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🎦 Anomalisa


kado'

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Via ai commenti. A film terminato stava prendendo forma una bella discussione nella chat del cineforum. Sarebbe bello riprendere.

Qualche spunto sotto spoiler, in caso non sapeste da dove iniziare:

 

Spoiler
  • Il richiamo alla sindrome di Fregoli è ormai assodato. C’è però chi sostiene si tratti di un espediente narrativo, una sorta di monito al narcisismo e all’apatia dell’uomo moderno, e che quindi protagonista non ne sia realmente affetto. Pareri in merito?
  • Che ne pensate del parallelismo tra il personaggio di Lisa e la bambola Geisha?
  • Il viso della Gioconda funge da modello per il volto di quasi tutti i personaggi apparsi nel film (da cui il probabile gioco di parole Anomalisa/Monna Lisa). Lo percepite come un semplice tributo artistico o pensate ci sia dell’altro?

 

 

 

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Dirò che il film mi è piaciuto: per la durata di quasi tutta la visione ho provato odio e antipatia per il protagonista (e praticamente TUTTI i personaggi presenti) perché lo vedevo:

 

Spoiler

Psicotico, fastidioso, fuori luogo e falso.

Poi quando invece il suo disagio si è fatto tangibile ho percepito l'emarginazione e il desiderio di speranza riverso sulla povera Lisa. E mi sono sentita tanto, tanto sola, come lui. 

 

Comunque un film che, alla fine, fa riflettere.

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Ospite Knaves

In questo caso il "numeratore" del film è la sindrome di Fregouli. La soggettiva è quella di una persona affetta, e l'analisi procede in quel senso. La resa è notevole, secondo me. Gli stati d'animo dello spettatore variano tra empatia e odio. C'è sollievo e ansia. E probabilmente ci sono dettagli che non ho colto, sulla malattia. Ora, mi piacerebbe mettere delle osservazioni sotto spoiler, se solo ci riuscissi senza perdere di nuovo il messaggio. Dal mio telefono il forum fa parecchi capricci.

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Ospite Knaves
Spoiler

Ho dovuto fare un post a parte. Allora, io dei film che vedo cerco di non sapere niente. All'inizio ho pensato fosse una metafora sui burattini, o marionette, che ho studiato parecchio all'uni perché avevo una prof fissata (pace as). Il che non era esattamente il tema, tuttavia mi ha ispirato alcune idee, in merito all'omologazione, ai vincoli che noi abbiamo, agli script che costantemente dobbiamo seguire. Dopo il nome dell'albergo e la discussione dove ammette qualche problema psicologico, si può iniziare a seguire in altra ottica. Più angosciante. Magari anche un po' morbosamente curiosa. I film sul disagio mentale secondo me sono così. Ti cali in una condizione che per gli altri è un vincolo. Sei un turista della malattia. Ciò non implica alcun giudizio eh. Anche perché è importante conoscere, vivere, sperimentare. A volte però la curiosità è morbosa.

 

Vi vorrei chiedere cosa ne pensate del fatto che lui sia un esperto di empatia, scrittore di un manuale per ottimizzare i rapporti telefonici con clienti. Non conosco abbastanza la sindrome per sapere se ci sia un collegamento.

 

Per il resto è ottimamente realizzato, dialoghi curatissimi, eccezionali. E anche il doppiaggio, che probabilmente non era facile. E, per una volta, credo che sia un film che si possa apprezzare meglio doppiato.

 

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Anche a me è piaciuto. L'avevo già visto e all'epoca lo commentai subito con chi me l'aveva consigliato (mesi prima). Ricordo che quando uscì mi aveva incuriosito perché avevo visto che la critica lo osannava e in genere sono molto curioso, ma altrettanto scettico. Anche se seguo Kaufman da anni e non sono ancora rimasto deluso (a parte con Human Nature e dovrei approfondire Sinecdoche New York che prima o poi dovrebbe capitare al cineforum, visto che è in archivio).

