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Messaggi raccomandati

  • Senior
Inviato (modificato)

Classic

 

Spring Time - vince @kado'

Spoiler

Tutti i componimenti:

 

rinasce in una luce

la scena interrotta

degli sguardi innamorati,

nei tramonti mai rubati;

il sogno è tramontana:

ti bagna, non ti lava.

brucia a terra, non è morta,

sboccia

 

 1. SuicideLullaby

 

 

 2. kado' Perisce con te

l'ultimo fra i gioielli

di neve, solcante il viso

mio, ora e per sempre

mutato in lacrima.
 3. Pliclalla

Silenzio.

Un suono, lontano;

 

E' il palpito d'ali d'una farfalla;

Lo schiudersi dolce d'un tulipano;

Il canto isolato d'una cicala; Troppo presto é arrivata.

E' sola. Le sue compagne dormono ancora.

 
4. Marco1306

 

Come d'incanto
gli alberi si vestono
di verdi foglie.
 
 5. sigfried Squarcia un intrico di rami secchi

rimescola la terra negra e riarsa di gelo

sfregia il cielo di arabeschi alati

e contro una porta

un ragazzo e una ragazza si baciano.
 6. Mefy Sarebbe bella, se non facesse tanto la ritrosa…
 7. Bubi Osserva il melo, tra i suoi fiori bianchi.

Vedo le ali nere, ma sa cantare!

Lo sa fare fin dalla nascita. Non può farne a meno.

Anche.. hai una melodia?

Certo, sei tu la mia.
 8. Helder Primavera in Canada: un ciclista finisce contro un albero per evitare un alce in amore.
La bici è distrutta, l'uomo illeso, l'acero contuso.
 9. naboce Vento leggero, caldo soffia.
Petalo di ciliegio, lentamente cade, cullato, si posa su una merda.
 10. stecata Odio la primavera

eppure mi fa vivere.

Un euro ogni cassetta

pur di sopravvivere.

Abusi,soprusi, raccolgo pomodori

rossi come il sangue,

annullo le emozioni.

Il Corpo Umano - Vince @momo

Spoiler

Tutti i componimenti

#1 - Moon
Iride nell'iride
Fiato sulla clavicola
Polpastrelli danzanti sulle labbra
Gambe annodate, cuori sincroni

Amore è pelle condivisa.
#2 - Momo!
Ho provato a guardarmi negli occhi
Attrazione per l’infinito
Terrore del nulla
Ho distolto lo sguardo
#3 - Knaves1
Nessuno sa come, nacque con un cuore d’oro.
Per amore ne donò un frammento. Poi un brandello.
Poi uno spicchio, una porzione e una parte, infine.
Non bastava mai. Ora non ha cuore.
#4 - stecata
Veloce e inaspettato sale,
aspro e pungente.
Dolore immane.
Incontro passionale fra falange del piede e spigolo infame.
#5 - Utente Misterioso #2
È la sete del deserto:
Al tocco si fa arco,
Per una carezza che disseta.
È il calore del deserto.
Del bacio che ruba un sapore,
con cui riconoscersi.
#6 - Helder
Trama: organi si rincontrano, dopo esser stati separati per anni,
al funerale di uno di loro.
Per alcuni potrebbe essere un nuovo inizio.
Titolo: Il glande freddo.
#7 - naboce
Donna, corpo sublime.
Gambe sinuose, dita affusolate, busto perfetto.
Testa incantevole, dolce viso...
Speriamo non mi controllino la valigia.
#8 - sigfried
E nel nostro letto persiste la forma del tuo corpo:
lascito occulto di un fantasma erotico che ancora si agita.
E mai avrà pace.
#9 - Alex7784 
Che belle le tue caviglie
è la prima delle tue meraviglie
Accarezzarti le gambe mi piace tanto
tutto il giorno ti starei accanto
Impazzire mi fa il tuo sedere
quando lo vedo non mi so trattenere
#10 - Meri+AmicoMisterioso
La mano scorre la schiena sulla lattea.
Indugia sul collo. L’indice sfiora il labbro.
Tra sospiri mescolati s’intrecciano i capelli.
Nel buio si schiudono gli occhi. E vedono.
#11 - Franz~
Come una freccia scocca
S'estrae, ti punta e s'arrocca.
Ti manda e ti riprende
leggiadro ti stende.
Ma parla scrive e legge
dal pericolo sfugge.
#12 - kado'
Il mio orologio non fraintende mai l'ora,
tra 'l respiro e battito incessante,
sue lancette inamovibili.
Attendo che la balia si muova per me,
l'eterna principessa in un trono di ruote,
paralitica.
#13 - Bubi
Mani che indagano sui rilievi del passato
mentre gli occhi accarezzano il presente.
Il sorriso fiorisce al ricordo
e rende inerte il futuro, in un vincolo di eternità.

Complimenti a Momooo!!

Il Dialetto - vince @sigfried

Spoiler

Tutti i componimenti:
#1. Helder
'sto bass un giargianés m'ha dumandà 'nda l'era via Piupètt
Mi g'ho rispondü in italiàn, "A destra dopo il prestinaio"
L'è ancamò lì c'al gira...

(tratto da una storia vera)

#2. sigfried
Vernacolo: si provt nu maccaraun s'callt.
Trad. Letterale: sei proprio un maccherone bollito.
Trad. semantica: alla stregue di un maccherone, vieni prima bollito dalla vita e da morto ti dicono che eri buono.

#3. Knav3s
Ammuscato e cu’ brigni gunfi pe’ fame ravuzzava, mighiu mighiu n’uscurità. Sufinava l’ucchiu agghiattu a la preda suia. Scullava a muorte seco. La natura l’avea viscucatu lupu miga pecura.

Il Sesso - Vince @Moon

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1. Moon
Maschio.
Mostra maestoso i muscoli massicci, muove il membro mellifluo
e malandrino nel morbido mondo muliebre.
Femmina.
Fiera e fierina dai fianchi formosi, fascia flessuosa il fallo famelico
della fessura fiammante che freme e fiorisce. E finge.
2. ANONIMO
 Un flusso senza argini, attraversato da vampate che si perdono.
Non ancora, non ancora – dice lei.
Promesse di piacere e felicità dal suo corpo e lingua.
Carnalità selvaggia, forse violenta, che squarcia, frantuma, ricompone,
spiega e nasconde.
Ti voglio – dice lui.
Amami – dice lei.
3. Ecocopia 
Guardo negli occhi,
Dolce danza "cigolante",
Allegra lacrima.
4. Anonimo
 La patata.
A me, me piace.

5. kado' 
 
Diario di Gea, pagina quarantadue. Secondo paragrafo.

"Sangue a fiumi. Pupille dilatate. Arterie in restringimento.
Contrazioni e impulsi, spasmi e secrezioni".
Cazzo, che casino.
Meglio far sembrare il tutto piacevole. Specialmente a questi bipedi.

6. ANONIMO 
Mezzo barzotto e m'hai rivoltata
come nessun cazzo duro aveva mai fatto

Il vicino sta ancora ridendo che m'hai quasi spogliata sul pianerottolo.
7. ANONIMO 
"Love, Sex, PayPal"
American Express is too mainstream ~
8. ANONIMO 
I suoi occhi mi spogliano..
Si avvicina..
Le sue mani scivolano sul mio corpo…
Infila un dito e sorride beffardo del lago che ha trovato..

La Pioggia - Vince @momo

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A.  Moon

I vetri tamburi, le foglie violini

Un flauto ruscello gorgheggia per strada.

Il vento Maestro dirige le note:

Andante, vivace, più presto lo scroscio!

Si chiude il sipario di nuvole grigie:

la terra ringrazia l'orchestra di Dio.                                                                   

 

B. Josephine

Odiose gocce sulla schiena, sulle gambe e nelle scarpe. Piove.
Amate gocce sul vetro, quando fuori piove.

 

C.  Funny reve

Titolo: Nenia, dal sonno ridesta

 

Rintocchi

Su di un tempo in levare

Sospesi

Tra veglia e sognare

Singhiozza

Sul suo sterile seno

Rigando di bianco il terreno

 

Di chiome vigorose e fluenti

Sol resta lo stridulo canto

 

Un simil lamento tormenti

Chi ancor non vò udir il suo pianto.

 

D. absolute

Dio è in essa,

come lacrime

non può per sempre

 

E. sigfried

Aprile sembra novembre, con le pozzanghere che riflettono un cielo di rame arrugginito e un vento aspro che raschia la pelle. Lontano il mare, a naufragar ricordi di quando non eran due gli occhi a sognare un istmo tra il presente e il futuro.

E piove.

 

F. momo (vincitrice)

Dove la pioggia disseta il seme nasce la vita

Dove disseto la mia anima nasco io

 

G. momo

Estate rugosa di vita in affitto

polvere infuocata sull'anima sgualcita

Nell'afa sospesa palpita il desiderio di autunni molli

di inverni puri

Di colpo l’eternità  in un cielo tonante di luce

Specchio il domani in fango denso

Finalmente pioggia

Finalmente io

 

H. Franz

Quelle risate spensierate delle giornate sorridenti,

quei momenti vissuti insieme nell'allegro romanticismo.

I tuoi occhi che dipingono nella memoria.

Una curva in una notte di pioggia ti ha portata via.

Colori - Vince @Funny Rêve

Spoiler

A. - Anonimo

Il capitano Achab che aspetta di veder passare Moby Dick dal terrazzo della cucina.

E nel cielo nemmeno una nuvola.

 

 

B. - momo

Girotondo pitturato, son caduto nel fossato

C’era un giallo alligatore che cantava con ardore

le sue strofe colorate e un po’ folli di risate

Il cielo adesso è verde e rosso e non è certo un paradosso!

E se il sole rosa tingo...col sorriso lo dipingo

 

 

C. - Crisalide

Foglio di carta di un quaderno

stanco,

Invoco parole da chi mi passa

accanto,

Abito rosso, chioma infuocata

Vibro leggero in una danza pacata

Applausi di cenere sfioran le dita,

Ultimo cenno di un'esile vita.

 

 

D. - Funny reve

Goccia che cadendo squarcia ogni torpore

Tinge e distende l'anima

Culla e il dolore placa.


 

E. - Mid

Voglio disegnare un’anima,

Un prisma sfaccettato dai mille colori.

Li voglio sentire, annusare, esplorare.

Ne voglio tenere un pezzetto per me,

e darne uno a te.

E se non li trattengo,

Esplodere in un arcobaleno

che sa di rugiada.

 

 

F. - Funny reve [Vincitrice]

Ho visto da bambino strade immerse in caldi e ridenti toni

Miracolo di un sole che le vie tinteggia

Ora che vi leggo sorrisi sbiaditi e viandanti soli

Attingo con la mente a quei colori, per crearne di nuovi e fissarne di miei.

Fiabe - Vince @Moon

Spoiler

A. BUBI

 

Al ciglio della strada, stai seduta.

Una casa su quattro ruote, si avvicina.

Al volante ti accoglie un gelido sorriso, come la neve.

Mormori "Hameln", mostri lo scettro del tuo eritaggio.

La dimora è invitante, ma la luce è un artificio.

L'autista annuisce, ti offre un confetto.

