Shantaram è quel che è, di sicuro Roberts ha un po' la presunzione di insegnare e dare un messaggio moralista (se non ricordo male è stato studente di filosofia e spesso attinge dai suoi studi, anche se in maniera maldestra come dicevi tu), ma non è rovina troppo il romanzo nell'insieme. Di sicuro la trama è rocambolesca e un po' esagerata, ma è bello anche per quello. Sembra di leggere un romanzo d'azione, ma non solo, c'è anche la parte filosofica (che può non piacere), ma soprattutto viene descritta una cultura e un lato del mondo che noi occidentali conosciamo molto poco. A me ha entusiasmato anche Shogun di Clavell, per lo stesso motivo. Al di là della trama e delle tematiche, sono libri che offrono uno scorcio su qualcosa che, nonostante la globalizzazione e la potenza di internet, ancora sfugge al pubblico dominio. Per questo più che per altro, è stato un libro che è riuscito a stupirmi e colpirmi più di altri. Anche se poi, stringendo, non è un capolavoro e non racconta chi sa che cosa, è stato comunque un libro che ha saputo appassionarmi e che penso ricorderò a lungo. Motivo per cui mi capita spesso di consigliarlo.
Il Pendolo di Faucault mi sta lasciando un po' perplesso. Anche io ho letto solo Il Nome della Rosa di Eco e trovo questo, come quello, molto ben costruito e architettato, ma un po' troppo didascalico. Più che un romanzo sembra una ricerca enciclopedica. Di sicuro è gradevole da leggere, ma non essendo appassionato di templari ed esoterismo penso che dimenticherò quasi tutto un mese dopo aver terminato il libro. Ma sono appena ad un terzo, magari cambierò idea.