Personalmente sin da subito non mi ha entusiasmato lo stile grafico, ovvero l'estetica dei pupazzi, ma credo sia un problema mio perché non credo di aver mai apprezzato del tutto nessun film in stop motion. Invece tecnicamente ho letto grandi elogi sulla realizzazione ed effettivamente ho notato anche io la fluidità e perfetta resa di molte scene, dalle più banali fino alla soggettiva durante la corsa in corridoio. I tempi poi sono ben calibrati e inglobano bene anche le movenze spesso ridondanti o apparentemente superflue (ad esempio l'indugiare su quale tasto del telefono premere).

La durata è di un'ora e mezza quando in realtà a livello pratico poteva durare anche la metà (avevo letto che il progetto iniziale era in effetti stimato sui quaranta minuti, ampliati grazie ad una raccolta crowdfunding molto maggiore di quella preventivata), ma alla fine non pesa per niente e ogni microscena aggiunge qualcosa senza risultare di troppo. Sul doppiaggio, vista la particolarità delle voci, direi che anche io l'ho apprezzato in italiano, sarei curioso di vederlo anche in originale, ma forse per una prima visione l'italiano è più immediato (a meno di non avere un'ottima conoscenza della lingua, immagino).

Andando ai contenuti, personalmente mi trovo spesso contrariato di fronte a film dove bisogna avere conoscenze specifiche per poter interpretare l'opera. Un film può avere significati nascosti ed è sempre bello scoprirne, magari successivamente, citazioni o interpretazioni nascoste, ma quando si può apprezzare l'opera solo in virtù di questi richiami, allora è un fallimento. Per dire, di sicuro uno dei richiami più lampanti del film Matrix è il mito della caverna di Platone, eppure uno può benissimo vederlo e apprezzarlo senza conoscerlo. Mentre ci sono altri film che senza un'analisi approfondita delle fonti di ispirazioni, difficilmente riescono a rendersi interessanti. Anomalisa di sicuro ha tantissimi strati da approfondire e non sono neanche blandi come ad esempio per Matrix, eppure secondo me pur nell'ignoranza totale chiunque può apprezzarlo anche attribuendogli valori diversi da quelli che uno potrebbe vederci conoscendo le premesse concettuali dell'autore. E questo per me è un grande pregio, un po' come per molti film (ad esempio quelli di Lynch dove ho sentito tante persone commentarli dicendo "non ci ho capito niente, ma è bellissimo") quando si riesce ad apprezzare il risultato anche senza dover per forza avere determinate conoscenze, allora il film è sicuramente riuscito. Poi per approfondire c'è sempre modo e tempo e, anzi, è un modo per riscoprirlo.

Continuo in spoiler andando a parlare dei contenuti.

 

Spoiler

Ovviamente io non conoscevo la sindrome di Fregoli prima della visione e l'ho scoperta a film appena concluso nelle ovvie ricerche su google. Così diventa anche più chiaro il riferimento alla lingua italiana della canzone (che ho cercato ma pare non esistere una versione italiana di Girls Just Want to Have Fun). Cercando in rete ho visto che Kaufman ha affermato che Michael NON soffre di tale sindrome, infatti non è stupito o ossessionato dal fatto che tutti abbiano la stessa voce o la stessa faccia. Tuttavia il fatto che Lisa sia diversa lo spinge a cercarla. Quindi non ne è neanche estraneo, perché nota la differenza. Di sicuro tra le scene più interessanti c'è il sogno, in cui allucinazioni e paranoia riconducibili alla sindrome sono esplicitate dal sentirsi perseguitato.

