Ovviamente dipende dalla tipologia di università. È chiaro che in un corso di Laurea in Fisica non puoi integrare la materia di studio con spunti di natura umanistica. Ma nulla di vieta di promuovere in modo facoltativo e parallelo iniziative quali cineforum, dibattiti, comitati di lettura narrativa. Raramente, ma l'ho visto succedere.
In ambito umanistico il discorso è diametralmente opposto, stai lì per studiare proprio quello. E si spera che sia fatto bene, non è stato sempre così. Oggi nei dipartimenti umanistici c'è la cattedra di Storia del Cinema, pare scontato ma non è stata istituita finché il Prof. Verdone (il padre dell'attore, grande uomo che ho avuto la fortuna di conoscere) ci si è messo con tanta buona volontà. Per fare un esempio. Quindi la proiezione di film è sistematicamente prevista, con tanto di programma sulla guida dello studente.
Il punto è che lì c'è, o dovrebbe esserci, consapevolezza. Invece in una mente in formazione, in uno spirito non ancora definito nella sua stessa identità, è molto delicato intervenire in modo irruento. Le reazioni possono essere molteplici. Va capito quando puoi proporre un certo contenuto e quando è prematuro. Come dicevo, siccome a scuola c'è molta etereogeneità perché tutti maturiamo secondo tempi diversi, e abbiamo sensibilità differenti, è più alto il rischio di fare danni che la possibilità di ottenere benefici.
Prendiamo Primo Levi, "Se questo è un uomo". Io sono rimasto al fatto che venga sistematicamente proposto come lettura alla fine della seconda superiore. Sarebbe giusto proporlo in seconda media? Direi proprio di no.
Quindi è difficile. Possiamo prendere vari esempi e probabilmente ci sono contenuti che possono andare bene per gli ultimi anni delle superiori (ahx no). Ma va valutata la classe, il contenuto, la capacità del docente di fornire supporto e chiarimenti (nonché la sua disponibilità). Sono tanti fattori e secondo me resta troppo complicato, anche alla luce di come sono ridotte le scuole oggi, con problemi pratici, di mera sopravvivenza.
Quando parlavo di normativo intendevo questo. Le opere d'arte parlano per induzione, per sentimento. Un potere comunicativo basato sulla funzione poetica della comunicazione. Ma a scuola c'è sempre più la tendenza a non saper cogliere funzioni molto più semplici dell'ambito comunicativo, quella poetica è tra le più ostiche.
Quindi è molto più efficiente un'ora di corso civico sulla violenza verso le donne, per fare un esempio, spiegando esplicitamente cause, conseguenze, punizioni, piuttosto che proiettare un bel film sull'argomento smuovendo animi acerbi ed incerti che interpreteranno con limitati strumenti.
Oh, questo è il mio mero parere, e quindi conta quel che conta, non ho nessuna pretesa che "sia così e basta". Posso benissimo dire cazzate.
Scusate la lunghezza...