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ZecK_Hartia

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  1. ZecK_Hartia

    Frasi e citazioni

    Il potere dei sogni, Xenia Edizioni e Servizi, Milano, 2008. ISBN 9788872730607.
  2. ZecK_Hartia

    Frasi e citazioni

    Il potere dei sogni, Xenia Edizioni e Servizi, Milano, 2008. ISBN 9788872730607.
  3. ZecK_Hartia

    Scelta Libro GdL

    In effetti la mia versione è un po' datata, e contiene solo Uova fatali. Se dici che nelle più recenti edizioni si trova insieme a Cuore di cane, e che di per sé risultano entrambi veloci da leggere, si può proporre la lettura di entrambi i racconti. Io non ho problemi a recuperare anche quest'ultimo. In ogni caso rimango aperto ad altre proposte, tue comprese; fa niente se l'ultimo libro letto è stato proposto da te: se torniamo a scegliere un tuo titolo significa che sei un buon propositore! ;-)
  4. ZecK_Hartia

    Frasi e citazioni

    Lo sono. Sono stracci di conversazioni. Citazioni, appunto; termine piuttosto ampio per il quale ci si può permettere di trovare una propria definizione, un proprio senso. Per esempio vedo che molti intendono la citazione come un riportare pagine intere, che forse si allontana ancor più dal tuo concetto di "simile a una massima". Ed è bello anche per questo, perché si ha modo di valutare diverse tipologie di citazioni. Ammetto che anche io, su alcune mie citazioni, quando le rileggo a distanza di anni, mi chiedo: "ma perché mi sono segnato questo passo?"! Ahahah! Credo faccia parte del processo di lettura cui accennavo nel mio precedente post: personalmente, quando sono proiettato dentro a un argomento di mio interesse, tendo a farmi affascinare da frasi che magari non sono nulla di che ma che nel mio immaginario narrativo che mi sono creato in quello specifico momento suonano altisonanti. E, appunto, a distanza di anni, quando il castello creato dalla lettura è ormai crollato, seppellito e dimenticato, le mie stesse citazioni non mi trasmettono più lo stesso intento, la stessa potenza. Nonostante ciò, mi piace riportare questi stracci e tornarli a leggere a distanza di tempo. ^_^ Elogio dell'ospitalità. Riflessioni sul cibo e sul significato della generosità, Il Saggiatore, Milano, 2020. ISBN 9788842826248.
  5. ZecK_Hartia