La paura ti spinge a suonare, confidi nella sua magia.

Scosso da un fremito, il mostro inizia a singhiozzare.

"Mi hanno sfrattato" dice, poi sospira.

La lacrima scioglie il viso, come fosse cera.

B.  Moon

 

Non temere la strada nel bosco

Non fuggire dal buio profondo

Riposa sull'erba, tra petali e rugiada

E sarai il fiore più ambito del prato

 

Occhi grandi per scaldare il tuo cuore

Bocca grande per saziarti di baci

Mani grandi per darti sospiri

E stringerti a me nella notte più nera

 

Non temere la strada nel bosco...

C. CRISALIDE

 

Mantello rosso, dolce bimba, dove vai tutta sola?

Non hai scelta, sei obbediente, c'è quell'uomo che ti segue.

La nonna non sente e non vede bene, lui ti afferra il braccio

e ti porta via.

Il mantello tutto strappato, una scarpa e nulla più.

Una pelle di lupo avvolge la tua bara,

il cacciatore intanto, guarda un'altra fanciulla.

D. CRISALIDE

Mela, frutto incantato

con un solo morso mi hai avvelenato

Con un bacio, torno tra i vivi

Specchio, specchio perché sorridi?

Se la rosa curerai, zanne e pelo perderai.

Sarti topini, orologi ballerini

Non ti è piaciuta la poesia?

Sali sulla zucca e scappa via.

E. FUNNY REVE

 

C'era una volta un pesce gatto

sognava di volare e librarsi in alto

così un bel giorno incontrato un airone

si incanta a guardarlo e lo chiama per nome

gli chiede con garbo di impararlo a volare

lui in cambio gli avrebbe insegnato a nuotare

l'uccello ridette per qualche momento

tornato più serio guizzò su nel vento

provò ad imitarlo nuotare contento

poi chiese all'amico "che fai tu nel mare?"

il pesce sorpreso rispose "volare!"

F. FUNNY REVE

 

Col cappuccio di velluto saltellando a più non posso

si tramutò in agnello e cadde dentro al fosso

 

correva a dismisura per rimaner dov'era

tagliò i suoi capelli, gli crebbe la criniera

 

cercò dentro di sé la spada del coraggio

strappatala all’ incudine si fece largo un raggio

 

seguì il sentiero giallo lastricato di mattoni

attraversò lo specchio, portava grandi doni

 

si vide dentro al letto sognare la sua rosa

seconda stella, poi dritto, sicuri fino casa.

G. CRISALIDE

 

Al calduccio nel letto, aspetto l'arrivo di mia madre, con movimenti calmi si siede

al mio fianco e apre sulle gambe un grande libro.

La copertina rossa è decorata con bordi d'oro, alzo la testa per poter

guardare le illustrazioni, lei intanto, comincia a leggere.

Seguo il suo volto e dopo qualche minuto non la vedo più, non sono più nella

mia cameretta, varco il mondo incantato delle fiabe.

 

Tempo- vince @Funny Rêve (12)

Spoiler

 

 

Bubi

 

1.

Arrivò finalmente alla cima, e avvertì meraviglia nel trovarsi isolato.

Un esploratore, come poteva essere un uomo di scienza?

Provava passione per il tempo, ma indifferenza nella sua misura.

La sua vita veniva bensì ordinata dai battiti del cuore.

Se l'amore lo faceva volare, il dolore gli tagliava le gambe.

Diciamo che non era mai puntuale.

 

Mefy

 

 

 

 

2.

Non guarisce, assopisce.

Lo si vede nascondere la polvere

sotto al tappeto di Maya,

mentre ti proietta

verso mondi paralleli.

Moon 

 

3.

Il tempo delle fiabe è finito:

la scarpetta di cristallo giace infranta sulle scale

e la tana del Bianconiglio rimbomba abbandonata.  

 

Nessuna Fata Madrina toglierà il bianco dai tuoi capelli,

Nessun Principe Azzurro cancellerà le tue rughe con un bacio:

non senti il ticchettio del Lupo Cattivo?

Marco1306

 

4.

 

tu chiudi gli occhi

quando li apri di nuovo

è già domani

Funny Reve

 

5.

Cronometri
l'imperfettibilità del mio passo con rintocchi
squillanti e precisi, che paion proiettili
l’infallibilità del tuo dono con l’ incanto
che spezzato, non dà più lieto fine.

 

Meri

 

6.

 

Il tempo passa e tu non passi mai dice una canzone

Quando verrà la morte avrà i tuoi occhi scrive Pavese

Spesso ti penso e ti porto sempre nel cuore

Sei nascosta tra i miei pensieri e chiedo consigli a te

Perche più passa il tempo

Più grande divento e tu più mi manchi.

 

 

Crisalide

 

7.

Tac...tac...tac...respiro,
Tac...tac...tac...respiro,
Tac...tac...tac...che ore sono?
Tac...tac...tac...respiro,
Tac...tac...tac...respiro,
Tac...tac...tac...ho sete.
Tac...tac...tac...respiro,
Tac...tac...tac...respiro,
Tac...tac...tac...devo dormire.
Tac...tac...tac...respiro
Tac...tac...tac.

 

 

 

Alex7784

 

8. 

Stessa storia, stesso posto, stesso bar.

 

9.

Tempo, sollievo per il mio raffreddore. Necessari per mia allergia.

 

Mid

 

10.

 

Seduta in questa casa,

mi fermo a contemplare

i ricordi di un'infanzia

che non può più ritornare.

Anni son passati,

ma il cuor non li ha contati.

Sembrava infinito,

e invece m'ha tradito.

Tempo ingannatore,

non mi tormentare!

Ma dammi ancora tanti anni

da amare e ricordare

Anonimo

 

11.

Come la pietra piano si consuma
io indietreggio attraverso la vita:
vedo il passato lontano che sfuma,
cara memoria, via via affievolita;
dietro me mille incognite nuove,
ma il mio corpo, inerme, si muove,
"voglio solo girare lo sguardo,
bramo scoprire qual è l'azzardo!"
Crono mi sente e beffardo commenta
"vivi il presente, sciocca, e sii contenta!"

Funny Reve

 

12.

 

Incapace di sigillarti
Mi sfuggi.
Riafferro le redini, riprendo fiato
Inspiro a pieni polmoni
E intanto sogno
Sogno con occhi sbarrati
Per non lasciare la presa.
Mi presto a questo gioco
Dove, per ora, sei tu quello imbattuto
C’è sempre un altro match, in fondo.
E adesso, che ho le scarpe adatte
Corri pure.
Che io ti prenda o no
muterò la corsa in danza.

 

Crisalide

 

13.

 

Capelli sul viso,

le immagini sfocate,

nessun appiglio,

nessuna mano.

L'aria tra le dita,

la testa che ronza.

Forse sbaglio,

parole da dire.

Cuore in gola,

fiato corto.

Quanto manca?

Qualcuno mi salvi.

Ritrovamento:16:09

Causa del decesso: suicidio.


 

 

 

 

La memoria del cuore - vince @Bubi

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1. FUNNY REVE

Mi persi nelle sue braccia per attutire il rumore
E celare agli occhi ciò che al cuore scalpita,
Ma il cielo gonfio in volto tuonò al mio posto
E Piovve. 

 

2. BUBI

Ho trovato un cuore sepolto e l'ho mangiato.
Con l'animo inquieto ho sognato.
Di una figlia sempre amata.
Di una bambina rinnegata.
La Principessa era morente,
con il cuore malato.
La Bastarda offrì parte del suo cuore,
per la sorella fatato.
Il Monarca diffidava del suo imbarazzo.
Il Padre dal tormento era infine pazzo.
Lo prese tutto, così fu deciso.
La figlia rinata, il legame reciso.
La città in festa, ma la Principessa piangeva.
Mentre mi seppelliva, mia Figlia rideva.
 
3. CRISALIDE

Un sonno leggero ma
sereno, il volto immerso
nei tuoi capelli. Il calore
della tua pelle e la certezza
di essere al sicuro.
Un cuore avvolto da un
altro cuore e nulla intorno
ha più importanza, perchè
ho te al mio fianco.
Il sorriso del mattino, il
bacio rubato, le carezze
infinite. Tutto intorno si
trasforma nel posto più
bello del mondo. Sei tutto
mio, sono tutta tua.
Fino alla fine o forse no.
 
4. ANON1

E la rabbia si fa viva, come il fuoco appena tocca la carne.
E l' angoscia pervade l' animo, come un torrente in piena. Sopraggiunge poi il rimorso, per una vita di errori.
Dopo un po' una strana pace, malinconica come la sera, appare senza preavviso.
E mi ricordo di te.
La memoria del mio cuore mi confonde, come la più brava delle amanti.
 

5. ANON2
Nella culla, due occhi e un sorriso.
Ho già visto quegli occhi, quel viso:
una bambina, più grande di me, mi parla gentile.
Non so cosa dica e nemmeno chi sia,
ma voglio conoscerla ancora.
Impalpabile e amena come la musica,
che sia la mia fata madrina?

Incontro Fortuito - Vince @Moon

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1. Bubi

Passai il giorno dell'eclissi in collina.
Nell'attesa costruii un castello di sabbia.
Un ragazzo si avvicinò e mi prese la mano.
"Nascondila nelle prigioni" disse.
Mi diede una ciocca di capelli,
era color argento, ma macchiata di sangue.
Dalla paura la gettai dalle mura e scappai via.
Al tramonto, la luna non si mostrò per incontrare il sole.
Tutti la cercavano nel cielo,
ma lui mi fissava,
con un dito sulle labbra.

 

2. Meri

 

Sono le 6:30, il treno è appena partito. Solito lunedì.

Rispondo distratta ad alcuni messaggi.

Alzo lo sguardo, qualcuno vuole sedersi di fronte.

Alto, capelli neri, occhi verdi.

Sguardo magnetico..

Assaporo il profumo..

Mi saluta..

Rispondo, con una voce che non assomiglia alla mia.

Poi..

“Ore 10:30, il treno è arrivato a destinazione puntale.”

 

Cazzo, mi sono addormentata di nuovo.

3. Moon

Si spegne il giorno sulla stazione
E lei svelta si incammina verso casa.

Lui è immobile, solo, abbandonato ad un muro,
Invisibile agli occhi d'intorno.

Lei gli scivola accanto, distratta, gli rivolge uno sguardo e prosegue.
Ma il passo si blocca, un sorriso si curva sulle stanche labbra.

Lei gli si siede di fronte, lo osserva, sospira.

Sognante lo accarezza, chiude gli occhi e rompe il silenzio, aprendogli il cuore.

Chopin culla gli ultimi pendolari.

 

4. Anonimo

Interruppe una risata.
Da un vicolo, la sera,
usciva un'ombra alta e scura,
li catturò il suo incedere potente,
quell'andatura ampia e indifferente,
la veste rossa, i denti bianchi,
le mani nere piene di ninnoli.
Li vide, si avvicinò,
le diede un piccolo elefante
"ricordo di Firenze"
volle due euro e se ne andò.
"Perché l'hai preso? Bastava un no."
"Ricordo di Firenze"
e di quell'uomo.


