In questo romanzo Bulgakov ha denunciato la repressione stalinista attraverso un capolavoro di fantasia, anche se nel romanzo c'è la giusta dose di tutto: critica sociale, satira, sarcasmo, cinismo e romanticismo. E anche riferimenti autobiografici.
La lettura è scorrevole, l'unica cosa che la rende un po' più ostica è che la trama non sia lineare.
Cioè, in un capitolo viene narrata una parte di storia, poi cambia capitolo e cambiano i personaggi, dopodiché si ritorna a parlare di personaggi e concetti precedenti nel capitolo successivo, e così via.
Si va avanti a piccole parti che poi si ricollegano, infatti sono presenti tre linee narrative che si intrecciano tra loro.
Nella prima parte un Demone nella società moscovita, invasa dall'ateismo, da' il via a una serie di eventi tragicomici, tra gatti che prendono il treno, magie e abiti che indossati svaniscono (in alcuni momenti mi ha riportato alla memoria Dino Buzzati con La Boutique del Mistero.)
A seguire ci sono le varie incursioni del romanzo scritto dal maestro all'interno del libro stesso, in maniera del tutto casuale.
Qui ci sono vari riferimenti autobiografici, infatti lo scrittore del romanzo perseguitato, decide di bruciare il suo manoscritto e rinchiudersi volontariamente in manicomio per non cadere nella censura.
E in questa parte la narrazione si sofferma sul punto di vista di Ponzio Pilato e dei suoi tormenti nel periodo del processo.
Infatti, il libro si divide principalmente in due periodi storici, Ponzio Pilato a Gerusalemme e la Mosca degli anni 30.
Verso metà si ricongiungono i vari archi di tempo.
Infine la storia d'amore fedifraga tra il Maestro e Margherita; si parla di quanto Margherita sia disposta a patire e struggersi per avere ancora anche solo un ultimo momento insieme al suo amato, si parla di "manoscritti che non bruciano".
Con questo richiamo all'amore infedele e il libro, è stato rapido il collegamento a Dante, nel quinto Canto dell'Inferno con il libro galeotto e Paolo e Francesca.
Oltre questo ci sono molti riferimenti che non sarò mai in grado di individuare, anche perché utilizza la metafora all'interno dell'allegoria stessa, quindi i significati nascosti del libro sono davvero tanti.
Bulgakov, servendosi dei vari personaggi, rimarca su come gli uomini a volte siano in grado di riconoscere il bene, ma in quanto uomini e assillati dal male, non trovano la forza di metterlo in atto.
C'è chi lo definisce il romanzo più bello del Novecento, e io anche se non li ho letti tutti sono già d'accordo 🤗
"Questo è un fatto. E i fatti sono la cosa più ostinata del mondo."