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American History X


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Ieri sera, in occasione della proiezione al Cineforum di American History X è emersa una discussione interessante che verte sul quesito: 

 

Può essere educativo proiettare nelle scuole film su temi quali violenza/razzismo/discriminazione in generale/altro? 

 

Forse il margine per rispondere sì o no è legato alla fascia di età degli studenti. Ad esempio, quando ero alle medie, in un progetto scolastico si decise di proiettare a scuola "Dead Man Walking" e ciascuno di noi era accompagnato da un genitore. Nonostante la presenza di mia madre ho un ricordo, ancora vivido, dell'angoscia che mi lasciò addosso la visione. Nonostante il dibattito che seguì la proiezione in cui si riprendeva il tema della pena di morte. Probabilmente, fossi stata più grande, avrei avuto più strumenti per gestire l'emozione associata alla visione, o forse no. Sicuramente una discussione correlata aiuta lo studente a sviscerare il tema, anche se l'impatto di immagini e suoni, a volte, è più significativo delle parole. 

 

Cosa ne pensate? Avete esperienze simili? 

 

@ Utente (Lupus)

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Ieri se ne discuteva per un pubblico di scuola media, di età per me sinceramente bassa per questo film. Proverò ad essere sintetica: ci sono scene di forte violenza che non ritengo siano adatte ad un ragazzino che secondo me non avrebbe gli strumenti necessari per gestirle. Penso che sia un film che possa dare riflessioni ma non a quella età. Anche perché quando si è piccoli e si vede qualcosa la si può “schifare” ed allontanare o si può emulare. Esempio: genitori che fumano. Io posso schifare il fumo e decidere di non fumare mai nella vita o magari inizio a fumare presto perché lo vedo fare. Che in questo mondo ci sia sempre più violenza mostrata (perché c’era anche prima, ma c’era meno informazione e modo di trasmetterla) è vero, ma io non penso che mostrarne altra aiuti, penso che il problema sia alla radice ovvero che si vede così tanto la violenza che quasi è normalizzata e fa quasi “fico” essere un violento. Penso che per educare alla non violenza vada cambiata la quotidianità, dai modi di parlare ad altri, la gestualità, il modo di approcciarsi, il modo di vivere e reagire davanti alle situazioni. Secondo me come film andrebbe visto ad una età più matura di modo che si abbiano sia più conoscenze per ragionarci su e anche più consapevolezza nel non lasciarsi impressionare da questa pellicola. Io ho trovato la visione disturbante nonostante sia adulta perché mi disturba vedere un odio così forte. Il che mi fa capire che è sbagliato, ma lo sapevo già di mio, non mi serviva un film per capirlo. E per quanto alla fine ci sia anche una espiazione c’è chi comunque ci rimette (il fratello di derek) per questo. È bello il messaggio del poter cambiare, ma questa dovrebbe essere una cosa inculcata fin da piccoli come andrebbero allontanati pensieri di violenza e di odio. Non è sto film che cambia le sorti, se il figlio a casa vede un genitore che fa peggio, o se quando esce con gli amici per gioco prende a calci un cane. Non so se mi spiego, ma io non lo vedo troppo educativo, anzi, lascia un messaggio ok, ma credo sia più educativo ad esempio sulle ali della libertà o the Truman show, per dei ragazzi. Credo che di violenza ce ne sia fin troppa, e non penso ne serva altra.

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8 ore fa, OroroMunroe ha scritto:

la violenza che quasi è normalizzata e fa quasi “fico” essere un violento. Penso che per educare alla non violenza vada cambiata la quotidianità, dai modi di parlare ad altri, la gestualità, il modo di approcciarsi, il modo di vivere e reagire davanti alle situazioni.

Sì in effetti succede, anche spesso, che alcuni personaggi vengano presi erroneamente come modello. Un pò quello che è successo per Gomorra, che non considero per nulla una denuncia sociale. 