 

 

5. Crisalide

La quiete della notte riempiva la mia cameretta buia, all'improvviso un rumore di passi, come

quando si cammina nei mucchi di foglie secche.
Sarà un'impressione, il sonno che gioca scherzi.
Poi la vedo, una mano che si avvicina, iridescente al buio e un riccio di capelli, anch' esso

illuminato da luce propria.
Si avvicinano lenti alla testa della mia bimba, mi spavento e metto la mia mano in mezzo.
Mi volto di scatto e non vedo nulla, nemmeno le foglie.

6. Funny reve

 

Ora che queste stanze son tramonti da dividere insieme
al posto del cuore un orologio
aspetto giunga l'ora che tu mi rassereni varcando la soglia di casa.

La Sfiga -  Vince Anonimo #1

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Anonimo #1

Fu sufficiente un momento:

Un bicchiere di caffè cadde

sui miei pantaloni bianchi,

lo specchio in bagno si ruppe

quando toccò di sfuggita

i miei contorni,

le campane -ossessivamente-

dimenticavano il loro lamento

alle cinque della sera,

e sotto la vacuità di una scala

Ella scomparve

lasciando soltanto una scia di sale

lungo il pavimento.

 

Viola.

 

 

Mid 

 

Sfiga oh porto pioggia lol

 

 

Anonimo #2

La vincitrice nella categoria "incontri fortuiti" di quest'anno.

Autunno - Vince Anonimo #1

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  1. Knaves

Invero, inverno.

 

Cielo d’asfalto, saette e lampi,

Lì sui colli ghiaccio e neve,

Il Natale è stato breve.

Sì, sto portando avanti i tempi,

non ci sono più mezze stagioni,

Quindi, non rompetemi i coglioni.

 

 

 

2. Papà Eco

Misero Take this waltz di Leonard Cohen, iniziammo a ballarlo senza neanche accorgercene. C'eravamo solo noi li fuori, era fine ottobre, iniziava a fare fresco.

La guardai negli occhi, qualche divinità volle che la sua lacrima cadde a terra, seguita da quella foglia ingiallita. L'estate era finita, e con lei noi due. Non ci vedemmo mai più. Ora sono vecchio, eppure in qualche modo so che anche lei, quando vede cadere una foglia, pensa a noi, e ogni volta torniamo a quei giorni. A quell'inizio d'autunno, e in qualche modo, siamo stati, e staremo, insieme per sempre.

 

 

3. RickGrimes
                        Autunno
Mentre cadono le foglie
buona frutta si raccoglie:
fichi, pere e nocciole..
Mentre riaprono le scuole.

Il bosco, insieme al vento, scherza con le foglie gialle
Benchè l'inverno senta ormai alle sue spalle.
E anche le castagne così prelibate
sulle nostre tavole sono arrivate

La pioggia e il vento accompagnano le nostre giornate,
cosí uggiose che le persone restano amareggiate.

Con questo verso chiudo la mia poesia
prima che arrivi l'inverno...mai sia!

 

 

4. Pliclalla

Autunno.

L'Autunno, arriva piano.
Giunge in punta di piedi,
bussa alle porte del vento.
Quasi per gioco gli chiede: Partiamo?

L'Autunno arriva piano.
Gli alberi si agghindano,
le foglie cambiano colori.
Il vento arriva, le porta lontano.

L'autunno arriva piano,
Congeda il caldo estivo,
il freddo é il suo valletto.
La pioggia, lo saluta con la mano.

L'autunno é ventoso, allegro, colorato.
L'autunno arriva piano. Poco dopo se n'è andato.

 

 

 

5. Anonimo #1 [VINCITORE]

Sei silenzio, parole

inghiottite. Il

tuo viso è acqua crespa, mossa

dal vento già carico di

quella nebbia strappata nei rami nudi, pendente

dai balconi come

busti di donne con seni scoperti.

Vai via senza voltarti. E

guardo fruscii di bimbi per viali ruvidi di ocra,

foglie di ruggine.  Ascolto

panchine vuote e mulinelli di cartacce.

In volo sui campi squarciati

uccelli di carbone nel cielo di fuliggine,

lontano,

e una luce irreale cancella

le ombre e smorza i colori, frantuma le immagini

e le riflette annullando le distanze.

Non la nostra.

Ti ho perso per sempre.

E nell’ubriaco odore di uva pesta,

il ricordo mi illude:

ti ho voluto bene, e io non so odiarti.

 

 

 

 

 

 

6. sigfried

 

Oh jesus, che sigfried fa, proprio

franz. Miofibrilla il kenren

marco ci sirvio zero gradi. Che initzu

d’autunno. Kado dagli alberi

le greenwolf, diventano lemon, red, e poi rubired:

un funny reve di pazzi colori.

I cespugli sono rickgrimes di bubi. Nella

claireredfield ario, hisoka l'ultima dvon,

stride hyè, turner dietro il

terror dell’orologio ed helder

nel mid delle polpette di nuvole dark

dieguito l’orizzonte.

Mi guardiano intorno, nell’eco

dei miei  estiqaatsi, close in una crisalide di

absolute malinconia.

Che knaves!

N o L the cheese il kumanesapi.

Merì, mefi, forse momo. Sì, e

nell’airod obba il taipan, lavoie e infine josephine.

 

 

 

7. momo

Nell’aria frizzante mi fermo e sorrido

Contemplo assorta l’audacia di ieri, ne misuro la forza, il giorno infinito

Rivedo il sole accecante che ancora infiamma, che splende sfrontato con forza infinita

Mi sento più vera, più sana e più mia, più stanca di gioia, più forte di vita

Poi volto lo sguardo alla calma futura, guardo di lato le nuvole colme, mi lascio sfiorare da un soffio leggero

Accendo candele dei colori dell’ambra, progetto speranze di frutti futuri

Proseguo serena nel giorno fragrante, amo la luce che pigramente si accende

Un giorno d’autunno con cui camminare, un giorno perfetto da cominciare

 

 

8. Anonimo #2

Un sentimento dentro di me:

la sensazione di un'estate appena passata,

eppure tanto tempo è passato,

e l'attesa di un inverno che non arriverà mai.

 

L'attesa dei Tartari,

in un deserto che contiene la cicatrice

di una strada di sangue e amore,

tale che ne impedisce la fine.

 

Non è inverno, non il gelo nelle ossa,

ma la linfa che si ritrae dalle foglie.

Il passaggio fra la presenza

e l'accettazione dell'assenza.

 

E poi sarà l'inverno.

 

 

9. Anonimo #3

Il dolore ormai resta covato e in disparte,

la rabbia sopita riaffiora talvolta col vento.

E viene la pioggia.

Ci si tiene coperti, in casa, al calduccio, pensando a un abbraccio.

Ma basta un ricordo e lo spiffero entra

da una finestra, tra le coperte e dentro una manica fino alla pancia

e stringe le viscere.

Soltanto possiamo tenerci al sicuro e sperare

che questo inspiegabile gelo

nel tempo raggiunga il suo culmine e vada.

Il letargo non può durare in eterno.

 

 

10. Alex7784

Mattina

 

Si sta come d'autunno nel letto sotto le coperte.

 

 

11. Funny reve

 

Un fosso poco nasconde

Pur se a ridosso c'è la cortina

 

Mio nonno racconta

E si apre profonda

La ferita che aveva nel cuore

 

Capelli di fuoco

Rideva con poco

Danzava quando la vide

 

Un tempo sbagliato

La pioggia

Un boato

E la musica pare finire

 

Ci sono dei giorni in autunno

Quando il manto cambia colore

Il cuore quasi si stringe

Il ricordo riprende vigore

 

Addolcisce di poco il dolore

Paragona le foglie al suo amore

 

Una brezza

Una danza vivace

Che poi dolce si adagia e non tace.

 

L'amicizia - Vince Anonimo #1

Spoiler

A - Momo

Ultima sigaretta e dopo vai?

e poi ore di parole al buio,con il motore acceso a scaldare mani e cuore

Un motorino più vecchio di noi per correre incontro al futuro,ma che in salita non ce la fa

Io scendo e ti seguo piano, tu mi aspetti in cima con il cappotto rosso,che io non ti perda mai

In piedi sul letto in mutande,a cantare canzoni con la spazzola in mano

L'Ave Maria che per la prima volta mi protegge,con la tua voce commossa che mi accompagna

E poi l'altare,la sala parto,madre di un sogno

Fotografie del cuore nell’album di una vita che ci ha visto sorelle

Spazi vuoti che aspettano rughe gemelle, noi

 

B - Anonimo #2

Dovrei parlarvi d'amicizia

tematica a cui bisogna rendere giustizia

da molti paragonato ad un tesoro

ma che necessita di molto lavoro

insomma, mai una buona notizia

 

C- RickGrimes

Dice un detto dei tempi passati:

"Meglio soli che male accompagnati"

Io ne so uno più bello assai:

"In compagnia lontano vai".

Che caramella è l’amicizia?

Gusto di frutta o di liquirizia?

Sà di gomme da masticare,

prima più dolci ma dopo un pò amare.

Sembra che scoppia come un pallone,

ma se la mastichi si ricompone.

Tutti per uno, uno per tutti

È questo il patto che giuriamo nei giorni belli e in quei brutti

Perché non resti indietro nessuno:

Uno per tutti, tutti per uno.

Dice un detto, chissà perchè

"Chi fa da sè, fa per tre"

Questa io dico, è una bugia:

"Se siamo in tanti, si fa allegria".

 

 

D - Anonimo #1

Scherzi, urla, corse e risate.

Nascosta dietro le macchine

attendevo lo squillo della campanella.

Mi venne a cercare, così la seguii.

 

Un caldo diario raccoglie le mie confidenze

con sagge risposte.

Non dice menzogne, non ne ha l'interesse,

ma le sue verità son mielate

e sembran potersi affrontare.

A lei e lei sola ho detto chi sono

perché nei suoi occhi

senza disagio mi posso guardare.

 

Rigida, credente, ostinata,

generosa, aperta, schierata

capita di non sopportarla,

eppure la vera paura è che se ne vada.

 

 

E - Anonimo #3

C'era una volta, ma c'è ancora l'amicizia

di cui spesso si parla ovunque con dovizia

ma cosa sia da spiegare non è affatto facile

senza contare che il mio stile è oltremodo labile

quindi nulla, spero perdonerete la mia imperizia

Demoni Interiori - Vince @Bubi

Spoiler

A. Sigfried

la purezza è l’esatta simmetria tra pensieri e corpo ma la mia vagina è una ferita marcescente nella moralità squarciata con i denti dove vomitare sogni osceni che occhi innocenti capelli perfetti le misurate parole della bocca pulita non sanno corrompere sporcare inquinare con i veleni e il miasma nauseabondo del ritratto disegnato per me costretta a vivere in una gabbia di specchi che riflette infinite mie immagini tranne la mia purezza la purezza che non potrò mai raggiungere mi manca il coraggio nutrire le mie azioni di desideri e voglie la purezza l’esatta simmetria tra i demoni e la menzogna

 

B. Bubi [Vincitore!]

"Dunque nascosta dal mondo?

Lascerai a qualche sconosciuta il piacere di consolare il tuo uomo?

Come cresceranno i ragazzi senza la tua guida?