    Scelta Libro GdL

    Continuo sul filone dei libri al di sotto delle 200-250 pagine ('ché mi risultano più facilmente affrontabili) proponendo un libro che non rientra pienamente nelle mie corde ma che mi è capitato sottomano e mi ha quantomeno incuriosito: Michail Bulgakov - Uova fatali.
  6. Emmanuel Carrère - I baffi La Moustache (1986) Adelphi Edizioni, Milano, 2020, traduzione di Maurizia Balmelli 14x22 cm, 149 pp., ISBN 9788845934599. È quasi un capriccio, uno scherzo, quello di tagliarsi i baffi, da parte del protagonista di questo inquietante romanzo. Ma ci sono scherzi (Milan Kundera insegna) che possono avere conseguenze anche molto gravi. Il nostro non più baffuto eroe si troverà infatti proiettato di colpo – lui che voleva solo fare una sorpresa alla moglie – in un universo da incubo: perché tutti quelli che lo conoscono da anni, e la moglie per prima, affermano di non averli mai visti, quei baffi, e che dunque nella sua faccia niente è cambiato. Il mondo comincia allora ad apparirgli «fuor di squadra», e il confine tra la realtà e la sua immaginazione sempre più sfumato. Delle due l’una: o è pazzo, o è vittima di un mostruoso complotto, ordito dalla moglie con la complicità di amici e colleghi, per convincerlo che è pazzo. Non gli resta che fuggire, il più lontano possibile. Ma servirà? O non è altro, la fuga stessa, che il punto di non ritorno? Per nessun lettore sarà facile ripensare a questo libro – in cui ritroviamo le atmosfere visionarie e paranoiche di quel Philip K. Dick sul quale Emmanuel Carrère ha scritto con illuminante finezza – senza un brivido di turbamento. Si parte: il lettore viene immerso nei meandri della mente di un personaggio, senza nome, al quale, sembrerebbe, la moglie giocherellona sta facendogli uno scherzo, convincendolo che non s'è accorta del taglio drastico dei baffi del marito perché... non ha mai avuto i baffi! Deve trattarsi per forza di questo, di una burla. I pensieri del protagonista ci convincono che la moglie è capace di inscenare scherzi ben elaborati coinvolgendo anche gli amici a reggere il gioco. Però il gioco è bello finché dura poco e ora inizia a diventare pesante. Ma si tratta davvero di un gioco? Il dubbio arriva, vorace, e distrugge tutto: il rapporto con la moglie, le amicizie, il lavoro, la famiglia... Carrère è abile nel descrivere il tormento di un protagonista incapace di capire sé stesso, o che forse si scopre ora per la prima volta preda di un'enorme menzogna, alla ricerca di uno straccio di prova, che possa preferibilmente dargli ragione, ma in fondo si accontenterebbe anche di una prova a sfavore, purché sia un prova che porti a una qualche spiegazione. Ed è drammatico vivere insieme al protagonista questo sconforto, senza più alcun punto di riferimento fisico o mentale al quale potersi aggrappare. Il rischio d'impazzire è alto. Ma nessuno è pazzo. Tutti sono pazzi. E allora non rimane che scappare, lontano, ricominciare; trovare conforto in gesti abitudinali, ripetitivi. Dimenticare. Ma chi siamo davvero di fronte a quello specchio? La domanda rimane. Il dubbio rimane... in un finale che è auto-affermazione di sé stessi e negazione al contempo. E io? Io, lettore, sono davvero sicuro di chi sono? Voto: 4,5/5. QUI ho raccolto un po' di citazioni:
  7. Ce l'ho fatta, eccomi! Si parte: il lettore viene immerso nei meandri della mente di un personaggio, senza nome, al quale, sembrerebbe, la moglie giocherellona sta facendogli uno scherzo, convincendolo che non s'è accorta del taglio drastico dei baffi del marito perché... non ha mai avuto i baffi! Deve trattarsi per forza di questo, di una burla. I pensieri del protagonista ci convincono che la moglie è capace di inscenare scherzi ben elaborati coinvolgendo anche gli amici a reggere il gioco. Però il gioco è bello finché dura poco e ora inizia a diventare pesante. Ma si tratta davvero di un gioco? Il dubbio arriva, vorace, e distrugge tutto: il rapporto con la moglie, le amicizie, il lavoro, la famiglia... Carrère è abile nel descrivere il tormento di un protagonista incapace di capire se stesso, o che forse si scopre ora per la prima volta preda di un'enorme menzogna, alla ricerca di uno straccio di prova, che possa preferibilmente dargli ragione, ma in fondo si accontenterebbe anche di una prova a sfavore, purché sia un prova che porti a una qualche spiegazione. Ed è drammatico vivere insieme al protagonista questo sconforto, senza più alcun punto di riferimento fisico o mentale al quale potersi aggrappare. Il rischio d'impazzire è alto. Ma nessuno è pazzo. Tutti sono pazzi. E allora non rimane che scappare, lontano, ricominciare; trovare conforto in gesti abitudinali, ripetitivi. Dimenticare. Ma chi siamo davvero di fronte a quello specchio? La domanda rimane. Il dubbio rimane... in un finale che è auto-affermazione di sé stessi e negazione al contempo. Mi è piaciuto tantissimo il modo di scrivere di Carrère e di veicolarmi in quanto lettore: dapprima pensavo davvero si trattasse di uno scherzone di Agnès, ma d'altronde non poteva essere così semplice la vicenda, quindi mi sono schierato dalla parte di lei, pensando che il protagonista fosse davvero pazzo. Poi mi è stata fornita qualche prova di ciò quando Agnès ha rivelato che il padre del protagonista era morto da un anno e che tale ammanco lo aveva particolarmente colpito. Ho persino pensato che potesse avere una malattia mentale, che lo portasse a immaginare cose sino al punto di considerarle vere, come per esempio il viaggio a Giava. E se anche Agnès fosse un'immaginazione? Nella seconda metà del libro mi ero abituata a non avere più Agnès intorno, e poi eccola che dal nulla ricompare, improvvisamente, inspiegabilmente, illogicamente, impossibilmente. Allora è davvero pazzo, allora tutto ciò che ho pensato facesse parte della sua vita potrebbe non essere la realtà. Era veramente un architetto? Abitava veramente in Francia? E io? Io, lettore, sono davvero sicuro di chi sono? Ora inizio a leggere i vostri commenti! Personalmente non ho avvertito un calo di tensione, fino alla fine del libro mi ha tenuto sulle spine non facendomi capire da che parte fosse la verità. Fino all'ultimo, un po' come il protagonista, ero alla continua ricerca di una prova che smentisse la pazzia. Certamente Carrère non lascia comprendere granché, comprendo che per taluni possa essere sintomo di confusione, disordine, inconclusione, dispersione; per me invece è una porta alla mente, a quel che posso e voglio immaginarmi, senza necessariamente veicolarmi a un messaggio prestabilito. A me è piaciuto tanto, l'ho votato 9/10, ma ammetto che mi piacciono i trip incomprensibili, mi piace non capirci niente, mi piace fingere di averci capito qualcosa e poi non saperla spiegare. Non mi è piaciuto. Capito?
  8. Io! Speravo di finirlo ieri in treno ma mi sono addormentato, eheh! In settimana dovrei riuscire a terminarlo, sebbene mi sia incastrato così bene una serie di appuntamenti da non avere nemmeno il tempo per riprendere fiato, sob! (Difatti vi sto scrivendo dal lavoro - perché il PC a casa nemmeno riesco più ad accenderlo - da una piccola finestrina del browser ridotta e nascosta per non farmi scoprire!) Per il momento sto evitando di leggere i vostri commenti a riguardo del libro per non essere influenzato e non incappare in spoiler! Quanto prima mi accoderò alle riflessioni qui nel thread. ;-)
  9. ZecK_Hartia

