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Lettura LIF - Settembre/Ottobre 2021 - Senilità


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Titolo: Senilità

Autore: Italo Svevo

 

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Spoiler

A trentacinque anni Emilio Brentani vive un'esistenza grigia accanto alla sorella Amalia, una donna semplice e buona, ma non più giovane né bella finché incontra Angiolina una vitale e "facile" popolana con cui intreccia una relazione. Emilio attribuisce a questo rapporto un significato che l'indole morale della ragazza non sa sostenere. L'amico Balli viene coinvolto nella vicenda e Angiolina ne diventa l'amante. Amalia se ne innamora nascostamente; quando il suo sentimento viene scoperto, sentendosi frustrata e derisa si stordisce con l'etere e ne muore. Emilio, completamente vinto dalle vicende, rinuncia a sentirsi vivo e sceglie "la senilità", rinunciando così anche alle emozioni e ai sentimenti. Introduzione di Daniele Del Giudice.

 

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  • 2 settimane dopo...

Finito oramai da una settimana. Mi ero ripromesso di leggere la prefazione alla fine del libro visto che dopo una veloce occhiata ho notato che parlava della trama intera del libro e, oltre ad odiare gli spoiler, mi risultava anche incomprensibile seguire i collegamenti tra nomi e fatti che non avevo ancora conosciuto. In realtà anche a romanzo concluso non ho apprezzato troppo la prefazione (piena di spoiler, non capisco perché si ostinino a metterla all'inizio di un libro), quindi ci ho messo tanto a finirla.

 

Il libro nel complesso non mi è piaciuto. Ammetto di essere un lettore più attento alla trama e all'intreccio che non al resto. E di sicuro Senilità, come anche La Coscienza di Zeno, che avevo letto decenni fa, non punta all'intreccio quanto alla caratterizzazione del personaggio. Personaggio che a quanto ho letto definisce l'inetto affrontato nella trilogia di Svevo. E da questo punto di vista penso che sia molto ben descritto, ovviamente risulta spesso odioso, ma è proprio quello lo scopo della caratterizzazione, o comunque è conseguenza dei suoi aspetti negativi. Ciò che non mi ha colpito particolarmente è lo stile. Di sicuro non banale, anche se potrebbe sembrare, d'altronde se perfino Joyce apprezzava Svevo un motivo ci sarà, ma che addentrandosi nei meandri della mente umana e soprattutto nei processi consci-subconsci che descrivono il conflitto e la natura dell'inetto secondo Svevo, non mi ha appassionato più di tanto. Nell'analisi contenuta nell'edizione Feltrinelli viene sottolineata l'attenzione al dettaglio, le peculiarità linguistiche e di stile che caratterizzano il romanzo, pur ammettendo il processo di perfezionamento dal romanzo precedente, Una Vita, al successivo, La Coscienza di Zeno, quest'ultimo considerata la migliore prova dell'autore. Sarò superficiale ma non mi ha convinto, nonostante tutte le dovute premesse, anche se suppongo dipenda molto dal mio gusto personale.
Rimane di sicuro una lettura interessante che ho avuto piacere di affrontare ma che mi consolida l'idea che avevo di Svevo dopo la lettura de La Coscienza di Zeno: non è un autore che riesce a conquistarmi. Valido, senza dubbio, ma anche legato ad un certo tipo di tematiche, quali l'approfondimento psicologico dei personaggi, che discostandosi da uno stile classico e trovando la sua dimensione all'interno del panorama letterario, può incontrare maggiore o minore consenso. Purtroppo mi colloco tra quelli che non lo apprezzano particolarmente, ma non posso negare le sue qualità, anche perché la lettura non mi è risultata pesante o difficile, ma non mi ha neanche tenuto incollato alle pagine per gustarne la bellezza. 

 

Un commento che non necessita di spoiler visto che non ho accennato minimamente alla trama, segno anche questo che non mi ha preso particolarmente. Mi spiace per la scelta non troppo felice del titolo, che ho proposto io, speriamo di migliorare in futuro.

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Spoiler

 

Finalmente ho terminato la lettura e posso commentare anche io. 

A essere onesta sono felice di aver letto Senilità, non tanto per la trama, che come ha già detto Abs non è poi così complessa, né per un particolare attaccamento ai personaggi che, sebbene caratterizzati bene, non ho sentito vicini, ma perché mi ha fatto riflettere molto. E un buon libro secondo me deve fare anche questo: aprire dei dibattiti. 

Avevo detto in altri luoghi che secondo me Senilità è un romanzo che invecchia male, ed è proprio questo che mi ha portato a riflettere maggiormente. Attraverso le pagine di Senilità si nota tantissimo come sono cambiati i tempi, sia per lo stile di scrittura, sia per le tematiche. 

Oggi come oggi molte delle questioni affrontate nel libro sarebbero considerate molto problematiche: sia l'eccessivo body shaming nei confronti di Amalia, sia alcune frasi specifiche (come quelle in cui Emilio fantastica di uccidere o possedere Angiolina con la forza), sia l'ambiguo rapporto tra Emilio e sua sorella, sia, soprattutto, il modo in cui sono caratterizzate le due donne principali. 

Soprattutto nel finale, in cui Emilio idealizza le caratteristiche positive di Amalia e quelle di Angiolina, sembra quasi che siano delle "donne a metà". Angiolina è bella nell'aspetto ma molto sciocca e civettuola, Amalia invece è brutta ma ha un carattere gentile. Ecco, soprattutto in questi ultimi anni in cui si parla molto di femminismo, è difficile immaginare che una visione tale delle donne possa non venir criticata. 

La mia non è una critica negativa a com'è scritto il libro (perché per leggerlo dobbiamo immergerci nel clima in cui è ambientato e contestualizzare i tempi che racconta), ma proprio una constatazione del fatto che oggi un romanzo del genere non troverebbe molto favori. 

 

Ho messo sotto spoiler perché ho parlato di alcuni dettagli della trama. 

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