La tua famiglia ti odierà.

Il ricordo di te sarà accompagnato dal disprezzo.

Tu pensi di proteggerli, ma in realtà stai solo difendendo te stessa.

Non puoi dissimulare con me.

Avara. Vile creatura.

Quale è il senso di vivere senza desideri?

Perché nutrire questo malanimo.

Eppure mi fissi e sorridi.

Orsù, chiamate il parroco!

Questa donna ha perso la testa.

Preferisco vagare per l'eternità,

piuttosto che passare un altro secondo a convivere con lei."

 

C. RickGrimes

Dante pone l’inferno al centro della Terra, Lucifero al centro dell’inferno. Il diavolo sarebbe, insomma, al centro di tutto. Ma in realtà ogni uomo porta dentro di sé Dio e il Diavolo. In certe situazioni uno prende il sopravvento sull’altro: solo cosí l’uomo può sopravvivere, però bisogna circondarsi di persone amorevoli, sincere altrimenti il Diavolo usa la nostra solitudine come campo da gioco per farci soffrire. Sta a noi, non farlo vincere, dopo ogni caduta ci si deve rialzare di nuovo, SEMPRE!

Ognuno di noi è il suo proprio Diavolo, e noi facciamo di questo mondo il nostro inferno.

 

 

D. Anon1

Suona il rintocco del nulla e la foschia impregna l’erba del bosco. Vuoto, se non mi riempissero. Si immola la luna paffuta, al carnevale dei sorrisi appuntiti. Smarrito, se non mi trovassero. Sul piedistallo infinito scruto l’orizzonte delle paure. Terrorizzato, se non mi consolassero. E con la Morte nel cuore, che è il sentimento più vero dei vivi, sorrido, alle armate silenti dei demoni. Incatenato, se non mi liberassero. Giacciono, sulle sponde del mare morto. Attendono, l’ordine. Solo, il semplice, ordine. Se non fossi tanto confuso, potrebbero sorridere tutti. Tutti.

 

E. Anon2

Un vecchio dal volto squadrato accoglie chi entra

che pare la scena di un film, nel sudario perlato.

Uomini accalcati, occhi gonfi e labbra serrate

volti alla bara del corpo più giovane

mentre una ragazza, la figlia, l'accarezza.

Uno sguardo sopra la spalla rivela distesa

non più una persona ma una statua di cera.

Insostenibilmente bianca.

Ricordo in campeggio le storie ai bambini,

le guance rotonde e rubizze e la musica,

l'accento con cui pronunciava il mio nome.

Nessuno può immaginare quanto dolore può provocare

una persona altruista che scappa da un vizio senza pensare.

Adesso vediamo i fantasmi uscendo di casa.

 

 

F. Anon3

Come un petalo che cade, la fanciulla

lascia la festa: corrusca farfalla che

danza sulle punte dei piedi.

Le basta un sorriso per aprirsi la

strada, e da ciglia spezzate come ali di

rondini migranti, lancia promesse di un

ritorno a breve, fuggevole,

come fuggevole è ogni bellezza. Ingannatore

come tutte le promesse.

La fanciulla supera il corridoio, scende

le scale, attraversa il salone, valica la porta

della villa e corre verso il giardino bagnato di

notte, e quando è sola, fissa

la luna piena. Sembra una fatina che dischiude

un incantamento, ma il viso le si trasfigura.

Elena, le dico.

Scusa, i fagioli.

Direzioni - vince @Bubi

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1.  Bubi [vincitore]

Un giorno ci dissero che avevamo perso la nostra casa.

Venne distrutta all'alba, ed al suo posto crearono un incrocio con quattro strade.

Mio padre andò ad ovest, lì trovò un dirupo e ci abbandonò.

L'odio che provai non mi consentì di seguirlo.

Mia madre scelse l'est, dove scoprì una terra prospera e si sposò.

Un muro venne eretto, tale era la sua paura di tornare.

Mia sorella viaggiò a nord, dovette attraversare un mare.

La moneta fu il suo corpo, imparò a sopravvivere ma mai ad amare.

Infine io vagai nel sud, da dove nessuno era mai tornato.

Mi attese un deserto sconfinato, e la libertà.

 

2. RickGrimes

Quale strada prendere (titolo)
A chi devo chiedere se in questa vita non ci sono le istruzioni e non so quale strada prendere...
Perchè la strada giusta quà non me la insegna un salmo!
E sò che quelli che più parlano meno ne sanno.
In questo deserto zero indicazioni
è da mo' che sono alle prese con delle istruzioni
in cinese lacrime spese
la fine del mondo, la fine del mese...
Voglio partire,
arrivare fino alla fine..cosa c'è?
Dietro il deserto inseguo la mia cometa e spero che conduca a te...
Mi chiedo se riuscirò ad essere lì per tempo a dirti che non c'è un orizzonte inarrivabile!

 

3. momo

http://1.bp.blogspot.com/_eK7xY4XTajk/ScPLpXkGnhI/AAAAAAAAAJI/Rb6DZnmY7KE/s1600/Immagine.JPG

 

 

4. Mefy

Bendata, cammina attorno all'abisso.

Un passo sbagliato e affogherebbe in quel buio,

Un passo sbagliato e si allontanerebbe da ciò che è suo.

La Fragile Bellezza - vince Anonimo #1

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A. Anonimo #3

 

È nei miei violini il tuo grido.

 

 

Tre note che scalano l’aria sulle macerie di questo

 

 

paradiso distrutto. A volte, penso a

 

 

un abbraccio in attesa di un ritorno e piego le braccia,

 

 

ma la mia ombra diventa figura di un pugile

 

 

che accetta la resa. E tu

 

 

sei scheggia di un sole caduto.

 

 

La mia vita è un respiro incompleto. Strozzato

 

 

nel gorgo d’un saluto: avrebbe un suono

 

 

privo d’accenti, una parola muta,

 

 

se solo…

 

 

C’era una volta e m’invento una favola

 

 

di un tempo lontano, lontano dal tempo

 

 

lontano dai giorni, dalle ore, dagli anni,

 

 

e c’era quel luogo in cui le carezze non erano inganni,

 

 

non odio iniettato nel sangue coi baci.

 

 

Forse era un tempo che è ora

 

 

è infinito

 

 

se solo quel grido nei violini

 

 

smettessi di urlarlo.

 

 

 

 

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B. Anonimo #1

 

Impalpabile, affascinante, si può dire di tante?
Mi basta un soffio, un cenno di mano, un colpo di coda e mi allontano.
Anima pura, senza segreti, guardami bene se non ci credi.
Niente profumi, pietre o gioielli, solo momenti e pensieri belli.
Un arcobaleno mi dona colore, un sorriso mi riempie il cuore.
Ti sembro fantastica, coraggiosa e forte.
Incontro fortuito di una ricerca folle.
Un gesto sbagliato, un colpo più forte, m'infrango all'istante, è la mia morte.

 

 

 

 

 

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C. Anonimo #2

 

La paura di fargli del male.
Ritrovarsi a non sapere come esprimersi, come spiegare la differenza fra il netto, rassicurante, bianco e nero, e la confusione di varie sfumature di colore.
E sapere che qualunque colore scegli di esprimere è solo in parte vero.

 

 

 

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D. Loudo

 

 

Venti spirano tra i sereni

 

 

intrecci dell'Aurora

 

 

 

 

 

Le spezie vendono a gran voce

 

 

in ricchi mercati di seta

 

 

 

 

 

Tribù nere ballano canti

 

 

e dipingono su carta di uomo

 

 

 

 

 

Un serpente volante

 

 

perde piume che coloran la terra

 

 

 

 

 

Domani le piume saranno spente

 

 

sordi i canti, le spezie sciape

 

 

e tiepide le brezze

 

 

se ora la penna

 

 

vacilla

 

 

 

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E. Anonimo #5

Una volta ho scritto che ti amo sulla sabbia

 

 

ma il mare se l'è mangiato e non te ne sei accorta.

 

 

Ti amo ugualmente.

 

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F.  Bubi

Ho avuto dominio sugli uomini, perché chiedevo cose che nessuno mi poteva offrire. Ho intimorito le donne, perché mi sono spinta in luoghi del cuore dove nessuna aveva osato andare.
Eppure egli venne a farmi visita.
Un eremita, che si era riempito l'animo di Natura, ma spaventato nel riconoscersi come un semplice Uomo.
Disse di essere alla ricerca di uno specchio, perché aveva dimenticato il suo nome, la sua individualità.
Perciò mi osservò a lungo, ma non proferì parola. Pianse, sorrise.
Poi si cavò gli occhi dalle orbite.
Ed io lo sposai.
Dicono che il dono del suo sguardo eterno fu l'espressione del nostro amore.
Allora perché trovo sollievo nell'idea che lui non mi potrà vedere mai più?

 

 

 

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G.Anonimo #4

Fragile bellezza di una notte a secco. Presi la strada a sesso unico, dove la linea della mazzeria è bella grossa e ci sono i calori in corso, guidando lontano dai guardgay e stando attendo agli infroci pericolosi e all’attraversamento pederastico, evitando di investire il transito dei pedoni. Oltre l’uccello a livello c’era la pompa di benzina e il glande porcheggio gratuito e mi fermai nei pressi dello spasso carrabile dove mi attendeva la mia amica col motociclo, che subito mi disse che quella sera la galleria non era penetrabile, quindi niente strada col cavalcavia. Parlammo per un po’, di cose, e andammo, venendo a un compromesso, una motosega che lasciò la strada sgocciolevole.

Social Networks - vince @Mefy (D)

Spoiler

A. kado'

   140.

 

Cantavi o' fringuello

dell'eterne imprese,

del coraggio e della morte,

dei timori e della sorte

di chi 'mpugna nel bel paese

prima la penna e poi il martello

 

Scrivi o' fringuelletto

celeste, celere, senza spese

contami prose, ma che sian corte,

sul cantante e sulla consorte

e rammenta: idioma inglese,

prima il cuore, poi #cancelletto

 

 

B. Mefy

Ti mando una foto, così, per dirti che ti penso.

Dopo qualche ora controllo e vedo le spunte blu. L'hai vista.

Nessuna risposta.

Inizio a dannarmi perchè porca paletta, lo sapevo che tanto non avresti risposto, mannaggiammè.

Non dovevo mandarti la foto, era meglio non scriverti.

Ecco, lo so, non vuoi che ti scrivo.

Perchè t'ho mandato la foto?

Ho sbagliato a farlo.

Rispondi.

24 ore dopo aver visualizzato la foto.

 

C. - RickGrimes

"Mi sveglio e ti sgamo che già sei sui Social Network,

ammetti che è un problema non riesci più a farne senza

so bene che cosa significa avere una dipendenza,

tu vivi sempre connessa come una disconnessa

chi ti conosce meglio è il tuo motore di ricerca.

Fuga dalla timeline siamo andati alle Hawaii

e cercavi un Wi-Fi, ti ho portato a Dubai

e fai le foto Skyline, mentre pensi già ai like che farai.:.

Sorridi solo in cam mentre parli, mentre mangi, mentre vai al gabinetto

sei caduta nella rete, rende bene il concetto!"

 

D. Mefy - WINNER!

Stalker di tutto il mondo, gioite!

