ligabue vuole subito metterci a corrente che è ancora catatonico dopo quella botta alla testa presa tanti anni fa; subito dopo però, il Ligabue, ci regala una terzina che raggiunge vette di sovrastante altezza poetica e letteraria)
 

non finisco di capire
non finisci di stupire
come non dovesse mai finire


(la bellezza di questi tre versi, non è circoscritta alla sola figura retorica del chiasmo, bensì dal sublime doppio gioco di parole con cui, il Ligabue, gioca con il verbo “finire”: verbo ripetuto tre volte, numero sacro a Dante, e che è da intendere come infinito, anzi, più infinito assai)
 

vuoi nascondermi i difetti
mentre a me piacciono tutti
ma non te lo vuoi sentire dire


(dopo tutti questi anni, il Ligabue, vuole ricordarci una sola cosa: mai dire alle donne di avere un difetto. Mai. Lui si è immolato solo per noi. Per portarci la verità, ed evitare che noi, i suoi fans, non soffrissimo come lui)
 

e ti guardo mentre sogni
e mi tocca stare fuori
e mi tocca solo indovinare


(e infatti, ecco la sofferenza. Dato che non siamo ancora in fascia pro-tetta, non posso spiegare con novizia di particolari perché, il dire ad una donna che ha dei difetti, porti lo sventurato a spiare dal buco della serratura, mentre la donna “difettosa” fa con un altro uomo… già, cosa fa, indovinate come il Ligabue, poiché, come si esemplifica dal testo, la donna si è accorta delle manie da voyeur del Ligabue, e messo le mutande dell’uomo che non è il Liga, sulla maniglia)
 

dopo tanti anni e un giorno


(apprezzate l’allusione a De André, della celebre Canzone di Marinella)
 

quando il mare sembra calmo


(oltre alla metafora originale vita/mare, anche qui c’è una citazione, questa sibillina, a Melville e al suo capitano Achab, che affacciato sul Pequod, guarda l’oceano e pensa all’inafferrabile fantasma della vita che scorre sulle acque)
 

vieni fuori ancora tu
con quel nome da straniera
da chi è sempre stata sola
e da un pò non deve più
perchè...


(qui l’ammetto, non sono abbastanza lungimirante per comprendere)
 

tu sei lei
tu sei lei
fra così tanta gente
tu sei lei
tu sei lei
e lo sei stata sempre


(altra citazione. Questa al Zelig di Woody Allen, il cui personaggio eponimo non riusciva mai ad essere sé stesso in mezzo agli altri, ma a trasformarsi in grasso tra i grassi, ebreo tra gli ebrei… oppure è un tentativo del Ligabue di farci conoscere i suoi problemi di schizofrenia, e la sua incapacità di comprendere come lei rimanga lei, mentre lui, parrebbe, si spaccia per cantante)
 

e quegli occhi li conosco
io li ho visti spesso nudi
ma non si vedeva mai la fine


(effettivamente la canzone è troppo lunga, dovrei segare il testo, e ridurlo a un testi-colo, ma l’immagine degli occhi nudi senza fine, spogli cioè di ogni belletto e pieni solo della purezza di essere sé stessi: nudi ed accessibili, ma al tempo stesso infiniti, è troppo bella perché io la smetta. Voi che mi leggete, potete anche smettere, non mi offendo. )
 

il tuo cuore accelerato
le pupille dilatate


(ha tirato di coca)
 

e non mi restituisci il cuore


(qui c’è un’autocitazione: ai Duri hanno due cuori, altrimenti non si spiega come il Ligabue, possa sopravvivere dopo aver donato il cuore. Speriamo che non ci sia rigetto)
 

dopo tanti anni e un giorno
quando il vento sembra fermo


(qui non bisogna ammirare la ripetizione con variante della metafora mare/vita vento/vita, con le forze della natura tempestose come lo è la nostra esistenza, ma è da riconoscere l’arditissimo accostamento mai tentato da nessuno al mondo, neanche da chi scrive poesie come “il mio fuoco ghiacciato scalda il tuo gelido cuore di fiamme”, del verbo “fermo” al soggetto “vento”. Chapeau.)
 

vieni fuori sempre tu
con quel nome da straniera
da chi riesce a stare sola
ma da un pò non deve più

perchè...


(ibid. anzi no. La lei, in questa strofa non è più sola, come detto, perché è nella stanza chiusa a chiave con l’uomo: ricordate?)
 

tu sei lei
tu sei lei
fra così tanta gente
tu sei lei
tu sei lei
e lo sei stata sempre
se l'universo intero
ci ha fatto rincontrare


(ho appena saputo che l’universo ha fatto causa per calunnia al Ligabue)
 

qualcosa di sicuro vorrà dire


(iniziano i dubbi del Ligabue a proposito del significato di questa canzone)
 

tu sei lei
come sei
inesorabilmente


(citazione a nientepopodimeno che al Baricco. Anche lui, come il Ligabue, è solito chiudere le frasi con parole, o avverbi, che non c’entrano un cazzo con il resto del periodo, e a volte, neanche con l’intero romanzo.)
 

e mi hai salvato tante volte


(SEMPRE UNA DI TROPPO, suggeriscono dal loggione)
 

da qualche tipo di altra morte
andando dritta sulla verità
e mi regali un altro giorno
in cui sembra tutto fermo
ma tutto si trasforma
tutto si conferma


(fermi. Oltre alla lapalissiana citazione del Gattopardo, quella in “perché tutto resti uguale tutto bla bla bla” devo darvi una notizia in anteprima: sul prossimo pacchetto della Marlboro, la citazione di Cesare, “veni, vidi, vici,” verrà sostituita con “fermo, forma, ferma”. Alziamoci in piedi.)
 

e lasci in giro il tuo profumo
come a dirmi "io ci sono"


(ho un amico che fa lo stesso, solo che si tratta di puzzette. Anzi, puzzone.)
 

come a dirmi "sarò sempre qua"
perchè...


(la domanda, il perché, nasce spontanea)
 

tu sei lei
tu sei lei
fra così tanta gente
tu sei lei
tu sei lei
e lo sei stata sempre
se l'universo intero
ci ha fatto rincontrare
qualcosa di sicuro vorrà dire
tu sei lei
come sei
inevitabilmente


(ibid. e ringrazio chiunque è arrivato fino in fondo. Ringrazio anche chi non è arrivato, perché vuol dire che c’è ancora gente seria in giro

 

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