Le primissime stagioni erano di altissimo livello sotto il profilo della trama, tanto da rendere tollerabili anche le scene di sesso-random (e non è vero che fosse unicamente merito della base letteraria). D&D erano ottimi adattatori. Fino alla 4° stagione non ricordo di essermi mai trovato a contestare scelte strategiche e caratteriali dei personaggi, anzi, apprezzavo anche quei pochi episodi in cui gli autori si discostavano dai libri, fondendo e tagliando filoni narrativi superflui.
Il problema è che la serie è in pari coi libri da troppo tempo, e comunque deve ancora rispettare i tempi televisivi. C'è un divario di interessi tra l'adattare e il creare ex-novo, e se il difetto non è dovuto all'incompetenza degli autori allora, dal mio punto di vista, deve trattarsi dell'ingerenza dei dirigenti/produttori.
Ho i cofanetti delle prime 3 stagioni. Il resto l'ho sempre visto in streaming e di certo la produzione non mi caverà un soldo sulla sola base delle sue ultime trovate, che io la guardi o meno.
Per quanto fosse il suo punto forte, la serie comunque non è fatta di sola storia. C'è dell'arte anche nei costumi, nella scenografia, nella recitazione e persino nella computer grafica. Nel bene e nel male portarono alla luce una nuova forma di fare serieTV, fondendo romanzi e tecniche cinematografiche, in una rivoluzione analoga a quella portata da Twin Peaks 25 anni fa. Nelle mani giuste un solo episodio può variare la media qualitativa dell'intera stagione: la sesta per esempio non è che brillasse poi tanto in confronto a quella attuale. Eppure negli ultimi due episodi avrebbe potuto serenamente reggere il confronto con le prime stagioni.