Mamma BBC, papà Gatiss e Moffat, figlio con le fattezze di uno dei più iconici personaggi mai partoriti da mente umana.
E' bastata questa premessa per far scattare in me l'interruttore dell'hype a mille e ho atteso fremente l'arrivo di questa serie su Netflix, serie che si dipana in tre puntate da oltre un'ora l'una, un format già visto con Sherlock.
E niente: ho letto un po' ovunque critiche feroci, delusione totale e via discorrendo.
A me è piaciuta. Ma proprio tanto.
RECENSIONE SENZA SPOILER
Ho apprezzato moltissimo innanzitutto Claes Bang, il protagonista. Credibilissimo nella parte, bravissimo a riportare un personaggio declinato in mille salse come mi aspetto che sia: elegante, ironico, suadente, subdolo, altezzoso. Complimenti a lui e a chi lo ha scelto per interpretare il Conte.
Mi sono piaciute molto le ambientazioni, davvero ben riuscite a mio parere. Ho letto di critiche sul livello scarso della qualità della CGI, ricordando comunque che pure in Doctor Who siamo a livelli un po' bassini (e dopo aver visto da poco sia The Expanse che Lost in Space, comprendo la critica). Ok, però io mi incanto a vedere ad esempio come viene ricostruito il castello di Dracula, l'impressione di abbandono, gelo e tanta paura che trasmette.
Sono i dialoghi, però, ad avermi davvero conquistato: brillanti, sagaci, con battute e doppi sensi che non possono non strappare un sorriso e riflessioni più argute e profonde che fanno riflettere.
Lo sviluppo di trama è a mio avviso interessante, non dico altro perché lo spoiler nuoce gravemente alla salute.
E allora perché la serie ha ricevuto pochi apprezzamenti?
Boh, non lo so. A me è venuto in mente solo che questo Dracula è un po' ibrido: dovrebbe essere un horror ma lo è fino a un certo punto, ha un che di "thriller" ma nemmeno tanto, mescola situazioni grottesche a sensazioni più pesanti. Insomma, forse il mix è andato di traverso a più di qualcuno.
Devo dire che il trailer che ho visto qualche settimana fa non aiutava: sembrava una serie totalmente horror, dalle scene scelte.