Finalmente il nostro voyerismo diventerà una costante normale.

Già gli adolescenti sbirciano di nascosto foto su foto della loro infatuazione.

Già i genitori controllano ogni oscuro segreto nel passato dei fidanzati dei loro figli.

Già i datori di lavoro esaminano il curriculum dell'attività online.

Gioite, oh stalker, il futuro è nostro!

Il futuro è qui!

*applausi*

"Capo, hanno implementato le funzioni della privacy"

"Cazzo!"

 

 

Modificato da ~ Josephine
  • 2 anni dopo...
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Classic - pt.2

Il Mare - Vince Anonimo #2

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D.  Anonimo #2 - WINNER

 

In mezzo al mare c'è un'isola. Sull'isola ci sono io. Sono solo, ho freddo e fame, e ho paura. Per non morire devo accendere un fuoco, un segnale di aiuto per navi amiche. Ma sul mare navigano anche i pirati che, avvistassero il fuoco, mi ucciderebbero. In mezzo al mare c'è un'isola. Sull'isola ci sono io. Sono solo e da solo morirò. Così accendo un fuoco che subito spengo, e accendo, e spengo, e ancora, ancora, in una danza tra speranza e paura, guardando il mare e i blu riverberanti spezzati in scaglie che trafiggono gli occhi: troppo bello per celare in sé salvezza e morte. L’efferata ed empia ironia della vita. In mezzo al mare c’è un’isola. Sull’isola c’ero io. Lasciai il fuoco acceso.

 

La Maschera  - Vince la #3 di @Bubi

Spoiler

3. Bubi - VINCITORE!

 

Grida festanti avevano già trovato l’anima della festa: una coppia di demoni, concentrati nella macarena.

Sotto quel frastuono, l’appuntato Bruno Bianco, in arte incognito ma in parte orso, entrò nella sala da ballo.

Alla ricerca della sua nemesi, il ladro Affumicato.

Prese il microfono ”Fermate le danze! Polizia!”

Passò al setaccio tutti i pesci, sparsi tra le cucine e l’acquario.

Il salmone però era già fuggito. Dalla retata allarmato.

Sospirando con rammarico il sergente Talpa gettò la sua maschera da segugio e si girò al canto di una sirena.

Le si avvicinò, sperando nella quaglia.

Ma sotto maschera e mascara si celava invece uno scorfano, di mezza età.

 

Il gioco d'azzardo - vince la #4 di @Bubi

Spoiler

4. Bubi

La trepidazione nell'attesa di intrepidi viaggiatori.
Si preparano una vita,
nel buio di un salto,
per scoprire una carta.
Oltre la siepe.
Attendono di perdere,
per trovare se stessi.

 

Fuga dalla città - vince la #2 di Lemon

Spoiler

2. 

Di queste case

non è rimasto

che qualche

brandello di muro...

 

... sepolcri imbiancati che

non soffocano il marcio.

 

Di tanti

che mi corrispondevano

non è rimasto…

 

... che un ricordo opalescente, da

vederci attraverso: immagini diafane

e distorte come dietro un prisma.

 

Proseguiva la poesia?

Non ricordo. Croci e cuori, forse.

Oh, sì, sì, croci che non

mancan...

 

Un trillare: l'eco di una

risata che svanisce, forse; o forse

il vento che fa suonare scaglie di ferro.

M’inganno, o la nostalgia inganna

me.

 

Lì c'è il castello degli efori il

tempio dell'ipocrisia ieri, e

oggi uno scheletro in cui

si agitano fantasmi avvolti

in un tribon macchiato di cremisi e bianco.

Non sanno, e mai sapranno, di essere

stati vivi - un tempo.

 

Ricordo una folla, tra queste strade, di

gente festosa: dove sono?

Lungo le rive di un fiume a raccogliere

limo da portare alla bocca?

 

Un giornale vola e si incastra tra i piedi.

Prima pagina: sei rimasta sola, cretina.

FUGGI.

Chissà chi è la cretina. Ma anch'io

fuggo.

 

Tregua - Vince la #9 di @Matt4

Spoiler

9. matt4

Tregua,
con il fiato sospeso
dopo una guerra, di ansimi.

 

Traccio
con le mie dita
i confini, della tua pelle, dalla mia carne.

 

Tremo
con il marciare
del tuo respiro, sopra di me, sotto di te.

 

Trovo
con te
un rifugio, dentro di te.
Dentro di me.

 

Supereroi - Vince @Knaves

Spoiler

Ora vi scriv una poesie.

Supererò i passioni insane pe' le maschre;

Supererò i calzamaglie quand fuori ci fa il fredd;

Supererò i abbinamenti discutibile di color;

Supererò i battute un po' così;

Supererò i morti un po' a case;

Supererò i cloni e i mutazioni genetiche;

Supererò i forse del male, sicure;

Supererò i denfunto Stan;

Supererò i terzo capitoli di avenge (miche facile);

Supererò i regole grammaticale;

Supererò i ragnateli in quell'angolo lì sopre proprie la testiera del letto;

Supererò i contest difficile com i leggendi di uomi straordinari locale, eccetere;

Supererò i foto profili Josephine;

Supererò i 800 carattere (scherze);

Se fossi gatto miao, se fossi cane eccetere eccetere.

Graziee.

 

I Mostri - Vince la #3 di ANONIMO

Spoiler

Nero come il drappo che mi chiude gli occhi

come il sangue rappreso sui miei polsi

La mia prigione è un enorme salone

dipinti e arazzi alle pareti

vengono contemplati da ospiti inattesi

una ragazza annuncia la sua uscita

la seguo con lo sguardo, la saluto con un cenno

scende le scale, varca la soglia

ma ricompare subito dopo di nuovo alla mia porta

“In realtà non si può uscire di qui 

è questa la nostra punizione”

ma io non posso rimanere qui

ho i miei mostri che mi attendono

allora mi concentro

e ci sono

sono fuori

scappo da uomini incappucciati e tristi

mi giro e inciampo

proseguo, annaspo

ed è li che scopro il mio immenso potere

comincio a perdere il contatto con il suolo

a poco a poco

e un balzo mi porta avanti 

solo qualche metro e poi

mi ritrovo a fluttuare lontano e li perdo

ritrovo un senso di nausea, vertigine

ridiscendo e Scelgo

vado a trovarli tutti 

i Mostri

comincio dai primi i più vecchi

dai rettili travestiti da parenti

dalla vecchia zia che esplode a mezzanotte

dal piccolo e possente idolo dorato

mi insegue e mi punzecchia

vorrebbe mi fermassi

aspetta un Sacrificio.

 

Io invece cerco

l’uomo goffo senza volto

cerco 

una nuvola dai denti a sciabola

che mi inghiotte

 

trovo solo il Minotauro

la mia albarda blu ha un portafortuna

lo trafiggo al centro

ma una linea rossa si disegna sul mio petto.

 

Svengo e mi sveglio

vedo la macchia sul cuscino 

il ricordo della stessa

e le sue ombre li vicino 

grato sorrido

a un nuovo giorno che mi attende.

 

Il rito - Vince la #2 di @Knaves

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Al capezzale del dio in agonia piangevano i demoni. Quel falco vivace s’era appollaiato su una roccia, appena all’esterno della grotta. “Mia Signora, le coglierò sei gigli di fumo, se vorrà rinunciare al dio”. Quanti insetti bramosi ed immondi, nel buio, eclissati sotto il letto. E spettri, spettri non immuni da languori. “Mia Signora, le donerò la luce e le ombre, se si dimenticherà del dio”. Un pianto doppio rompeva i miasmi. I sensi erano in disordine. “Mia Signora, l’infinito deserto dei cuori sarà suo, se vorrà risparmiare il dio”. Spaventato dal pallore dei demoni, il falco si era alzato e ora stava sospeso, circondato dal silenzio delle sue ali. “Chi posso diventare per scorgere nuovi dolori?”, chiese la Signora. “Puoi concedermi una lacrima che non sia salata, ma dolce?”, continuò. “Non c’è sincerità nella vendetta”, concluse. Sibili rossi schizzavano dai suoi occhi come arpioni agganciati a fili. La Signora doveva riprendere il suo viaggio. Un preludio di decomposizione mordeva l’aria. Al sorgere dell’alba i demoni non seppero più distinguere. Si sparse un’onda di ferite. Nei chiostri. Sui colli. Sulle banchine fumose. Lì dove i viaggiatori indugiano, dubbiosi sul partire o meno. “Si bagnino nel fiume che scorre all’inverso, se si fidano, tutti questi feriti. E sul sentiero che scende, non cedano mai alle tentazioni indotte dai fiori”. Questa fu la sua ultima sentenza. “L’ho pregata davvero invano, mia Signora”. Le penombre fuggirono insieme a lei, lasciando il sole libero di devastare gli animi. Nel balletto di ceneri saltarono, straziati, i demoni. Nelle vene, suonava una messa da requiem che la pelle assorbiva, mutandola in silenzio di cristallo. Il rito era compiuto.

 

Modificato da ~ Josephine
  • 1 anno dopo...
Inviato (modificato)

Classic - pt. 3

 

L'Isolamento - Vince la G di @Lena

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Burattini scollegati, erranti, inanimati.
Chiedono riparo, squarciandosi la gola
stando attenti alle labbra
ben sigillate, ermetiche, impaurite.
Nella quiete apparente
le urla soffocate
oltrepassano le pareti, le città, i paesi:
siamo grida d'aiuto,
bisognosi di una mano
che raccolga il legno inanimato,
con quel tocco amorevole,
immune alle schegge
acuminate, taglienti, affilate.
Quel tatto, contatto pacato e vivace e sfacciato
una volta ruggente, adesso spezzato.

 

Il Ritorno -  Vince la D di @Lux

Spoiler

Resta

 

“Resti o vai?”

se vai, poi torna

sei tornato, ma solo per un attimo

”tornerai ancora?”

certo, vai e torni

”certo vai, però poi torna” 

ma non sei più tornato 

e forse avrei dovuto dirti:

“resta”.

 

L'Attesa - Vince la A di @Lux

Spoiler

T’aspetto, come si aspetta la stagione estiva in pieno inverno

immobile e silenziosa 

t’aspetto, come si aspettano i treni in ritardo 

stufa e speranzosa 

T’aspetto, come si aspetta il voto dell’esame appena sostenuto 

ansiosa e impaziente 

T’aspetto lì, su quella panchina vecchia mai aggiustata, quella panchina che ancora regge il peso di quest’attesa 

E allora aspetto, aspetto e aspetto…

 

A Prima Vista - Vince la C di @Stecata

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Mani aperte su una lastra fredda.

Capo chinata che pian piano si alza.

Grondano ancora i capelli, piatti e attaccati come un casco.

Ci rivediamo finalmente.

Avrei mille pensieri su di me, ma viaggiano impazziti, disordinati e stanchi.

L'iride non cambia, la pupilla si restringe.

Sono immortali gli occhi, dentro puoi vederci ancora un bambino.

 

Contorni stanchi, ombre e segni del tempo.

 

Chi cazzo sei? 

 

Vai via da qui, diventa tutto.

 

Non ti riconosco più.