Un aspetto che non avevo notato e che ho scoperto leggendo in rete è la somiglianza tra Lisa e la bambola giapponese. Intanto hanno la stessa voce e cantano entrambe (a tal proposito, ho cercato anche quella e ho visto che è una tipica canzone per bambini giapponese, insolita scelta per un sex-toy), hanno entrambe una cicatrice/crepa nella parte destra del volto, inoltre Lisa afferma che le piace il giapponese e nella lettera che scrive alla fine afferma di aver cercato il termine anomalisa sul dizionario giapponese-inglese, oggetto insolito da portarsi dietro andando a vedere un seminario (tra l'altro Lisa stessa quando dice che le piace il giapponese aggiunge un "ovviamente", perché?). Da qui alcune teorie secondo cui Lisa non esiste data da diversi piccoli indizi oltre alla somiglianza dei personaggi. Intanto le circostanze della sua apparizione. Poco prima Michael aveva provato a tornare a letto con la ex, aveva visto un uomo masturbarsi dalla sua finestra ed era stato in un sexy shop. Durante il rapporto con Lisa nessuno dei due si preoccupa di usare contraccettivi (era stato fatto presente durante la visione sul cineforum). Infine c'è il particolare per cui a fine film la moglie chiede se dalla bambola fuoriesca dello sperma, cosa piuttosto insolita visto che dovrebbe essere un oggetto di antiquariato, dunque chi potrebbe mai averla "usata"? Tutto ciò farebbe pensare che in realtà Lisa non sia mai esistita, che semplicemente sia tutta un'allucinazione di Michael che invece ha usato la bambola giapponese. Questa teoria è ripresa dalla canzone dei titoli di coda, scritta da Kaufman stesso, in cui si legge "In a dream you came and held my hand / Our love was perfect in that sphere / The breeze was your whisper in that land / While the air stands still right here / No I've never me you my sweet dear / And my firends they say you don't exist". Ovvero che si sia trattato di un sogno, che lei non l'abbia mai incontrata perché non esiste. Tuttavia questa stessa teoria viene contraddetta dalla scena in auto di Lisa ed Emily, unica scena in cui non compare Michael, che infatti costituisce un punto di vista diverso e ammetterebbe dunque la sua esistenza come entità diversa da quella di Michael.

In realtà non credo che Kaufman, come spesso fa nei suoi film, abbia voluto dare una direzione univoca, di sicuro è tutto frutto di allusioni e ambiguità. D'altronde questo film ricalca a suo modo alcune tematiche già viste in Essere John Malkovich (soprattutto la scena nell'ufficio nel seminterrato). C'è anche chi ipotizza una specie di dimensione parallela in cui Michael è in un "inferno/purgatorio", alcuni richiami li si vede in tutto il film (alla radio si parla di inferno, Anomalisa nel dizionario giapponese sarebbe la dea del paradiso, l'ufficio del direttore è nel seminterrato). Più altre ipotesi che non ricordo neanche più.

La cosa sicura è che è un'analisi introspettiva di Michael, che ammette direttamente di avere problemi psicologici, che nomina lo zoloft, che ha un chiaro esaurimento nervoso durante il discorso del seminario. Discorso in cui parla di tutto, di amore, di crisi, di politica, di rivolta sociale, mostrando la sua confusione e mettendosi a nudo di fronte ad un pubblico. Anche qui è emblematica la scelta dei pupazzi con le fessure tra le parti ben visibili. Così come le voci tutte uguali. Altro richiamo alle "maschere" che indossiamo e che infatti proprio quando è in bagno, di fronte ad uno specchio, letteralmente nudo, inizia a guardarsi il volto e quasi stacca la faccia, interrotto proprio dalla voce di Lisa. Quasi a dire che la sua autocoscienza stava per "gettare la maschera", ma trova nel fattore esterno "un'altra persona" la distrazione per ignorare questa sua scoperta di sé stesso. Sarà infatti nel sogno, in cui temeva di aver perso Lisa, che perderà distrattamente il viso, completando il disassemblaggio che aveva iniziato in bagno davanti allo specchio, proprio in un momento di crisi. Non per nulla è stata scelta come immagine di copertina, perché è il primo accenno di autopercezione del protagonista, cosa che in realtà poi non avverrà mai nel film, se non forse con la negazione di tutto e tutti del finale, in cui chiede a sua moglie, a suo figlio e ai suoi amici "chi siete?" per terminare, ancor più sconsolatamente con "non me ne sto andando, dove potrei mai andare?" (e questo si ricollegherebbe al paradiso/inferno/purgatorio, ma io la vedo più come un'accettazione del suo stato depressivo disfattista e ignavo).