Quindi sicuramente ci sono film che possono essere più fruibili di altri in ambito educativo, con attenzione alla fascia di età degli studenti.

Arancia Meccanica che hai citato, ad esempio, lo trovo più disturbante di AHX. Tenendo conto che è soggettivo chissà come ci si regola in ambito didattico, mi chiedo.

 

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Innanzi tutto ringrazio per la visione, visto che era un film che non avevo mai visto.

 

Dopodichè sono stranamente abbastanza d'accordo con Oro, quindi per forza di cose abbiamo abbastanza torto.

Detto che, adesso che ho un età veneranda, posso tranquillamente dire che la visione di quel film all età delle medie, non mi avrebbe fatto dormire bene, anche se appunto non lo avrei mai dimostrato (sono bravo a dissimulare?) proprio per paura dei bulli che frequentavano la mia classe (eh si, alle medie, soprattutto in prima ed in seconda, il vostro Carissimo Hex, era bullizzato),e che appunto non vedevano l'ora di vedere un segno di debolezza per bullizzare ancora di più, quindi casomai questo film, nel mio contesto, avrebbe avuto un effetto contrario a quello voluto.

Piuttosto sarebbe stato più utile forse vedere coach Carter.

Che dà anche un messaggio che cerco di riproporre.

Come dicevo alla ragazza più bella del mondo e dell' Universo, isole comprese, per tentare di tenere i ragazzi distanti dalle cattiva strada (che poi bisognerebbe anche capire cos'è la cattiva strada, diciamo per ipotesi che riteniamo cattiva strada farsi di droga dalla mattina alla sera, e andare in luoghi a sparare alla gente), dicevo appunto che per tenere lontani i ragazzi dalla cattiva strada bisogna dare ai ragazzi un motivo per cui farlo. 

Al giorno d'oggi, ho compagni di squadra di 15/16/17 anni, che manco sanno allacciarsi le scarpe, figurati se un film può educarli a qualcosa. E' già tanto se riescono a guardarlo 20 minuti di seguito senza che la loro rete neurale non mandi un segnale alle loro mani di prendere il cellulare e andare a giuocare a clash of clan, bighellonare su tik tok, o investire il 50one che gli ha dato il padre come mancia su qualche giochino stupido. Cosa che puntualmente ho visto fare. Ma almeno non si drogano dalla mattina alla sera, forse solo la mattina, il che è già qualcosa.

Quindi appunto, suggerirei a @Glutammato di dare uno, o più motivi ai ragazzi di rimanere sulla retta via. 

Non so se un film possa farlo.

Devi farli appassionare a qualcosa di "vero", che abbia un riscontro sulla vita reale.

Fargli appassionare a qualche sport, e fargli capire che devono essere in salute per farlo.

Fargli appassionare appunto ai giochi da tavolo, e fargli capire che se vogliono vincere, devono avere una mente sana.

Illurdere i ragazzi maschi fin da giovani che per conquistare le loro dolci donzelle non bisogna pestare a sangue la gente ma essere bravi ragazzi ( e viceversa, sennò è un attimo che mi accusate di sano sessismo, bigottismo o cose varie).

Insomma, appassionarli a qualcosa potrebbe essere utile a tirarli fuori dalla strada.

Poi non sempre serve, a volte ci sono delle dinamiche più forti di noi, ma tentar in ogni caso non nuoce.

 

ritornando alla domanda del topic

 

Può essere educativo proiettare nelle scuole film su temi quali violenza/razzismo/discriminazione in generale/altro? 

 

Boh, magari anche si, ma da solo lo ritengo molto poco utile. Forse questo film è appunto da vedere più avanti con l età.

 

 

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Il 29/3/2024 at 12:49, DVonTeese ha scritto:

Può essere educativo proiettare nelle scuole film su temi quali violenza/razzismo/discriminazione in generale/altro?