 

Come è possibile che in un solo sguardo nascano dubbi esistenziali?

 

A prima vista vince la malinconia. 

Quello che sei, quello che eri e ciò che potrai diventare.

 

Il trucco sta lì. Guardare nei tuoi occhi o in quelli degli altri e pensare alla spensieratezza che viene sopraffatta, alla tristezza di sogni infranti, alla stanchezza di sacrifici obbligati.

 

A prima vista c'è un mondo triste. Meglio nascondersi da quegli sguardi.

A prima vista c'è l'impatto. 

A prima vista cancellerei il mondo, come l'universo cancella dalla tua vista pezzi di vita e di cuore, che compongono il tutto.

 

Ma non siamo capaci di sentirci un unico e soffriamo. Perché i sensi sono bugiardi , sono la giusta punizione di un essere imperfetto.

 

Luna - Vince la D di @Nerea

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LUNA

Ogni sera, la stessa situazione,

ogni sera, senza alcuna eccezione,

sembra che la luce del portone sia accesa,

mi affaccio e trovo te Luna, che sembri stare in attesa.

Illumini tutto come fosse giorno,

vedo alla perfezione tutto intorno.

Mi fermo a guardarti, a fissarti, ad ammirarti.

Se sono triste, lo sembri anche tu, e allora allungo la mano per accarezzarti.

Mi perdo in una realtà tutta mia

E non mi accorgo di quanto tempo vola via.

Provo pena per chi in città non sa come vederti

E non sa che tu sei punto fermo nei giorni incerti.

Stolta la gente che crede che tu brilli solo di luce riflessa

Perchè non sa che invece, a differenza loro, tu sei padrona di te stessa.

 

Calore - Vince la #2 di @Bucche

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A cosa serve starci accanto se il tuo abbraccio è freddo e il mio pianto caldo? 

 

Zone - Vince la B di @Nerea

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La mia è una zona allegra e colorata!

Ora gialla ,ora rossa ,ora aranciata,

Di tradizioni ce ne sono molte!

Anche se purtroppo la moderna società le ha tolte.

Una di queste è il caffe sospeso!

E nessuno per questo si è mai offeso!

La mia zona è tutta colorata!

Ricca di testimonianze di una storia ormai passata.

I Cibi buoni li han tutte le regioni!

Ma il nostro è un po’ speciale, arricchito dal lavoro dei c****ni

Eh si, perché tra una nucleare e una spazzatura ,

a chi vuoi che importi della natura?!

La mia zona una zona tutta colorata,

Dove anche il guaio più grosso è una pulcinellata.

 

Attacco - Vince la A di @Hexdrinker

Spoiler

Attacco.

 

La mia lama penetra nel corpo del mio contendente.

Sangue sgorga dal suo corpo come segno della mia vittoria.

Cade esanime.

Ho vinto.

 

Depressione - Vince la D di Anonimo

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Seduta davanti uno schermo, da quando mi alzo a quando mi riaddormento.

Credevo non sarebbe più ricapitato. Guarda tu, invece, che casino ci siam ritrovati in mano.

Non sarò mai un tipo attivo e sociale. Fuggirò a prescindere dai posti affollati. Alla discoteca preferirò sempre calde coperte, un the, qualcosa da sgranocchiare e video casuali. Un gioco online al tepore in giardino.

Ma questa stanzetta, questi spioventi troppo vicino alla testa, la finestra troppo piccola per luce, aria e guardare fuori... sempre più stretto. Sempre più soffoco.

Prigione moderna. Iperconnessa, che lusso. Ci sono, ma nascosta. Non puoi guardarmi, se io non voglio.

Bolla protettiva, dunque? Inizio a confondermi.

 

Chiusa in casa per paura del giudizio. La prima volta fu questo.

Era la soluzione semplice: nessuno mi vede, nessuno mi valuta. Non posso sbagliare nulla, se non faccio nulla. Mi basta una sedia e uno schermo, per tutto il tempo necessario. Fino al giorno in cui nessuno saprà della mia esistenza. Finché non sarò altro che un insieme di caratteri all'interno di un server, uno dei tanti.

Quale giudizio dovevo temere? Il mio. Irrealisticamente esigente, mai soddisfatto. Svilente.

Con questa consapevolezza ho messo di nuovo il naso fuori. Ho lasciato che gli altri mi vedessero tentare una via.

Ma ora sono di nuovo seduta. Lo schermo acceso su chissà cosa.

Il tempo che scivola. Impossibile organizzarsi, la produttività sotto le scarpe. Per benessere collettivo non cerco la fuga.

Vergognati di te stessa, fallita.

 

In balia di echi passati. In attesa di riapertura. Con quali forze, ancora?

 

Immagine - Vince la A di @Bucche

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Afferra. 

Afferra quella mano perché non è da soli che si costruisce il Mondo. 

Stringi. 

Stringi forte affinché la salda presa faccia da collante. 

Pensa. 

Pensa a quante mani puoi afferrare e stringere e quante di esse ricmabieranno il favore. 

Empatizza. 

Empatizza perché da soli siamo troppo fragili, abbiamo bisogno l'uno dell'altro.

 

Risveglio - Vince @Iperbole

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Risveglio.

 

Ho le gambe indolenzite, 

tanto sonno, sono in sogno?

Mi ricordo: ho l'epatite,

niente scuse, tutto sotto controllo.

Non é vero, é proprio scura

questa stanza sempre buia,

le finestre son spalancate,

é solo un sogno, le gambe si son levate.

Cielo scuro, una stalla,

ecco arriva il mal di pancia,

le finestre, notte danno,

é giorno, sí, tutto l'anno.

Eppur é notte qui sul peso,

caduto su, poi giú, disteso.

Vello intorno, soffice momento,

preferisco il tempo passar lento.

Quindi, dunque, tutt'al piú, ergo,

dove sono, se sono in quest'albergo?

Contemplo pensieri, son sveglio, allora,

é tardi, forse, ma é giunta l'ora.

Le finestre, or giorno danno,

il peso sente che non é un inganno.

Buongiorno mondo! Ah, é ancora presto?

Rifinisco in battuta d'arresto.

 

Modificato da ~ Josephine
  • 11 mesi dopo...
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A Quattro mani

 

 

Il Deserto ("A Quattro Mani") - Vince la A di @Stecata e @bachforever

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Io l'ho visto, il deserto. Ma non può essere quello. troppa gente, nel deserto che ho visto. Troppa confusione, tra quella gente nel deserto. No, quella è una brutta copia, un deserto preparato a misura di tutti. Ma non può essere così, il Deserto. altrimenti non sarebbe deserto. Non può essere a misura di tutti, non deve essere a misura di tutti. Io nel deserto ci devo andare, per non sentire più quelle stridule voci di persone che pretendono, di chi della vita non ha capito nulla, di chi non riesce a fare altro che lamentarsi... O quei rumori meccanici, il trambusto della vita moderna, lo strombazzare da incazzatura nel traffico... No, il deserto non è questo. Il deserto è come un tuffo in mare aperto, che sia azzurro o dorato cambia poco. Dove barracuda e murene sostituiscono salamandre e fennet, poco cambia. Il deserto è gioia, è luce. È caldo e freddo, odio e amore. Non è per tutti, è tutto o niente. È il silenzio, mentre ascolti tutti i suoni del tuo respiro. È il rumore, quando vorresti ascoltare solo il tuo respiro.

 

Ma io l'ho costituito quel deserto. Costruito una zattera per puntare al mare aperto.

Ed isolato il resto per star solo, silenzio a lutto. Scoperto d'essere catena che compone il tutto.

La vista, poi l'udito, il tatto è tutto un inganno. Vedevo una città come se stesse volando.  Sentivo le sirene che mi volevano a fondo. I raggi insieme all'aria trasformare lo sfondo.

Conchiglie, sabbia, sassi, affiancano i miei passi. Falsi perché compare un bug fra la teoria e la prassi. Caschi giù per terra , è notte e vedo l'universo. Quello spazio profondo specchio del deserto stesso.

 

 

La felicità - Contest a Coppie - Vince "La Morte Felice" di Coppia Anonima

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La morte felice

In un salone espositivo numerosi avventori osservano opere distribuite nello spazio. Al centro, un arista crea la sua opera, dando vita ad un happening. Sono tutti abbastanza disinteressati, tranne un anziano, che si avvicina.

 

-          Salve, suppongo lei sia l'artista.

 

-          Le pare possa essere un visitatore particolarmente invadente?

 

-          Non saprei, leggo qui il titolo "molecola della felicità". Lei non mi sembra per nulla felice.

 

-          Decisamente no se mi si incalza con domande inutili. Cosa vuole sapere?

 

-          Mi dica di questa felicità. È una sveglia quella lì? Che fa tic-tac?

 

-          Non capisco se lei è qui solo per infastidirmi o per qualcos'altro... dia un occhio o le serve una lente? Ho raccolto una serie di oggetti che mi hanno reso felice, nel corso della vita, in un qualche modo: le chiavi della mia auto, un anello, frammenti di foto. La sveglia? Si più o meno, serve a farmi capire quanto ci metto ad assemblare l'opera, nulla di più.

 

-          Guardi, se mi presta la lente lì, che sta usando per l'opera, sarei molto felice, permette?

 

-          Ma si certo tenga pure, anzi quasi quasi le cedo anche il posto... vuole continuarla lei?

L’anziano prende a esaminare l’opera con la lente. L’artista, staccato un megafono dall’opera, inizia a declamare una poesia.

Io Signori oggi ve lo assicuro, ve lo giuro

l’ho davvero cercata tanto Lei

nelle strade, sotto i ponti, nei campi

di fiori ne ho colti

ma poi era un attimo e subito era già sparita

così

la vedevo nelle case dei nonni, nei ricordi sepolti

nelle fotografie non mie

ho preso a collezionare cose e caos

l’ho nutrita quel tanto che serve a renderla visibile per poco

e poi l’ho cercata

nell’atto della creazione

in un pensiero logico inattaccabile

nella dimostrazione fisica del peso della materia

nella chimica che scorre nelle vene

 

la trovavo nei volti, negli sguardi di pochi

nel tenersi per mano, nel fottersi piano

Oggi vi dico che la felicità è qui e ora.

 

Tutti i visitatori si accalcano intorno all’artista. Sono molto felici, esultano e si abbracciano. L’artista posa il megafono e spiega:

 

-          Ecco, credo che il senso della vita consista nel morire felici. Consapevoli della propria felicità.

 

-          Scusi, sto esaminando qui, con la lente, ma se stacco questo filo rosso dalla sveglia che succede?

 

-          Provi, la felicità consiste anche nello sperimentare.

 

-          Va bene, grazie.

 

L’opera d’arte-bomba esplode. Muoiono tutti, al culmine della felicità.

 

Modificato da ~ Josephine
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Dillo in 280 Caratteri

 

Settembre ("Dillo in 280 caratteri") - Vince la D di @Stecata

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Fa male che al mare le mire d'amore sono come un’ape nel fiore fa base.

E quanto si beve le cale e cicale, lei cade e anche il cane ritorna alle case.

Le curve son cave, di bianco le cere, che cura le dame prima delle date.

Finiscono date spariscono fate, di lame dolore e la fase muore.

