Come funzionano le votazioni?
Potrete selezionare un solo brano fra quelli proposti, possibilmente
inserendo una motivazione nel topic (non è obbligatoria, ma è super gradita). Votate seguendo il vostro istinto, il vostro cuore, la vostra preferenza letteraria, e, se vi è possibile, senza cercare di risalire all'autore del componimento. È importantissimo che votiate senza "barare" (cioè senza chiedere ai partecipanti quale sia il brano da loro inviato).
Buona lettura!
1.
La nascita della prima parola
Il fuoco, la passione, la reazione elettrica, la chimica. La corsa, fra milioni di partecipanti, unico fra tanti, solo fra tutti. L'arrivo, l'entrata, il silenzio e nuovamente le reazioni. Affogo, ma finalmente vivo. Affogo, ma mi nutri e mi formi. Affogo, ma mai stato così protetto. Siamo unici, entrambi, unici ma collegati. La corda, conduce, ci unisce, due unici per sempre ma una sola unità adesso. Riposo nel tuo ventre, c'è tempo per correre. Riposo nel tuo ventre, c'è tempo per affannarsi. Mi farò sentire. Tu fammi sentire la gioia. Mi farò sentire. Tu fammi sentire difeso. Non ho la capacità di preoccuparmi, non ho la capacità del dubbio, posso solo fidarmi di te, ora, e per sempre. E ora, svegliami. Apri i miei occhi al mondo. Ma abbracciami, difendimi. Conosco solo te. Siamo separati, ma per sempre uniti. E parlami. Parlami, tu che hai la forza di dirmi le cose, parlami. Saranno le prime parole, saranno sempre le stesse, saranno le uniche certezze, saranno per sempre!
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2.
Al capezzale del dio in agonia piangevano i demoni. Quel falco vivace s’era appollaiato su una roccia, appena all’esterno della grotta. “Mia Signora, le coglierò sei gigli di fumo, se vorrà rinunciare al dio”. Quanti insetti bramosi ed immondi, nel buio, eclissati sotto il letto. E spettri, spettri non immuni da languori. “Mia Signora, le donerò la luce e le ombre, se si dimenticherà del dio”. Un pianto doppio rompeva i miasmi. I sensi erano in disordine. “Mia Signora, l’infinito deserto dei cuori sarà suo, se vorrà risparmiare il dio”. Spaventato dal pallore dei demoni, il falco si era alzato e ora stava sospeso, circondato dal silenzio delle sue ali. “Chi posso diventare per scorgere nuovi dolori?”, chiese la Signora. “Puoi concedermi una lacrima che non sia salata, ma dolce?”, continuò. “Non c’è sincerità nella vendetta”, concluse. Sibili rossi schizzavano dai suoi occhi come arpioni agganciati a fili. La Signora doveva riprendere il suo viaggio. Un preludio di decomposizione mordeva l’aria. Al sorgere dell’alba i demoni non seppero più distinguere. Si sparse un’onda di ferite. Nei chiostri. Sui colli. Sulle banchine fumose. Lì dove i viaggiatori indugiano, dubbiosi sul partire o meno. “Si bagnino nel fiume che scorre all’inverso, se si fidano, tutti questi feriti. E sul sentiero che scende, non cedano mai alle tentazioni indotte dai fiori”. Questa fu la sua ultima sentenza. “L’ho pregata davvero invano, mia Signora”. Le penombre fuggirono insieme a lei, lasciando il sole libero di devastare gli animi. Nel balletto di ceneri saltarono, straziati, i demoni. Nelle vene, suonava una messa da requiem che la pelle assorbiva, mutandola in silenzio di cristallo. Il rito era compiuto.
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3.
Mi sento correre
il fiato si fa
strumento, suono e sibilo sotto le ossa
quasi l’afferravo per la manica, la seguivo da vicino
adesso la scorgo in un campiello
o era un campo,
ed eccola in una calle
stretta.
L’ennesimo angolo mi isola e mi fermo davanti alla Vecchia.
Era come l’avevo sempre immaginata
la veste lunga, il volto assente
comunica ma non pronuncia
Piagnucolo
“Per favore, non adesso”
Lei mi ignora, mi porge un bigliettino
M. VIOLENTA
Sussurra il vento
“Hai poco tempo”
Cerco Lei, la Guida
l’unica che mi possa aiutare
aspetta davanti ad un ascensore
“Ti accompagno io"
giù di mille piani.
Le guardie ci aspettano
eseguono tre passi, si accovacciano e sfoderano
io aspetto e rispetto
conto e mi accovaccio.
Ma il sangue non scorre
il tempo si ferma
io ne approfitto,
li supero e spalanco le porte.
Li trovo tutti li, gli invitati
volti noti che sorridono
altri no, mi seguono con lo sguardo.
L’altare di pietra, la veste bianca,
La saluto accarezzando gli organi sul vassoio
fegato polmone cuore
viscidi pulsano caldi
Felice Lei mi sorride,
mi prende le mani
mi prova l’Anello.
Mani ignote mi bloccano il collo, soffoco un grido e il ferro arriva alla bocca
una lama mi attraversa
una voce amica mi conforta
“Adesso tocca a te"
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4.
La gazza canta ed io oscillo
figure scomposte tra righe e carte,
assente, penso all'infinito. Oltre
il silenzio, vacilla un sentimento confuso.
Nel nido, la noia.
Si ultima il canto,
la gazza si affaccia su una cupola di vetro
taciturna, scompare.