 

Generalmente sì. Chiaramente ci sono film e film, non tutti vanno bene. E pure per quelli che vanno bene esiste una fascia d'età sotto cui l'esposizione può essere inutile o addirittura nociva. Ma anche all'interno di una fascia di età possono esserci soggetti più sensibili di altri, quindi si può generalizzare fino a un certo punto. 

 

Premesso ciò, una storia è educativa se mostra un rapporto di causa-effetto tra un comportamento (individuale o collettivo) e le sue conseguenze, immediate e non. Si può imparare attraverso i buoni esempi (la norma pedagogica è che facendo del bene si viene premiati), ma si impara anche dagli errori altrui, per esempio mostrando come atti negativi possano portare a conseguenze pessime. AHX sfrutta il pretesto della redenzione per fare entrambe le cose: Derek salva il fratello dal percorso verso cui lo aveva spinto, ma non riesce a tutelarlo da tutte le conseguenze delle proprie azioni. La lezione è che alle violenze commesse non si può sempre porre rimedio, quindi è opportuno saper riconoscere e ripudiare per tempo l'odio indotto che le genera, anche nelle fasi in cui c'è evidente carenza di alternative (l'adolescenza appunto). Ma la storia non si limita a mettere in guardia dai vari Derek del mondo, insegna a diffidare soprattutto da chi li produce e fomenta, seminando fobie e rancori ingiustificati. O quantomeno ci prova, perché il tema morale sarebbe banalissimo senza il ruolo di fonte ideologica ricoperto dal personaggio di Cameron.

 

Spesso questa capacità di astrazione dei pericoli la si acquisisce solo da adulti, ma è proprio a questo che serve il monito. E per essere credibile ed efficace, un avvertimento rivolto a un pubblico giovane deve ricorrere a del crudo realismo. Altrimenti è come pretendere di insegnare i pericoli di un fiammifero mostrandolo sempre spento. 

 

Se invece si accomuna negativamente ogni rappresentazione violenta, ignorando che spesso non è fine a sé stessa, a mio parere si commette lo stesso errore di chi dall'altra parte le glorifica tutte con superficialità, producendo di fatto l'emulazione nei giovani. 

Ai ragazzi vanno insegnati i distinguo. È giusto mantenere safe-zone per i soggetti più sensibili ma limitarsi a isolarli dalla violenza è inutile se non si danno loro gli strumenti per riconoscere le mille forme in cui può manifestarsi. 

 

 

 

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17 ore fa, Hexdrinker ha scritto:

Al giorno d'oggi, ho compagni di squadra di 15/16/17 anni, che manco sanno allacciarsi le scarpe, figurati se un film può educarli a qualcosa. E' già tanto se riescono a guardarlo 20 minuti di seguito senza che la loro rete neurale non mandi un segnale alle loro mani di prendere il cellulare e andare a giuocare a clash of clan, bighellonare su tik tok, o investire il 50one che gli ha dato il padre come mancia su qualche giochino stupido. Cosa che puntualmente ho visto fare. Ma almeno non si drogano dalla mattina alla sera, forse solo la mattina, il che è già qualcosa.

È vero che bisogna dare qualcosa di concreto nel quotidiano, ma è anche vero che, soprattutto negli anni critici per la crescita, gli ambienti dove si devono dare questi input sono essenzialmente la famiglia e la scuola. 

Ovviamente, presa da sola, la proiezione di un film non può fare la differenza. 

Ma se contestualizzata in un ambiente scolastico dove si incentivano le arti (tra cui quelle cinematografiche), diventa una parte importante di un percorso educativo

Anche se il discorso, come dicevi te, è più complesso 

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Le questioni sono due.

È possibile impiegare la narrazione di comportamenti devianti per favorire una crescita standardizzata?

È possibile farlo a scuola?