 

Amarsi Male ("Dillo in 280 caratteri") - Vince la C di @Bucche

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Per strada ci teniamo la mano senza essere capaci di dirci ti amo.

Resti quella sbagliata per quello sbagliato, ma dillo alla Torre di Pisa che conserva il suo fascino grazie al suo tratto inclinato.

Scusa se sono così incasinato ma con te mi sento rinato; però i sentimenti passano, maturano, e gli amori son belli solo quando nascono.

 

Decisioni ("Dillo in 280 caratteri") - Vince la B di @Nerea

Spoiler

L'importante è decidere ogni giorno di fare la scelta giusta:

rendersi felici e vivere i propri affetti senza mai dare per scontato che ci saranno per sempre.

 

Ansia ("Dillo in 280 caratteri") - Vincono la A di @Matt4 e la E di @~Josephine

Spoiler

Matt4 

Oh, sul forum una notifica,

vediamo un po'.

È Josephine, tutt'altro che pacifica.

Ohibò!

Promisi per il contest, niente rettifica.

E mo'?

 

~ Josephine

Cara amica mia,

perché questa relazione morbosa?
Mi lasciassi ogni tanto anche alle altre, forse il nostro rapporto non sarebbe così controverso.
Il tuo essere mi sprona a fare meglio, ma anche a sbagliare.

 

Cura ("Dillo in 280 caratteri") - Vincono la A di @Nerea e la F di @T_Terry_T

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Nerea  - A

A mio padre

 

Quattro anni ormai son di cura,

Stanco,devo considerarla una fortuna.

Mi guardo intorno per un momento,

A mia moglie dedico un monumento.

Accendo l ultima sigaretta,

e cosi, la mia ora diventa perfetta.

 

T_Terry_T - F

Profondi respiri tra un attacco di panico e l'altro.

Minuti silenziosi isolando il marcio.

Accettare il fallimento. Rimpiango una perfezione inesistente, ma la cerco.

Un abbraccio. Trattengo lo schiaffo.

Affondo ma risalgo.

 

Profumo ("Dillo in 280 caratteri") - Vince la C di @Bucche

Spoiler

Lo sentite? È il dolce odor dei campi di rose rosse. 

Astute, le rose: al tocco un dolore per ogni spina e un petalo per ogni ricordo pungente non ancora appassito.

 

Energia ("Dillo in 280 caratteri") - Vince la A di @Hexdrinker

Spoiler

 

Cinetica o potenziale non lo so, ma quando mi alzo dal letto ho sempre cosi poca energia, anzi, yawnn, quasi quasi ritorno a dormire, buona notte a tutti e chissà che mi ricarichi.

 

Tocco ("Dillo in 280 caratteri") - Vince la A di @T_Terry_T

Spoiler

Tap. Tap tap. Tap tap tap tap. Ed invio.

Comunicare è diventato facile, che sia per obbligo o per diletto,

ma niente potrà sostituire lo sfiorare la tua pelle o il cingerti in un lungo abbraccio.

 

Partenza ("Dillo in 280 caratteri") - Vince la C di @dieguito94

Spoiler

"Partita

alla ricerca di un futuro ridente

Approdata

in un luogo inesplorato

Combattente

contro l'ambiente che poco ha aiutato

con la tua dolce forza

il tuo grande valore hai mostrato"


Aurora ("Dillo in 280 caratteri") - Vince la A di @ZecK_Hartia

Spoiler

Adagiati su un lembo di terra a strapiombo sulla vallata, due corpi intorpiditi giacciono ricoperti da una coltre, a celare le proprie intimità. Attendono l'inizio di una nuova eternità. Ed ecco il roseo incipit: stiamo contemplando l'aurora o è l'aurora che sorge per rimirarci? :<3:

 

Ossessione  ("Dillo in 280 caratteri") - Vince la A di @ZecK_Hartia

Spoiler

No, non è amore (Ascoltami, per favore). Quello che senti (Cos'è?) si chiama ossessione. Un'illusione (Stai perdendo il controllo). Nei tuoi pensieri (e il senno). Che ti comanda (Te ne rendi conto?). Così funziona il cuore (Così disfunziona la mente). Bang.

 

Burnout ("Dillo in 280 caratteri") - Vince la A di @Talilinds

Spoiler

Non era allor forse furore,

Non forse strideva la vampa,

Livore di artefice ardeva,

Rampavan le creative morse?

 

Gemono ora, grami, i cerebri grani;

Solo. Sinapsi sopite e sparse in galassie gelate

Cantilenando canute, obnubilate volute

Calan in capsule oblite, in eburnea utopia:

Burn-out

 

Modificato da ~ Josephine
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Author's Edition

 

 

Apatia - Vince la #B di @absolute

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"Tutto ciò che io sento, sono gli attacchi d’apprensione e terrore all’idea d’essere l’unico individuo assolutamente diverso dagli altri. Mi è quasi impossibile conversare col prossimo.

Di cosa dovrei parlare, in che modo dovrei dirlo? Lo ignoro.

Quantunque degli esseri umani avessi un terrore mortale, sembravo assolutamente incapace di rinunciare alla loro compagnia.

Che disagio si prova ad essere amati.

I deboli paventano la felicità nuda. Possono farsi male nella bambagia. A volte perfino la felicità li ferisce.

Che mai intendeva per “società”, mi domandavo? Il plurale di essere umano? In che s’identificava la sostanza di questa così detta “società”? Avevo passato tutta la vita a ripetermi che la società doveva essere sicuramente qualcosa di poderoso, aspro e severo, ma a sentir parlare Horiki, mi sentivo venire sulla punta della lingua queste parole: “Alludi forse a te stesso?”

Cos’è mai la società, in fin dei conti, se non un individuo?

Gli esseri umani non soggiacciono mai agli esseri umani.

È una colpa, mi chiedo, la fiducia nel prossimo?

A questo mondo ci sono infelici di ogni specie. Immagino non sarebbe esagerato dire che il mondo è composto per intero da infelici. Ma costoro possono vendicare la propria disperazione dando battaglia a viso aperto alla società, e questa, dal canto suo, compatisce e comprende facilmente simili battaglie.

Ora non sono felice, ma non sono nemmeno infelice.

Tutto passa.

Questa è la sola e l’unica cosa che a parer mio s’avvicini alla verità, nella società degli esseri umani, dove ho dimorato sin oggi come in un inferno rovente.

Tutto passa."

 

[tratto da "Lo Squalificato" di Osamu Dazai]

 

Alberi - Vince la E di @Knaves

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Proprio di fronte alla finestra della mia stanza, nella clinica in cui ero stato trasportato dopo lo scontro, si alzava nel giardino un grande albero […]. Presi a guardarlo per ore […] , tutte le ore, in realtà, che non dedicavo al sonno e ai pasti, perché ero quasi sempre solo […] . Guardavo l'albero e provavo un sentimento di disperazione totale, ma calma, e per così dire, stabilizzante, quale appunto si può provare dopo essere passati attraverso una crisi, che, pur non essendo risolutiva, si suppone tuttavia che sia il massimo che si possa affrontare […] se non altro, mi faceva pensare che avevo fatto quanto era in mio potere; più di questo non avrei potuto fare […]. Tutto questo non mitigava il sentimento di disperazione che mi occupava l'animo; ma v'introduceva una certa quale serenità funebre e rassegnata […], non mi restava che vivere […].In realtà non ero quieto, ero soltanto fortemente occupato dalla sola cosa che in quel momento mi interessasse davvero: la contemplazione dell'albero. Non pensavo niente, mi domandavo soltanto quando e in che modo avevo riconosciuto la realtà dell'albero, ossia ne avevo riconosciuta l'esistenza come di un oggetto che era diverso da me, non aveva rapporti con me e tuttavia c'era e non poteva essere ignorato. Evidentemente qualche cosa era avvenuta […]; qualche cosa che, in parole povere, si poteva definire come il crollo di un'ambizione insostenibile. Adesso contemplavo l'albero con un compiacimento inesauribile, come se il sentirlo diverso e autonomo da me, fosse stato ciò che mi faceva maggiore piacere […]. Qualsiasi altro oggetto, come mi rendevo conto, mi avrebbe ispirato lo stesso genere di contemplazione, lo stesso sentimento di inesauribile compiacimento. E infatti, appena cominciai a pensare di nuovo a Cecilia, mi accorsi che mi avveniva lo stesso di quando guardavo, attraverso la finestra, all'albero.

 

Moravia Alberto, la noia

 

Sentimenti non corrisposti - Vince la C di @Lena

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"Se infelice è l’innamorato che invoca baci di cui non sa il sapore, mille volte più infelice è chi questo sapore gustò appena e poi gli fu negato. – Non c’è difesa né offesa, non c’è senso di nulla, – disse Torrismondo. – La guerra durerà fino alla fine dei secoli e nessuno vincerà o perderà, resteremo fermi gli uni di fronte agli altri per sempre. E senza gli uni, gli altri non sarebbero nulla e ormai sia noi che loro abbiamo dimenticato perché combattiamo… Così sempre corre il giovane verso la donna: ma è davvero amore per lei a spingerlo? o non è amore soprattutto di sé, ricerca d’una certezza d’esserci che solo la donna gli può dare? Corre e s’innamora il giovane, insicuro di sé, felice e disperato, e per lui la donna è quella che certamente c’è, e lei sola può dargli quella prova. Ma la donna anche lei c’è e non c’è: eccola di fronte a lui, trepidante anch’essa, insicura, come fa il giovane a non capirlo? Cosa importa chi tra i due è il forte e chi il debole? Sono pari. Ma il giovane non lo sa perché non vuole saperlo: quella di cui ha fame è la donna che c’è, la donna certa. Lei invece sa più cose; o meno; comunque sa cose diverse; ora è un diverso modo d’essere che cerca. E così imperversa e non si dà ragione e a un certo punto l’innamoramento di lei è pure innamoramento di sé, di sé innamorato di lei, è innamoramento di quel che potrebbero essere loro due insieme, e non sono. Anche ad essere si impara…"

 

- Italo Calvino, Il cavaliere inesistente

 

Illusione  - Vince la B di @Mirtillo

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Berta abbassò lo sguardo al pendio della collina e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Se avesse potuto esprimere il suo pensiero, avrebbe detto che non era questo ciò a cui miravano quando un anno prima, si erano posti all'opera per la distruzione della razza umana. Non a quelle scene di terrore e di morte avevano mirato in quella notte in cui il Vecchio Maggiore li aveva per la prima volta incitati alla Rivoluzione. Se mai Berta aveva avuto un'immagine del futuro, questa era stata di una società di animali liberati dalla fame e dalla frusta, tutti uguali, ognuno lavorando secondo la propria capacità, il forte proteggendo il debole come essa aveva protetto con le sue zampe anteriori la sperduta covata degli anatroccoli la notte del discorso del Vecchio maggiore. Invece - non sapeva perché - era venuto un tempo in cui nessuno osava esprimere il proprio pensiero, in cui cani feroci e ringhiosi si aggiravano dappertutto, in cui si doveva assistere al massacro dei propri compagni dopo che questi avevano confessato orribili delitti.