    Frasi e citazioni

    Interessante questo aspetto che fai notare. In effetti, chi legge il libro, è già diegeticamente proiettato dentro a un susseguirsi di discorsi ben collegati tra loro, o quanto meno riesce a elaborare proprie elucubrazioni avendo un filo conduttore, e quel che per me può essere la frase più alta che riassume il periodo che sto leggendo, per chi è esterno alla lettura del libro in questione potrebbe risultare un qualcosa di incomprensibile! Fammi notare laddove accade ciò! Intanto... Elogio dell'ospitalità. Riflessioni sul cibo e sul significato della generosità, Il Saggiatore, Milano, 2020. ISBN 9788842826248.
  10. ZecK_Hartia

    Frasi e citazioni

    Ahahah e invece no! In realtà la mia opinione generale sul libro non è delle più positive! Lo lessi per un LiF, insieme ad Abs, qui. Però, proprio perché è un gran guazzabuglio di pensieri, vi sono molte frasi che mi hanno colpito! È che il mio contatore dei messaggi inviati è ancora basso e questo mi sembrava il topic dove poter floodare dando meno nell'occhio! Dovrebbero mancare ancora un paio di citazioni da questo libro, poi, in ogni caso, continuerò a intasare questo thread con altre citazioni!
  11. ZecK_Hartia

    Frasi e citazioni

    Elogio dell'ospitalità. Riflessioni sul cibo e sul significato della generosità, Il Saggiatore, Milano, 2020. ISBN 9788842826248.
  12. ZecK_Hartia

    Frasi e citazioni

    Elogio dell'ospitalità. Riflessioni sul cibo e sul significato della generosità, Il Saggiatore, Milano, 2020. ISBN 9788842826248.
  13. ZecK_Hartia

    Frasi e citazioni

    Ahahah allora qualcuno legge! Esatto, nel senso che una ricetta, quando viene condivisa, è aperta e al più può essere ritoccata, rimaneggiata, personalizzata, ampliata, ridotta ma mai, insomma, tutto ciò può considerarsi un plagio. Sono una delle forme più semplici e generose di scambio. Segue difatti la citazione: Elogio dell'ospitalità. Riflessioni sul cibo e sul significato della generosità, Il Saggiatore, Milano, 2020. ISBN 9788842826248.

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