 

Partiamo dalla seconda. La scuola crea gruppi eterogenei ed è praticamente impossibile trovare stimoli che siano ugualmente benefici per tutti. Avendo insegnato a scuola mi sono fatto l'idea che lo scopo dell'istruzione pubblica debba passare più attraverso il normativo che favorire la cognizione soffiando sulla stravaganza di strategie e contenuti totalmente "on the Road", frutti delle strampalate teorie didattiche che hanno infestato la docenza dagli anni Sessanta ad oggi.

Non ci si può né deve aspettare troppo dalla scuola, è fortemente sbagliato.

Quindi personalmente non proporrei nessun contenuto violento, razzista o controverso. Non è l'università.

 

È tuttavia possibile educare tramite detti contenuti? Certamente. Ma non per incanalare verso lo standard, quanto per dare strumenti di scelta alle persone. Io non posso, né devo, dire agli altri cosa sia giusto e cosa sbagliato. Quello che posso fare è favorire la riflessione. Altrimenti si tratta di plagiare le persone verso ciò che per noi è bene. Per noi.

Inoltre solo una sana e consapevole, maturata personalmente, convinzione, resta ancorata a lungo senza ripercuotersi in altre devianze da "compressione".

 

In ogni caso, l'educazione va favorita principalmente in famiglia, fino alla maggiore età. E poi, eventualmente, all'università.

 

La scuola serve per le tabelline e per scaricare i ragazzini mentre i genitori lavorano.

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Il 1/4/2024 at 18:09, K.limitededition ha scritto:

Non ci si può né deve aspettare troppo dalla scuola, è fortemente sbagliato.

Quindi personalmente non proporrei nessun contenuto violento, razzista o controverso. Non è l'università

Beh all'università non credo ci sia un approccio molto diverso, c'è sempre la tendenza ad elargire nozioni piuttosto che dare strumenti per sviluppare un senso critico.

Probabilmente solo al DAMS è prevista la proiezione di film. Io che vengo da una facoltà scientifica non ho mai assistito ad un' iniziativa del genere e, come me, altri miei amici che hanno studiato in facoltà di altro tipo 

Con questi presupposti, quello che ci si aspetta conta poco. Incentivare progetti del genere, in tutti i gradi di istruzione in cui può essere funzionale, serve proprio perché "le cose stanno così", a mio parere

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2 ore fa, DVonTeese ha scritto:

Beh all'università non credo ci sia un approccio molto diverso, c'è sempre la tendenza ad elargire nozioni piuttosto che dare strumenti per sviluppare un senso critico.

Probabilmente solo al DAMS è prevista la proiezione di film. Io che vengo da una facoltà scientifica non ho mai assistito ad un' iniziativa del genere e, come me, altri miei amici che hanno studiato in facoltà di altro tipo 

Con questi presupposti, quello che ci si aspetta conta poco. Incentivare progetti del genere, in tutti i gradi di istruzione in cui può essere funzionale, serve proprio perché "le cose stanno così", a mio parere

 

Ovviamente dipende dalla tipologia di università. È chiaro che in un corso di Laurea in Fisica non puoi integrare la materia di studio con spunti di natura umanistica. Ma nulla di vieta di promuovere in modo facoltativo e parallelo iniziative quali cineforum, dibattiti, comitati di lettura narrativa. Raramente, ma l'ho visto succedere.

 

In ambito umanistico il discorso è diametralmente opposto, stai lì per studiare proprio quello. E si spera che sia fatto bene, non è stato sempre così. Oggi nei dipartimenti umanistici c'è la cattedra di Storia del Cinema, pare scontato ma non è stata istituita finché il Prof. Verdone (il padre dell'attore, grande uomo che ho avuto la fortuna di conoscere) ci si è messo con tanta buona volontà. Per fare un esempio. Quindi la proiezione di film è sistematicamente prevista, con tanto di programma sulla guida dello studente.