Quindi qual è la funzione della bambola giapponese? Una presa di coscienza? Un'accettazione? Di sicuro è emblematico che subito dopo il film, anziché concludersi, passi alla lettera (inizia con una lettera e finisce con un'altra, entrambe amanti del protagonista, entrambe lettere di "addio") di Lisa, unica parte non dal punto di vista di Michael. Mentre Bella lo accusava di averlo abbandonato, Lisa, coerentemente col suo personaggio, accetta tale abbandono e anzi lascia un augurio positivo, un finale agrodolce che un po' lascia speranza per Michael che non sarà ossessionato da tale lettera come lo era con quella di Bella e dall'altra ci fa vedere la totale remissività di Lisa che già aveva dato prova di essere un personaggio molto debole di carattere ("di solito gli uomini preferiscono Emily, io sono stupida e brutta") ma che tutto sommato dimostra un equilibrio mentale migliore di quello di Michael.

 

Insomma un film di sicuro ricco di molti spunti e con tematiche apparentemente banali ma che portano a riflessioni più profonde. Cosa possibile sia analizzandolo prendendo in considerazioni gli elementi che ho citato nello spoiler (per lo più letti in rete), ma che già ad una prima visione senza focalizzarsi troppo sui dettagli, dava tantissime idee non meno valide di quelle citate in spoiler. Insomma, fa quello che un'opera deve fare, da qualunque prospettiva lo si guardi. Quindi una volta tanto mi trovo d'accordo con la critica, anche se alcuni lo hanno definito un film insulso o con una storia debole, ma è giusto anche quello, non tutto deve piacere a tutti.

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Ospite Knaves

Ti ringrazio Andrea, per gli ulteriori spunti. Ti faccio una domanda sotto spoiler.

 

Spoiler

Ma la ferita di Lisa corrisponde per caso alla parte del volto della bambola dove manca la maschera? Potrebbe essere una rottura/ferita della bambola o è prodotta volutamente così? Lo dovrei rivedere per togliermi il dubbio, intanto lo chiedo a te.

 

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Spoiler

È ovviamente una crepa della maschera che si è rotta lì, non prodotta così. Così come Lisa ha una cicatrice. Il richiamo è voluto ed esplicito, ma l'interpretazione spetta allo spettatore.

Alla bambola non manca metà volto, ha solo una spaccatura all'altezza dell'occhio. È il corpo che per metà è scoperto e mostra gli ingranaggi.

 

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6 ore ago, Knaves ha detto:
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Vi vorrei chiedere cosa ne pensate del fatto che lui sia un esperto di empatia, scrittore di un manuale per ottimizzare i rapporti telefonici con clienti. Non conosco abbastanza la sindrome per sapere se ci sia un collegamento.

 

 

Spoiler

Sono piuttosto certo che non sia casuale. Se davvero Michael non è affetto dalla sindrome, ci si può vedere una riflessione su come e quanto la conoscenza approfondita dei comportamenti umani (sappiamo che è un esperto nel suo campo) possa arrivare a ucciderne il fascino, soprattutto laddove questo sapere venisse applicato meccanicamente, per lavoro.

 

Spiegherebbe il rifugio nelle anomalie, in Lisa, che non è particolarmente sveglia, e nella bambola (anch'essa limitata nelle espressioni). Renderebbe più sensato anche come Lisa arrivi a "perdere" la propria voce, dal punto di vista di Michael, maturando e superando le proprie insicurezze.  

 

O magari si tratta di semplice ironia da legge del contrappasso, anche se personalmente trovo più interessante la prima ipotesi.

 

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  • Membro attivo

Grazie abs per l'analisi. Mi è piaciuta molto.

Sull'ultima parte io avevo dato un'altra interpretazione, non legata propriamente alla Sindrome di Fregoli.

