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Lettura Lif aprile 2023 - Emmanuel Carrère - I Baffi


absolute

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AUTORE: Emmanuel Carrère

TITOLO: I Baffi

 

Spoiler

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Cita

«Di certi autori capita che non si legga subito la loro primissima produzione. Magari è uscita in sordina, magari il loro è un successo venuto in un secondo tempo. È successo più o meno lo stesso con Emmanuel Carrère. Ma le 150 pagine di I baffi s’impongono a una lettura avida e ininterrotta sin dalla prima pagina.» - Teresa Bellemo RivistaStudio

«Ci sono romanzi come puzzle, devi mettere insieme tutte le tessere. Altri, come questo, sono un filo che si tira e sistema ogni cosa» - Gabriele Romagnoli

È quasi un capriccio, uno scherzo, quello di tagliarsi i baffi, da parte del protagonista di questo inquietante romanzo. Ma ci sono scherzi (Milan Kundera insegna) che possono avere conseguenze anche molto gravi. Il nostro non più baffuto eroe si troverà infatti proiettato di colpo - lui che voleva solo fare una sorpresa alla moglie - in un universo da incubo: perché tutti quelli che lo conoscono da anni, e la moglie per prima, affermano di non averli mai visti, quei baffi, e che dunque nella sua faccia niente è cambiato. Il mondo comincia allora ad apparirgli «fuor di squadra», e il confine tra la realtà e la sua immaginazione sempre più sfumato. Delle due l'una: o è pazzo, o è vittima di un mostruoso complotto, ordito dalla moglie con la complicità di amici e colleghi, per convincerlo che è pazzo. Non gli resta che fuggire, il più lontano possibile. Ma servirà? O non è altro, la fuga stessa, che il punto di non ritorno? Per nessun lettore sarà facile ripensare a questo libro - in cui ritroviamo le atmosfere visionarie e paranoiche di quel Philip K. Dick sul quale Emmanuel Carrère ha scritto - senza un brivido di turbamento.

 

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Era da un po' che volevo leggere questo libro, ma per un motivo o l'altro avevo sempre rimandato. Finalmente grazie a questo spazio ce l'ho fatta :)

 

Inizio col dire che il soggetto è molto affascinante, ma ci avrei visto meglio un racconto breve, non che così com'è sia lungo, ma con l'andare avanti delle pagine e già arrivando a metà, perde quasi completamente tutta la carica iniziale che confonde tra realismo/scherzo/colpo di scena/paradosso etc...

 

Le prime trenta pagine circa, mi sono piaciute molto, però allo stesso tempo mi è anche dispiaciuto come sia quasi drasticamente calato l'interesse da lì in poi.

 

La bellezza iniziale credo sia determinata proprio dalla non comprensione della trama; leggendo non si capisce bene che filone si stia seguendo, se è appunto quello di uno scherzo, o di un complotto, e questa è una cosa che ha funzionato benissimo, difatti finché non fa capire su che piano ci stiamo aggirando, è stato curioso e divertente. 

Poi d'improvviso la trama inizia a prendere una piega differente, ed è lì che si lascia intendere che sia una sorta di drammatico quasi realistico (?), ma poi nuovamente sul finale prende la curva del surrealismo.

 

Non so, a me questo zigzag di andare da una parte e dall'altra non è che mi abbia fatto impazzire.

A volte può riuscire ed è bellissimo, ma in questo caso non mi è piaciuto, ed è proprio per questo che sul finale, dal punto di vista narrativo, non ho trovato il senso di dover essere così "crudo" nel contesto.

 

Quindi complessivamente mi ha lasciata un po' amareggiata, e il finale titubante, ma è stata ugualmente una lettura piacevole.

 

 

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Mi ero dimenticato di commentare.

Concordo quasi del tutto. Anche io ho notato un prima e un dopo, fino a (forse anche meno della) metà sembra una cosa, poi non si capisce neanche se l'autore avesse le idee chiare. L'inizio molto promettente poi non viene mantenuto. E dire che era quasi inevitabile l'accostamento a Vitangelo Moscarda, ma qui si parla di tutt'altro. L'autore sembra comunque valido, non era il suo primo titolo che mi consigliavano, ma mi ero lasciato prendere appunto dalla tematica. Nel complesso concordo che non è brutto, però lascia con un senso di incompletezza per le aspettative tradite. Non so se e quando ma penso riproverò con qualche suo altro titolo, anche perché, appunto, non è una lettura noiosa.