 

Il punto è che lì c'è, o dovrebbe esserci, consapevolezza. Invece in una mente in formazione, in uno spirito non ancora definito nella sua stessa identità, è molto delicato intervenire in modo irruento. Le reazioni possono essere molteplici. Va capito quando puoi proporre un certo contenuto e quando è prematuro. Come dicevo, siccome a scuola c'è molta etereogeneità perché tutti maturiamo secondo tempi diversi, e abbiamo sensibilità differenti, è più alto il rischio di fare danni che la possibilità di ottenere benefici.

 

Prendiamo Primo Levi, "Se questo è un uomo". Io sono rimasto al fatto che venga sistematicamente proposto come lettura alla fine della seconda superiore. Sarebbe giusto proporlo in seconda media? Direi proprio di no.

Quindi è difficile. Possiamo prendere vari esempi e probabilmente ci sono contenuti che possono andare bene per gli ultimi anni delle superiori (ahx no). Ma va valutata la classe, il contenuto, la capacità del docente di fornire supporto e chiarimenti (nonché la sua disponibilità). Sono tanti fattori e secondo me resta troppo complicato, anche alla luce di come sono ridotte le scuole oggi, con problemi pratici, di mera sopravvivenza.

 

Quando parlavo di normativo intendevo questo. Le opere d'arte parlano per induzione, per sentimento. Un potere comunicativo basato sulla funzione poetica della comunicazione. Ma a scuola c'è sempre più la tendenza a non saper cogliere funzioni molto più semplici dell'ambito comunicativo, quella poetica è tra le più ostiche.

 

Quindi è molto più efficiente un'ora di corso civico sulla violenza verso le donne, per fare un esempio, spiegando esplicitamente cause, conseguenze, punizioni, piuttosto che proiettare un bel film sull'argomento smuovendo animi acerbi ed incerti che interpreteranno con limitati strumenti.

 

Oh, questo è il mio mero parere, e quindi conta quel che conta, non ho nessuna pretesa che "sia così e basta". Posso benissimo dire cazzate.

 

Scusate la lunghezza...

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@Klim't però nello spirito non ancora ben definito ci sono anche meno sovrastrutture che, fisiologicamente, tendono ad accrescersi negli anni

Con la giusta attenzione a contenuti, sensibilità e svariate cose già accennate, un seme instillato nell'adolescenza può trovare un terreno più fertile rispetto all'età adulta 

Resta complicato. 

Ma l'esperienza di quel film alle medie la rifarei, nonostante mi renda conto che non potevo capirlo, e quindi apprezzarlo, in pieno 

Però ha generato riflessione

 

 

Glut sempre più puntuale, noto. 

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Il 29/3/2024 at 12:49, DVonTeese ha scritto:

Può essere educativo proiettare nelle scuole film su temi quali violenza/razzismo/discriminazione in generale/altro? 


Intanto parto da qui e rispondo con un: non lo so, dipende va valutato attentamente il contesto e il soggetto.

Quando a fronte di problematiche relative ad aggressioni in classe, da parte di alcuni studenti nei confronti di coetanei e non, con relativi progetti legati ad affettività (percorso agghiacciante e ridicolo promosso dalle ats locali) e violenza di genere già avviati, ci si è posti con il corpo docente, la possibilità di radunare soggetti problematici e non per la visione di un titolo scelto ad hoc ci ho riflettuto e sto acnora cercando quale possa essere la soluzione migliore.
Dopo la visione di American History X sono abbastanza certa non avrebbe avuto gli effetti auspicati sul pubblico in questione, a mio parere.
Immagino già chi, senza troppi intoppi, avrebbe trovato terreno fertile per continuare a giustificare le proprie azioni, in contesto scolastico come altrove. Mi lascio comunque un margine di dubbio, ma non sono disposta a scommetterci su. La visione del titolo scelto andrebbe poi seguita da un'attenta analisi, condotta in maniera quasi impeccabile da un docente di cui loro si fidano e di cui hanno stima. Il percorso non può essere la solita restituzione con temino. Serve che ci si guardi davvero e si parli apertamente e se ne continui a parlare, più volte, da qui alla fine dell'anno. Che la questione non venga mai accantonata davvero, ma che venga ripresa su più fronti ovvero da angolazioni diverse, cercando di indurre una riflessione.
 