- George Orwell, la fattoria degli animali

 

Depressione - Vince la A di @Lena

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«Ma davvero ho pianto troppo! Le albe sono strazianti.

Ogni luna è atroce, ogni sole amaro:

(…)

Se io desidero un’acqua d’Europa, è la pozzanghera

nera e fredda in cui, nel crepuscolo profumato,

un bambino malinconico, in ginocchio, lascia andare

una barchetta leggera come una farfalla di maggio »

 

tratto da Le Bateau Ivre - Arthur Rimbaud

 

Fetore - Vince la C di @ZecK_Hartia

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Quante volte, la vocina squillante di una delle due creature esclama: «YO ECIO PEO!» Che significa: «Ho mollato una brenza». Una brenza lo immaginate, cos'è, vero? Che hai in braccio la Johanna e senti come una vibrazione sull'avambraccio su cui è seduta. E non è arrivato un messaggio sul cellulare. È una brenza. E lesta, a sottolinearlo, con un'espressione di meraviglia e anche con una qual soddisfazione: «YO ECIO PEO!»

 

Da Due figlie e altri animali feroci. Diario di un'adozione internazionale, Leo Ortolani, Sperling & Kupfer, 2011.

 

Alieno - Vince la A di @ZecK_Hartia

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– Ma tu sei un alieno!

– No, ti sbagli, sei tu l'alieno!

– Non è vero, sei tu che sei sul mio pianeta!

– E con questo? Rimane comunque che sei tu l'alieno e non io.

 

"Planet 51", Joe Stillman, 2009.

 

Ossessione - Vince @ZecK_Hartia

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Non tutti siamo ossessionati dal baseball o dalla pesca, però tutti siamo ossessionati da noi stessi. Siamo il nostro Hobby preferito. Esperti di noi stessi.

Chuck Palahniuk, Rabbia. Una biografia orale di Buster Casey (Rant. An Oral Biography of Buster Casey, 2007), traduzione di Matteo Colombo, Mondadori, 2020. ISBN 9788804686316

 

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The Mirror Of Black Lupus

 

The mirror of the black lupus - vince @kado'

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L'inganno del tempo

Quanto dura veramente un minuto?
Si dice che le anime più irrequiete del secolo scorso amassero trovare confronto (e quindi tormentarsi) dietro a quesiti filosofici analoghi, varcando di tanto in tanto lo stretto confine tra l'assurdo della metafisica e una banale rissa nel bar più squallido del vicinato. Per anagrafica e temperamento, Marvin Godofski era quanto di più lontano potesse rientrare nel succitato girone di nevrotici alcolizzati: prima che la monotonia dell'isolamento cognitivo lo costringesse ad affrontare per la prima volta l'argomento, i microfilamenti di grafene nel suo cranio proteggevano la mente più pragmatica e concreta che quella stanza istigatrice e dannata potesse reclamare. 
"Come si può ingannare il tempo?".
I trentottomilaottocentosettantanove sessantasecondi trascorsi in uno stato di totale deprivazione sensoriale non gli furono di particolare aiuto nel formulare una risposta univoca a questa domanda. Scoprì che i labirinti della retorica erano in grado di ricondurlo a un piacevole stato di smarrimento. "Forse" - raccontò a sé stesso, quasi a volersi giustificare - "la mente più annoiata tende a cospirare e tramare contro sé stessa, anche a costo di tradire le sue più rigide convinzioni". Sul finire dell'ottavo giorno concluse che il tempo - nel mondo reale o su Syncroom - era nient'altro che un inganno, e che tentare di truffarlo sarebbe valso quanto rubare al principe dei ladri o piangere davanti a un neonato. Ripensò al secondo minuto più lungo della sua vita syncroomica: l'istante (si fa per dire) del suo primo bacio virtuale avvenne in una stanza pubblica renderizzata sulla base del Giardino Cinese di Singapore Est. La passione si estinse velocemente. Sedici mesi prima di venire intrappolato in una stanza da gioco come conseguenza dell'infrazione commessa da Tuberol, non immaginava che avrebbe rimpianto la sensazione di vuoto che seguì la loro rottura.

Sordocecità, ageusia, anosmia e ipoestesia. Privati di qualsivoglia impulso esterno, avevano scontato solo quattro dei ventisette giorni previsti dalla "pena detentiva" quando anche al tredicesimo dei quattordici iscritti non restò altra soluzione che agognare la pazzia. Ciò che quasi tutti ignoravano è che lo scopo originario dell'isolamento cognitivo era di condurre la vittima sull'orlo dell'alienazione mentale, ma senza mai concederle l'agognato tuffo finale nella demenza irreversibile, l'estremo antidoto contro la desolazione della solitudine gentilmente concesso da madre natura. 

"E se non fosse una cazzata? Mi sembra di aver letto di un'inchiesta su metodi di tortura simili. L'esercito cinese ormai può fare quel che vuole.. " - Burkae tentò di avvertirli ben ventisette giorni prima che finisse il supplizio. O sessanta secondi prima, a seconda della prospettiva. 
"Ah, e il tuo esercito pensi si farebbe tanti problemi invece? Ce l'hai coi cinesi per caso?" sbottò Salvia. 
"Sentite, il punto è che a me sembra piuttosto inequivocabile. Al punto tredici dice che se qualcuno rivela il proprio ruolo, finiamo tutti in isolamento per un minuto" - aggiunse indicando il pannello olografico che volteggiava sopra il gruppo. La stanza era avvolta nel buio. Si trattava di una versione vanilla: niente ambientazioni, texture o items. La stanza privata più economica tra quelle pensate per gli utenti più avanzati. Il loro carceriere era più minimalista di un intelligenza artificiale programmata a immagine Frank Stella. Le scritte bianche su sfondo nero erano l'unica fonte luminosa della stanza. Non fosse per le voci sintetizzate, persino distinguere i presenti l'uno dall'altro sarebbe stato difficile. 
- "Ah ok. Allora diamo pure corda al pezzo di merda che ci ha bloccati in questo buco di culo." SleepyHellen era solita contestare qualsiasi cosa uscisse dalla curva vocale di Burkae. 
- "Sono serio. Voi non capite in che merda ci siamo cacciati. È una stanza privata!" - Rispose. 
- "E questo che significa?" Il tono perplesso di Salvia nascondeva a stento una nota di biasimo.
- Solo che il disagiato che l'ha creata può tranquillamente ignorare gli aggiornamenti di sicurezza imposti da Syncroom, e magari riprogrammarci sopra il suo sistema operativo personale. Come minimo quel poco che rimane del codice originale risale al '34" - continuò Marv. Nel codice sorgente della stanza aveva notato un noto easter-egg presente nelle prime versioni di Syncroom: "Sia maledetto chiunque utilizzi questa stanza in modo peccaminoso e che la sifilide affligga chiunque ne modifichi il contenuto". Marvin ne colse immediatamente l'ironia, ma non se ne curò oltre.
- Quindi è per questo che siamo bloccati? Ha disattivato i parametri del logout? - chiese Darthonyx.
- Penso li abbia sovrascritti, per la precisione. Ma sì... il succo del discorso è che ci tiene per le palle - confermò MarV.
- "Bell'idea subaffittare una stanza privata dal DeepSync. Complimenti a Dazoon". Darth aveva il vizio di individuare dei capri espiatori nei momenti di tensione. L'idea era di stemperare gli animi, ma ovviamente otteneva l'esatto opposto.
- "Non ho potuto subaffittare nulla dato che 'qualcuno' si è rifiutato di versare la sua quota per tenere attiva la vecchia room. Ho trovato il link e l'ho condiviso. A che stavi pensando dieci minuti fa mentre te lo spiegavo per la seconda volta?". Anche la pazienza di Dazoon aveva un limite.
- "A Sachsenspiegel. Sai che fine ha fatto? È stato lui a girarmi il link ma non lo vedo qui dentro. Magari 'sto scherzo è opera sua"
- "Dubito. Quello sa a malapena connettersi in modalità bridge."
- "Sentite, giochiamo la partita e basta. Eravamo qui per questo, no? Vedo un invisibile connesso, probabilmente è l'amministratore della stanza. Se stiamo al gioco e finiamo la partita penso che riabiliterà i logout". Dopo negazione e rabbia, SeaData sembrava essere appena entrato nella fase della trattativa. 
- "Per quanto ne so potresti essere proprio tu l'admin della stanza. Gli amministratori perdono i poteri se entrano in modalità invisibile. Non sarò un'esperta ma so che questo vale anche per le stanze di dieci anni fa. Io non la gioco manco per il cazzo" - obbiettò Domo. La diplomazia non era il suo forte.
- "Se Marvin dice il vero lo stronzone ha il pieno controllo dei nostri sistemi di percezione. È praticamente una divinità qui dentro. Assecondiamolo e basta" - ritentò Burkae.
- "Io invece concordo con Domo. Se ci dichiariamo tutti la partita non può proseguire. Mal che vada staremo in isolamento per un minuto". Tuberol sembrava avere sempre la soluzione ad ogni problema. Convinzione piuttosto comune tra le fonti primaria di guai.
- Vai prima tu allora..."

 

Ventisette giorni e ventitré secondi dopo, MarV fu il primo a interrompere il silenzio successivo al minuto di isolamento cognitivo. Come tutti gli altri condannati, allo scadere dei primi sessanta secondi di deprivazione sensoriale, anche lui fu colto dal dubbio che il carceriere avesse mentito sulla durata della pena d'infrazione.
Dopo essersi lasciato pervadere dal panico per qualche decina di minuti, venne colto improvvisamente da un sospetto ancora più sinistro. "E se il carceriere fosse in grado di alterare la nostra percezione del tempo?"- pensò. 

"Non è l'utente invisibile. Su una cosa aveva ragione Domo: l'admin è tra di noi". Intrappolato nella sua stessa mente, Marvin aveva atteso oltre tre settimane prima di poter condividere con gli altri questa conclusione. Sapeva già come riassumere i passaggi della sua deduzione e aiutarli a capire: se oltre ai cinque sensi il carceriere è in grado di manipolare anche la percezione dello spazio-tempo, allora l'amministratore deve necessariamente trovarsi all'interno della stanza. Sono parametri configurabili solo dall'interno, e solo da un admin attivo. Certo, senza qualche nozione avanzata di architettura virtuale gli altri prigionieri avrebbero avuto difficoltà nel seguire il suo ragionamento. Lo aveva previsto. Ciò che però MarV non seppe anticipare durante il minuto più lungo della sua vita, erano le reazioni di orrore e disgusto nei volti increduli degli altri detenuti. Per molti di loro quel minuto di isolamento rappresentava un incubo difficilmente sormontabile. La flebile luce dei pannelli olografici e il respiro delle altre persone non erano più dei tasselli virtuali ricostruiti partendo da meri ricordi, ma delle esperienze vivide e paragonabili al primo boccone d'aria inalato da un neonato. Con quale sangue freddo osava tornare a giocare al detective come se nulla fosse? 
Mar dovette aspettare almeno trenta secondi prima di notare il nuovo ruolo che il sistema gli aveva assegnato. Sessanta prima di ottenere finalmente conferma verbale delle facoltà cognitive sopravvissute negli altri prigionieri. 
Ma quanto dura davvero un minuto?

 

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