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  • 2 settimane dopo...
  • 2 settimane dopo...

Ok amori, l.ho finito e devo dire che

Spoiler

non ci ho capito una mutua. Cioè, datemi libri da leggere dove una spada è una spada e un comodino è un comodino. Già è difficile quando chiedo una cosa ad una ragazza e lei mi risponde niente, cercare di capire tutte le declinazioni del niente (e a volte le becco pure eh, o per lo meno così mi fanno credere), qui non si capisce (o probabilmente non lo capisco io perché sono tonto ed ingenuo letturisticamente parlando) o non mi fan capire se è un racconto vero, una lunga metafora, un viaggio interiore o quanto altro. L inizio era carino, il tipo pareva farsi le 3000 pare che è capace di farsi qualsiasi donna nel giro di mezzo secondo, poi però si cade un po' sul ridicolo ed ho perso le dimensioni della cosa. Era un racconto vero? È una metafora di un qualcosa? (No,.sono una sega a trovarle eh), poi quando scappa e prende l aereo...boh, un po' surreale, era un lungo sogno? E il finale, intendo proprio le ultimissime pagine non le ho proprio capite. Ma è un viaggio interiore del tipo? Boh...datemi pane al pane e vino al vino, sono più per gli scacchi con regole chiare e precise. Non ho fatto altro che leggere per riuscire a capire il finale, come quando, già che ci siamo andiamo avanti con la lettura per scoprire chi è l.assassino, e l assassino, o per meglio dire gli assassino sono... boh, perché non si sa.neancje se c'è il morto

Il vostro amorevole Hex di quartiere. C'è qualcuno altro che deve leggere?

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10 ore fa, Hexdrinker ha scritto:

C'è qualcuno altro che deve leggere?

Io! Speravo di finirlo ieri in treno ma mi sono addormentato, eheh! In settimana dovrei riuscire a terminarlo, sebbene mi sia incastrato così bene una serie di appuntamenti da non avere nemmeno il tempo per riprendere fiato, sob! (Difatti vi sto scrivendo dal lavoro - perché il PC a casa nemmeno riesco più ad accenderlo - da una piccola finestrina del browser ridotta e nascosta per non farmi scoprire!)

Per il momento sto evitando di leggere i vostri commenti a riguardo del libro per non essere influenzato e non incappare in spoiler! Quanto prima mi accoderò alle riflessioni qui nel thread. ;-) 

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14 minuti fa, ZecK_Hartia ha scritto:

Io! Speravo di finirlo ieri in treno ma mi sono addormentato, eheh! In settimana dovrei riuscire a terminarlo, sebbene mi sia incastrato così bene una serie di appuntamenti da non avere nemmeno il tempo per riprendere fiato, sob! (Difatti vi sto scrivendo dal lavoro - perché il PC a casa nemmeno riesco più ad accenderlo - da una piccola finestrina del browser ridotta e nascosta per non farmi scoprire!)

Per il momento sto evitando di leggere i vostri commenti a riguardo del libro per non essere influenzato e non incappare in spoiler! Quanto prima mi accoderò alle riflessioni qui nel thread. ;-) 

Bona bona, ti aspettiamo:)

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Ce l'ho fatta, eccomi!

 

Si parte: il lettore viene immerso nei meandri della mente di un personaggio, senza nome, al quale, sembrerebbe, la moglie giocherellona sta facendogli uno scherzo, convincendolo che non s'è accorta del taglio drastico dei baffi del marito perché... non ha mai avuto i baffi! Deve trattarsi per forza di questo, di una burla. I pensieri del protagonista ci convincono che la moglie è capace di inscenare scherzi ben elaborati coinvolgendo anche gli amici a reggere il gioco. Però il gioco è bello finché dura poco e ora inizia a diventare pesante. Ma si tratta davvero di un gioco? Il dubbio arriva, vorace, e distrugge tutto: il rapporto con la moglie, le amicizie, il lavoro, la famiglia... Carrère è abile nel descrivere il tormento di un protagonista incapace di capire se stesso, o che forse si scopre ora per la prima volta preda di un'enorme menzogna, alla ricerca di uno straccio di prova, che possa preferibilmente dargli ragione, ma in fondo si accontenterebbe anche di una prova a sfavore, purché sia un prova che porti a una qualche spiegazione. Ed è drammatico vivere insieme al protagonista questo sconforto, senza più alcun punto di riferimento fisico o mentale al quale potersi aggrappare. Il rischio d'impazzire è alto. Ma nessuno è pazzo. Tutti sono pazzi. E allora non rimane che scappare, lontano, ricominciare; trovare conforto in gesti abitudinali, ripetitivi. Dimenticare. Ma chi siamo davvero di fronte a quello specchio? La domanda rimane. Il dubbio rimane... in un finale che è auto-affermazione di sé stessi e negazione al contempo.