Il 30/3/2024 at 01:06, Hexdrinker ha scritto:

Quindi appunto, suggerirei a @Glutammato di dare uno, o più motivi ai ragazzi di rimanere sulla retta via. 

Non so se un film possa farlo.

Come docente posso farlo certamente, ma il contesto estremamente povero di alternative culturali non mi è certamente di alcun aiuto.
Molti di loro sono profondamente annoiati, sono così annoiati dalla vita e dalla routine che non sono in grado nemmeno di immaginare ci possa essere un'alternativa. Mi trovi in ogni caso d'accordo, il docente dovrebbe stimolare lo studente ad un comportamento rispettoso, la retta via non so quale sia, nemmeno io.

 

Il 30/3/2024 at 03:47, kado' ha scritto:

Ma la storia non si limita a mettere in guardia dai vari Derek del mondo, insegna a diffidare soprattutto da chi li produce e fomenta, seminando fobie e rancori ingiustificati. O quantomeno ci prova, perché il tema morale sarebbe banalissimo senza il ruolo di fonte ideologica ricoperto dal personaggio di Cameron.

In questo caso però Cameron è un "padre" a tutti gli effetti. Non è un caso che Derek si avvicini a lui (e che per certi versi si lasci avvicinare) poiché ritrova in lui la figura che del defunto padre. E qui torniamo all'educazione familiare @K.limitededition, giusto? Lo standard lo sappiamo tutti, è comodo. La sfida è quella di educare alla diversità nel rispetto reciproco.

 

Il 29/3/2024 at 13:21, OroroMunroe ha scritto:

Penso che per educare alla non violenza vada cambiata la quotidianità, dai modi di parlare ad altri, la gestualità, il modo di approcciarsi, il modo di vivere e reagire davanti alle situazioni

Le criticità maggiori potranno sì venire dalla famiglia, ma non solo, i modelli da cui prendere ispirazione ambo le parti con comportamenti devianti (o negativi) oppure positivi, sono già intorno ai ragazzi. Ma la questione per me fondamentale è la qualità dello sguardo, che tempo dedichiamo all'altro? che cosa approviamo degli altri e che cosa disapproviamo? Ma spesso e volentieri se guardiamo all'altro lo facciamo nella maniera più semplice a noi concessa in questo momento attraverso un'osservazione statica, distaccata e falsata.

Ma tornando al film: Derek non viene scelto a caso, ha una visione perfetta dell'idealogia che va professando, non a caso mette insieme e raduna un gruppo di nazistoidi e finisce per diventarne il leader sul terreno di gioco. Ma saranno proprio le suee ferre convizioni a farlo vacillare e innescare in lui il mutamento.
Al di là della brutalità di certe scene il focus è senz'altro sulla scintilla che innesca il cambiamento.
Nel film stesso è già presente il tema della maturità. Il fratello attraverso il racconto di sé riesce ad individuare dove e quando  inzierà a venir plagiato,ma è solo dopo la confessione di una violenza subita che divengono lampanti le incongruenze, di un modello di cui si era sentito inevitabilmente attratto a sua volta.

 

Modificato da Glutammato
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1 ora fa, DVonTeese ha scritto:

@Klim't però nello spirito non ancora ben definito ci sono anche meno sovrastrutture che, fisiologicamente, tendono ad accrescersi negli anni

Con la giusta attenzione a contenuti, sensibilità e svariate cose già accennate, un seme instillato nell'adolescenza può trovare un terreno più fertile rispetto all'età adulta 

Resta complicato. 