Spoiler

Come dicevo con Cocco, ad un certo punto si affronta il tema delle maschere, del mettersi a nudo di fronte a sè stessi, più che per gli altri.
Michael è di fatti NUDO, letteralmente, in quella scena in bagno, e quasi si scopre di un altro livello di falsità, come se non riuscisse a guardarsi allo specchio e ad accettarsi totalmente (rappresentando poi uno dei sintomi primari della maggior parte delle malattie legate alle psiche, l'auto accettazione).

Ebbene, incontra questa persona, cercando "un amico", e sente che in lei c'è qualcosa di diverso. Qualcosa di speciale.

Dopo aver consumato, però, e dopo aver anche fatto un incubo pieno di incognite (che io ricollegavo ai sensi di colpa, tra cui la moglie sotto le spoglie del direttore dell'albergo [la moglie di solito è un po' colei che dirige l'andamento della famiglia]), si accorge di piccoli difetti di Lisa, fra cui lo sbattere la forchetta sui denti.

E inizia a sentirla esattamente come gli altri, dimostrando quella che è la noia che si prova dopo aver ottenuto qualcosa di cui non siamo davvero "innamorati" o interessati, ma che ci provoca interesse perché diverso. Una rottura della routine, come dicevo in cineforum.

Il parallelismo con la bambola potrebbe essere quello del gioco di un bambino, che, dopo averlo desiderato tanto, perché nuovo e scintillante, perde interesse e lo abbandona, per ritornare al suo "porto sicuro" (che può essere il gioco di sempre, o la famiglia).

Il fatto che la bambola sia giapponese e non inglese (ho imparato alla fine xD), può rappresentare anche la curiosità per il diverso, l'esotico.

 

Non so, l'avevo letta così.

 

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Ospite Knaves
Un'ora fa, kado' ha detto:

 

  Nascondi Spoiler

Sono piuttosto certo che non sia casuale. Se davvero Michael non è affetto dalla sindrome, ci si può vedere una riflessione su come e quanto la conoscenza approfondita dei comportamenti umani (sappiamo che è un esperto nel suo campo) possa arrivare a ucciderne il fascino, soprattutto laddove questo sapere venisse applicato meccanicamente, per lavoro.

 

Spiegherebbe il rifugio nelle anomalie, in Lisa, che non è particolarmente sveglia, e nella bambola (anch'essa limitata nelle espressioni). Renderebbe più sensato anche come Lisa arrivi a "perdere" la propria voce, dal punto di vista di Michael, maturando e superando le proprie insicurezze.  

 

O magari si tratta di semplice ironia da legge del contrappasso, anche se personalmente trovo più interessante la prima ipotesi.

 

 

Alla fine è un film sul quale c'è da pensare anche più di quanto avessi creduto in un primo momento.

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L'appuntamento con il cineforum mi ha dato modo di terminare la visione di questo film, anni fa l'avevo interrotto non riuscendo ad andare oltre al disgusto che nutrivo nei confronti del protagonista. Nel complesso credo che si tratti comunque di una pellicola piacevole, che come già detto, lascia spazio a molti punti di riflessione.

 

Aggiungo una postilla sulla un'ulteriore per quanto riguarda il riferimento a Lisa

Spoiler

La versione italiana di Girl just want to have fun (che sapevo quasi per certo non esistere e ho cercato durante la visione del film) mi ha fatto balenare l'idea appunto che si trattasse di un riferimento alla Monnalisa ma anche a Leonardo, che come ben sappiamo nella sua vita progettò e realizzò molte macchine. Andrebbe appunto successivamente a supportare l'idea che si tratti davvero della bambola giapponese. Inizialmente però avevo pensato alla storia del quadro, al fatto che Leonardo se la portasse sempre dietro poiché essa veniva considerata un'opera incompleta e che il soggetto del quadro non solo non esiste ma è anche l'autoritratto del pittore.

 

Per finire invece, sulla questione della professione del protagonista, credo che lui sia un luminare nella sua professione proprio a causa del suo disturbo, d'altronde lui riesce a ricavare una storia da un piccolo particolare (è uno dei punti che cita durante il seminario ma acquista un valore aggiunto se relazionato al suo modo di distorcere la realtà) ed è quello che permette la cosiddetta fidelizzazione del cliente.

 

 

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