Lettura LIF - Maggio 2021 - Ghiaccio Nove

[Famu]

Titolo: Ghiaccio Nove

Autore: Kurt Vonnegut

 

 

  

Spoiler

Uno scrittore decide di scrivere un libro sul giorno in cui è stata sganciata su Hiroshima la prima bomba atomica. Si intitola "Il giorno in cui il mondo finì" ed è centrato sull'idea di descrivere cosa stessero facendo alcuni scienziati nucleari nell'esatto momento in cui avveniva la catastrofe. Attraverso una corrispondenza con i tre figli dell'ormai defunto Felix Hoenikker, il premio Nobel che ha costruito la bomba, lo scrittore tenta di darcene un ritratto. Apprendiamo così che, proprio in quel giorno fatale, il dottor Hoenikker era riuscito a risolvere un gioco che lo stava impegnando da un bel po' e che la notte della sua morte, avvenuta anni dopo, stava trafficando in cucina con dei pezzetti di ghiaccio: aveva trovato il modo per congelare l'acqua ad alte temperature. Questa sua invenzione è, in realtà, un'arma micidiale, capace di annientare ogni forma di vita sulla Terra. I tre figli cercheranno di utilizzare quest'ultima scoperta paterna. Salutato al suo apparire, nel 1963, da Graham Greene come "uno dei tre migliori romanzi dell'anno scritto dal più bravo scrittore vivente", "Ghiaccio-Nove" è un libro che contesta la nostra società attraverso la parodia e disegna uno scenario in cui risuonano tutte le paure e le inquietudini dell'epoca contemporanea.

 

[Famu]

Iniziato. Mi affascina il concetto di karass, l'idea che siamo tutti collegati anche se lontani è interessante. 

[absolute]

Avevo ripreso a leggere Mattatonio n.5 il mese scorso ed era in pausa, poi è arrivato questa proposta e ne ho approfittato per rileggerli entrambi. Vonnegut è un autore particolare, rileggere questi due romanzi a distanza di tempo mi ha fatto percepire meglio il suo stile. Di sicuro molte tematiche sono ricorrenti, come in altre opere, in Mattatoio n.5 c'è una palese rivisitazione autobiografica ma anche in Ghiaccio Nove si ritrovano le stesse basi presenti in tutte le sue opere.

 

Spoiler

Ghiaccio Nove parte da un'idea molto banale se vogliamo, leggendo la trama potrebbe essere l'inizio di un blockbuster di azione con qualche attorone stile Expendables, invece Vonnegut ne trae un dramma surreale ambientato quasi interamente nella Repubblica di San Lorenzo con alcuni personaggi tipicamente fuori dall'ordinario in pieno stile Vonnegut. Se nella prima parte c'è un approfondimento sulla guerra, con il riferimento a Hiroshima, nella seconda parte si va più sui personaggi e le assurde interazioni dovute al Bokononismo e derivati. Ci sono sicuramente spunti interessanti, anche se alcune parti mi hanno un po' annoiato, troppo forzati alcuni passaggi specie sul finale. Anche se dal nulla ci si ritrovava di fronte ad elementi assurdi, come aforismi vari o assurdità del tipo del gancio, che comunque mantenevano alta la curiosità di vedere come avrebbe portato avanti la cosa.

Il finale l'ho trovato adatto, paradossalmente lo vedo come un finale positivo, per quanto Vonnegut possa essere positivo almeno, che ben si adatta allo stile dell'intero romanzo. Poi va beh, subito dopo ho letto Mattatoio n.5 che è forse il suo miglior romanzo e molto più avvincente, quindi forse il giudizio finale è anche condizionato dal paragone con questo.

 

Curiosità. Ghiaccio Nove fu tra i primi romanzi che presi in prestito a Bologna, ovvero il mio primo incontro con una biblioteca (a scaffale libero, prima ero abituato con una biblioteca non troppo fornita con una procedura di richiesta del titolo da fare cartacea e con successiva attesa che qualcuno scendesse in archivio a recuperare il titolo, quindi non ci andavo mai). Non avevo idea di chi fosse Vonnegut e non conoscevo il suo stile e le sue tematiche, avevo sentito il titolo in un film e pensavo fosse un thriller fantascientifico. Nonostante le sbagliate aspettative mi incuriosì molto e ne conservavo un buon ricordo per quanto non ricordassi molto della trama.

 

[Sapia]

Finitoo! Dissacrante e sarcastico, direi che posso darmi al bokononismo anche io.

La Karass ricorda molto il ka tet di king: chissà se king si è ispirato a vonnegut, o se era un concetto che andava di "moda" negli anni 60/70 - con le filosofie orientali che sbancavano in occidente 🤔

[Famu]

Finito anche io! Mi è piaciuto molto sia per quanto riguarda la trama che per lo stile di scrittura, ma soprattutto, anche se l'avevo già accennato, ho apprezzato la mitologia del romanzo. Tutto il modo in cui è costruito il mondo creato dall'autore l'ho trovato perfetto, ecco. Il Bokononismo, con tutti i suoi riti e i concetti e le parabole non dà mai l'idea che sia qualcosa di inventato. Si vede che Vonnegut ha pensato bene a tutti i fili della storia. 

 

Detto ciò, sono molto curiosa di Mattatoio n. 5 se è anche più bello di Ghiaccio Nove. 

Modificato 15 Maggio, 2021 da Famu

[absolute]

Mattatoio n.5 viene considerato da tutti il suo romanzo migliore, personalmente l'ho trovato più interessante perché più vivido nei riferimenti ripescati dalla vita dell'autore, ho anche visto di recente il film ed è sicuramente più evocativo di Ghiaccio Nove, che pure ha ottimi riferimenti ma diversi. Non è detto che piaccia di più anche a te però.

 

Comunque facciamo il punto della situazione, gli altri lo stanno finendo? @SuicideLullaby@Hexdrinker @Glutammato

A breve direi di procedere con la prossima proposta così da iniziare a procurarci tutto e iniziare per giugno.

[Glutammato]

Il 16/5/2021 at 17:41, absolute ha scritto:

Mattatoio n.5 viene considerato da tutti il suo romanzo migliore, personalmente l'ho trovato più interessante perché più vivido nei riferimenti ripescati dalla vita dell'autore, ho anche visto di recente il film ed è sicuramente più evocativo di Ghiaccio Nove, che pure ha ottimi riferimenti ma diversi. Non è detto che piaccia di più anche a te però.

 

Comunque facciamo il punto della situazione, gli altri lo stanno finendo? @SuicideLullaby@Hexdrinker @Glutammato

A breve direi di procedere con la prossima proposta così da iniziare a procurarci tutto e iniziare per giugno.

 

Dopo l'8 torno a "vivere" sperando di non essere incastrata nell'ennesimo lavoro estenuante. Sono sparita ma è davvero un periodo disastroso sotto molti aspetti.