 

Mi è piaciuto tantissimo il modo di scrivere di Carrère e di veicolarmi in quanto lettore: dapprima pensavo davvero si trattasse di uno scherzone di Agnès, ma d'altronde non poteva essere così semplice la vicenda, quindi mi sono schierato dalla parte di lei, pensando che il protagonista fosse davvero pazzo. Poi mi è stata fornita qualche prova di ciò quando Agnès ha rivelato che il padre del protagonista era morto da un anno e che tale ammanco lo aveva particolarmente colpito. Ho persino pensato che potesse avere una malattia mentale, che lo portasse a immaginare cose sino al punto di considerarle vere, come per esempio il viaggio a Giava. E se anche Agnès fosse un'immaginazione? Nella seconda metà del libro mi ero abituata a non avere più Agnès intorno, e poi eccola che dal nulla ricompare, improvvisamente, inspiegabilmente, illogicamente, impossibilmente. Allora è davvero pazzo, allora tutto ciò che ho pensato facesse parte della sua vita potrebbe non essere la realtà. Era veramente un architetto? Abitava veramente in Francia? E io? Io, lettore, sono davvero sicuro di chi sono? 

 

Ora inizio a leggere i vostri commenti!

 

Personalmente non ho avvertito un calo di tensione, fino alla fine del libro mi ha tenuto sulle spine non facendomi capire da che parte fosse la verità. Fino all'ultimo, un po' come il protagonista, ero alla continua ricerca di una prova che smentisse la pazzia.

Certamente Carrère non lascia comprendere granché, comprendo che per taluni possa essere sintomo di confusione, disordine, inconclusione, dispersione; per me invece è una porta alla mente, a quel che posso e voglio immaginarmi, senza necessariamente veicolarmi a un messaggio prestabilito.

A me è piaciuto tanto, l'ho votato 9/10, ma ammetto che mi piacciono i trip incomprensibili, mi piace non capirci niente, mi piace fingere di averci capito qualcosa e poi non saperla spiegare. Non mi è piaciuto. Capito?

 

Modificato da ZecK_Hartia
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Per quanto mi riguarda il problema non è stato tanto che era includente o confuso, anzi anche a me piace come genere. Piuttosto ho trovato insoddisfacente il fatto che la storia abbia preso una piega molto diversa da ciò che mi aspettavo, cosa che poteva essere un pregio se fosse stato un cambiamento in positivo, invece è risultata stagnante. Dopo un po' la paranoia o doveva sfociare in una risoluzione o in qualcosa di più interessante, invece cambia ambientazione e personaggi e riparte da basi diverse ma con un susseguirsi di uno stesso schema. E questo, a mio parere, risultava anche meno efficace perché da un lato era qualcosa di già visto e dall'altra faceva mancare un risvolto risolutivo. Non dico che doveva per forza spiegare o dare una svolta, ma tra tutte le possibilità, la scelta dellautore l'ho trovata poco incisiva ed interessante. Poi concordo sul fatto che abbia un bello stile e comunque solleva tematiche interessanti, infatti non lho trovato brutto. Però di sicuro mi sarei aspettato di più e mi è dispiaciuto vedere una buona potenzialità, per i miei gusti, inespressa.

 

Ora che ci penso mi ha ricordato un altro libro, L'Anomalia di Le Terrier. Non tanto per lo stile, ben diverso, ma per un fatto misterioso che dà il via alla narrazione e che alla fine mi ha lasciato insoddisfatto per il modo in cui è stata sviluppata la trama. Pur avendo apprezzato la mattazione, lo stile e la creatività dell'autore nel far sentire il lettore preso dai personaggi. 

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