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AUTORE: Emmanuel Carrère

TITOLO: I Baffi

 

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«Di certi autori capita che non si legga subito la loro primissima produzione. Magari è uscita in sordina, magari il loro è un successo venuto in un secondo tempo. È successo più o meno lo stesso con Emmanuel Carrère. Ma le 150 pagine di I baffi s’impongono a una lettura avida e ininterrotta sin dalla prima pagina.» - Teresa Bellemo RivistaStudio

«Ci sono romanzi come puzzle, devi mettere insieme tutte le tessere. Altri, come questo, sono un filo che si tira e sistema ogni cosa» - Gabriele Romagnoli

È quasi un capriccio, uno scherzo, quello di tagliarsi i baffi, da parte del protagonista di questo inquietante romanzo. Ma ci sono scherzi (Milan Kundera insegna) che possono avere conseguenze anche molto gravi. Il nostro non più baffuto eroe si troverà infatti proiettato di colpo - lui che voleva solo fare una sorpresa alla moglie - in un universo da incubo: perché tutti quelli che lo conoscono da anni, e la moglie per prima, affermano di non averli mai visti, quei baffi, e che dunque nella sua faccia niente è cambiato. Il mondo comincia allora ad apparirgli «fuor di squadra», e il confine tra la realtà e la sua immaginazione sempre più sfumato. Delle due l'una: o è pazzo, o è vittima di un mostruoso complotto, ordito dalla moglie con la complicità di amici e colleghi, per convincerlo che è pazzo. Non gli resta che fuggire, il più lontano possibile. Ma servirà? O non è altro, la fuga stessa, che il punto di non ritorno? Per nessun lettore sarà facile ripensare a questo libro - in cui ritroviamo le atmosfere visionarie e paranoiche di quel Philip K. Dick sul quale Emmanuel Carrère ha scritto - senza un brivido di turbamento.

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Inviato

Mi ero dimenticato di commentare.

Concordo quasi del tutto. Anche io ho notato un prima e un dopo, fino a (forse anche meno della) metà sembra una cosa, poi non si capisce neanche se l'autore avesse le idee chiare. L'inizio molto promettente poi non viene mantenuto. E dire che era quasi inevitabile l'accostamento a Vitangelo Moscarda, ma qui si parla di tutt'altro. L'autore sembra comunque valido, non era il suo primo titolo che mi consigliavano, ma mi ero lasciato prendere appunto dalla tematica. Nel complesso concordo che non è brutto, però lascia con un senso di incompletezza per le aspettative tradite. Non so se e quando ma penso riproverò con qualche suo altro titolo, anche perché, appunto, non è una lettura noiosa.

  • 5 settimane dopo...
Inviato

Per quanto mi riguarda il problema non è stato tanto che era includente o confuso, anzi anche a me piace come genere. Piuttosto ho trovato insoddisfacente il fatto che la storia abbia preso una piega molto diversa da ciò che mi aspettavo, cosa che poteva essere un pregio se fosse stato un cambiamento in positivo, invece è risultata stagnante. Dopo un po' la paranoia o doveva sfociare in una risoluzione o in qualcosa di più interessante, invece cambia ambientazione e personaggi e riparte da basi diverse ma con un susseguirsi di uno stesso schema. E questo, a mio parere, risultava anche meno efficace perché da un lato era qualcosa di già visto e dall'altra faceva mancare un risvolto risolutivo. Non dico che doveva per forza spiegare o dare una svolta, ma tra tutte le possibilità, la scelta dellautore l'ho trovata poco incisiva ed interessante. Poi concordo sul fatto che abbia un bello stile e comunque solleva tematiche interessanti, infatti non lho trovato brutto. Però di sicuro mi sarei aspettato di più e mi è dispiaciuto vedere una buona potenzialità, per i miei gusti, inespressa.

 

Ora che ci penso mi ha ricordato un altro libro, L'Anomalia di Le Terrier. Non tanto per lo stile, ben diverso, ma per un fatto misterioso che dà il via alla narrazione e che alla fine mi ha lasciato insoddisfatto per il modo in cui è stata sviluppata la trama. Pur avendo apprezzato la mattazione, lo stile e la creatività dell'autore nel far sentire il lettore preso dai personaggi. 

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