Ma l'esperienza di quel film alle medie la rifarei, nonostante mi renda conto che non potevo capirlo, e quindi apprezzarlo, in pieno 

Però ha generato riflessione

 

 

Glut sempre più puntuale, noto. 

 

Sì questo è innegabile, affrontare dati argomenti quando ci si sta ancora plasmando può indirizzare lo sviluppo verso una consapevolezza più completa.

 

Ma come hai detto resta molto complicato, perché il punto da non perdere di vista è che l'interpretazione deve essere autonoma, non deve essere un "ora ti mostro cosa è giusto". Perché in un mondo ideale ognuno dovrebbe arrivare tramite induzione personale ed indiretta a maturare il proprio concetto di "bene". O di "male".

Comunque è una discussione molto interessante così come anche tutte le considerazioni di @Glutammato

 

Vi ringrazio.

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17 ore fa, Hexdrinker ha scritto:

@Glutammato ma sono così annoiati a 12/15 anni??? Non è che, butto a caso è, che sia depressione o troppa dipendenza da tablet/cellulari?

 

Bisorrebbe farli riprendere il contatto con la natura e fargli piacere partner con argento vivo addosso

 

Questo non te lo so dire. Molti di loro passano la nottata online, tra giochi e cazzate.
Una buona parte non legge libri, di nessun tipo, nemmeno il bugiardino della Tachipirina per sbaglio.
Il contatto con la...cosa? :D

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Il 7/4/2024 at 18:32, Glutammato ha scritto:

 

Questo non te lo so dire. Molti di loro passano la nottata online, tra giochi e cazzate.
Una buona parte non legge libri, di nessun tipo, nemmeno il bugiardino della Tachipirina per sbaglio.
Il contatto con la...cosa? :D

Non devi perdere la speranza glu. Ripeto 2 cose: 1) te devi in ogni caso cercare di fare al meglio il tuo lavoro (dove cmq il meglio è anche non essere immersa totalmente dal lavoro, perché lavorare bene significa anche fare pause, altrimenti vai in burn out), dopodiché spesso le cose sono più grandi di noi, esistono un sacco di dinamiche che non possiamo controllare, dobbiamo solo prendere uba barca a vela e rrmare a caso durante uba tempesta, quindi sentiti leggera come un filo d erba se alla fine tutti i tuoi studenti andranno sulla cattiva strada (che ancora non è chiamata mente non definita). Dopodiché, tutti noi, o per lo meno io, abbiamo fatto le nostre nottate nerd, pensa che appunto io e te ci conosciamo perché siamo iscritti ad un gioco online dove ci si uccide e mentre a vicenda, e incita all uso della menzogna, pensa te, cosa penserebbe tua nonna di te? Quello che a me preoccupa di più dei giovani è che molti hanno perso qualsiasi capacità motoria e sociale. Non che io sia un campione eh, probabilmente tra i miei coetanei ero tra le retrovie, ma almeno noi giocavamo in giardino a salire su tra gli alberi e a saltare le reti oer andare a riorendere il pallone. Ora vedo i miei nipotini con madri iper protettive (che li proteggono da cosa poi? Da sbucciarsi un ginocchio?) Che stanno vita Natural durante a rincoglionirsi davanti al tablet. Per carità lo faccio pure io eh, ma come insegnano i fuffaguru, per guadagnare bisogna diversificare, e mi eincoglionisco sia davanti al tablet che davanti ad un pallone che all aria aperta cambiando la ruota di una bici sgonfia. Il contatto con, boh, non vorrei essere troppo brutale, ma, con qualche eccezione, nel vecchio mondo catto comunista aristotelico tolemaico, giravano due detti, uno era tanto va la gatta al lardo che le viene il colesterolo, la seconda era che tira di più un pelo che un carro di buoi. Quindi a volte, i giovani ragazzi, quando incontravano una ragazza tutta acqua e sapone casa e chiesa, per impressionarlo diventavano anche loro tutti casa e chiesa, e si sa, che se si segue pedissequamente i sacri insegnamenti della Chiesa Cattolica, si va in Paradiso, e te sarai ben contenta di questo. A sto punto forse meglio drogarsi? Ai posteri l ardua sentenza

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Il 13/4/2024 at 08:49, Hexdrinker ha scritto:

Non devi perdere la speranza glu. Ripeto 2 cose: 1) te devi in ogni caso cercare di fare al meglio il tuo lavoro (dove cmq il meglio è anche non essere immersa totalmente dal lavoro, perché lavorare bene significa anche fare pause, altrimenti vai in burn out), dopodiché spesso le cose sono più grandi di noi, esistono un sacco di dinamiche che non possiamo controllare, dobbiamo solo prendere uba barca a vela e rrmare a caso durante uba tempesta, quindi sentiti leggera come un filo d erba se alla fine tutti i tuoi studenti andranno sulla cattiva strada (che ancora non è chiamata mente non definita). Dopodiché, tutti noi, o per lo meno io, abbiamo fatto le nostre nottate nerd, pensa che appunto io e te ci conosciamo perché siamo iscritti ad un gioco online dove ci si uccide e mentre a vicenda, e incita all uso della menzogna, pensa te, cosa penserebbe tua nonna di te? Quello che a me preoccupa di più dei giovani è che molti hanno perso qualsiasi capacità motoria e sociale. Non che io sia un campione eh, probabilmente tra i miei coetanei ero tra le retrovie, ma almeno noi giocavamo in giardino a salire su tra gli alberi e a saltare le reti oer andare a riorendere il pallone. Ora vedo i miei nipotini con madri iper protettive (che li proteggono da cosa poi? Da sbucciarsi un ginocchio?) Che stanno vita Natural durante a rincoglionirsi davanti al tablet. Per carità lo faccio pure io eh, ma come insegnano i fuffaguru, per guadagnare bisogna diversificare, e mi eincoglionisco sia davanti al tablet che davanti ad un pallone che all aria aperta cambiando la ruota di una bici sgonfia. Il contatto con, boh, non vorrei essere troppo brutale, ma, con qualche eccezione, nel vecchio mondo catto comunista aristotelico tolemaico, giravano due detti, uno era tanto va la gatta al lardo che le viene il colesterolo, la seconda era che tira di più un pelo che un carro di buoi. Quindi a volte, i giovani ragazzi, quando incontravano una ragazza tutta acqua e sapone casa e chiesa, per impressionarlo diventavano anche loro tutti casa e chiesa, e si sa, che se si segue pedissequamente i sacri insegnamenti della Chiesa Cattolica, si va in Paradiso, e te sarai ben contenta di questo. A sto punto forse meglio drogarsi? Ai posteri l ardua sentenza

 

Sulle nottate (ma anche i pomeriggi) a nerdare loro sono dei dilettanti se ripenso a me alla loro età (almeno io cercavo di finire le missioni di Morrowind da vampiro il che non è proprio semplicissimo) ma a parte questa divagazione, ne aggiungo un'altra, riguardo mia nonna non ho dubbi lei mi considerei una brava donna e mi fa piacere lo pensi tutto sommato.
Tornando a cose serie, trovo come te fondamentale impegnarsi al massimo nel proprio lavoro, poi se non dovessi comunque riuscire a lasciare il segno per questi ragazzi avrò in ogni caso ottenuto delle piccole vittorie e cercherò di tenere a mente quelle.
Sulla diversificazione mi trovi d'accordo: a scuola abbiamo iniziato l'orto, siamo al secondo giro di piantine (schiattate) in semenzaio, ma anche questo è un'insegnamento.
La settimana prossima inizio delle piccole sessioni di uncinetto con due ragazzi e poi (forse) i lavori di sistemazione della biblioteca, dubito vedranno tanta natura ma icertamente mangeremo tanta polvere e ragni a merenda.

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