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Inviato

TITOLO : Elogio dell'ospitalità. Riflessioni sul cibo e sul significato della generosità

AUTORE Priya Basil

 

Spoiler

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Cita

In Elogio dell'ospitalità Priya Basil ci spinge a esprimere la nostra generosità, invitandoci a offrire e ricevere, condividere e accogliere senza riserve, per capire che solo nell'ospitalità incondizionata possiamo trovare il nostro senso di comunità. E vivere così in un mondo in cui ogni persona può sentirsi a casa, chiunque essa sia.

Riesci a immaginarti a una cena con il tuo fidanzato tedesco e tua madre indiana? Lei che cerca di rimpinzarlo, lui che cerca di rifiutare cortesemente e tu che cerchi di non scoppiare a ridere. E magari ti viene in mente quella volta in cui, da piccola, lei aveva preparato il suo piatto forte, il tuo piatto preferito - un kadhi di curry, coriandolo e peperoncino -, e tu ci sei rimasta male perché non potevi mangiartelo tutto tu e ti toccava condividerlo con gli ospiti. Oppure quella volta in cui hai tenuto banco al pranzo nel centro di accoglienza per migranti, riuscendo con l'aiuto di un manicaretto curdo a far dialogare culture lontanissime tra loro. Priya Basil ci racconta con ironia e schiettezza che cosa significa essere ospitali e come usare la condivisione del cibo per imparare a stare insieme, al di là di ogni differenza e diffidenza. Perché il cibo abita le nostre vite. Ci sfama, ci sostenta, ci appaga. E, se inatteso e bizzarro, può anche stupirci e spaesarci, proprio come chi non conosciamo: l'altro da noi, il forestiero che bussa alla nostra porta e ci chiede di entrare. Riusciamo a sorprenderci e insieme nutrirci dell'imprevisto? Può la comunione di un piatto diventare comunione di esistenze? Siamo capaci di offrire un posto accanto a noi allo straniero di cui non sappiamo nulla?

 

 

  • 2 mesi dopo...
Inviato

Con grandissimo sforzo ho finito oggi questo libro. Non so, c'è un motivo se non leggo quasi mai saggi. Li trovo troppo slegati e mi lasciano davvero poco, a prescindere dalla tematica. Personalmente poi non mi è piaciuto l'approccio autobiografico in cui era tutto incentrato sull'esperienza personale dell'autrice salvo poi infilarci dati statistici, citazioni filosofiche o riferimenti ad altri libri e autori, in maniera, a mio giudizio, confusionaria e poco incisiva. Di sicuro solleva tematiche interessanti, anche se dal titolo fuorviante, il libro parla quasi solo di relazione tra ospiti e cibo offerto. Alcuni aneddoti di sicuro sono curiosi ed erano gradevoli da leggere, ma come dicevo non mi hanno preso più di tanto. Alla fine sembra più una chiacchierata, in cui una persona esprime sue riflessioni personali più o meno interessanti senza seguire un filo logico vero e proprio. D'altronde poteva andare avanti per altre mille pagine senza problemi, non ho visto un percorso argomentativo ben delineato e dunque non avrei trovato fuori luogo altre divagazioni. 

Insomma, sarà anche colpa mia e dei miei gusti, ma non è stato un libro che ho letto volentieri (d'altronde ci ho messo un mese per centoventi pagine, mi succede raramente). Pur non trovandolo un pessimo libro non posso dire che mi rimarrà molto del suo contenuto, anche perché non ho apprezzato molto il sottotesto di debole presa politica nei riferimenti alla Brexit, all'Unione Europea e a tutto, in cui di fatto poco ha argomentato lasciando davvero il dubbio se non abbia scritto quelle cose solo per darsi un tono.

Ringrazio comunque per la proposta per il gruppo di lettura perché è un libro che altrimenti non avrei mai letto e ogni tanto è opportuno anche uscire dal proprio ambiente letterario prediletto e provare a conoscere qualcosa di nuovo. Cosa che mi piacerebbe fosse condivisa anche da altri visto che penso che questo libro lo abbiamo letto in due.

  • 5 mesi dopo...
Inviato (modificato)

Tu, che quasi mai leggi saggi, hai impiegato ben un mese per centoventi pagine; io, che leggo poco ma quasi esclusivamente saggi, ho impiegato addirittura 6 mesi! :facepalmbis: Complice il periodo in cui ho iniziato a leggerlo, a ridosso dell'estate - stagione in cui mi riempio di attività e non ho mezzo secondo libero -, e sfavoreggiato da mille altri imprevisti e vicissitudini che mi hanno tenuto lontano dalla lettura... ma tant'è, quali che siano le motivazioni, rimane un dato di fatto: l'ho iniziato a giugno e l'ho terminato a dicembre! :|

 

Le prime pagine mi avevano lasciato ben sperare. I temi intavolati sembravano interessanti, vi erano citazioni e rimandi ad altri scritti di altri autori (e personalmente adoVo quando mi danno modo di espandere gli approfondimenti altrove) e, tutto sommato, le intrusioni personali erano ancora accettabili e, vuoi per via dell'infanzia particolare dell'autrice, persino interessanti. Ma ben presto la mia percezione sugli intenti di questo libro è mutata. Anzitutto è parso sempre più chiaro quanto non vi sia un filo conduttore; si passa da un argomento all'altro così come talvolta, parlando dal vivo, capita possa succedere quando si vogliono dire tante cose e semplicemente vengono rigurgitate una dopo l'altra senza amalgamarle, senza un ingrediente che funga da legante (dato che si parla di cucina!). In più, i temi che vengono proposti, sono sempre e solo analizzati dal punto di vista dell'autrice, quasi come fosse una biografia, come faceva notare Absolute. Per di più, leggendo i pensieri di Priya e iniziandola a "conoscere", sempre più è andata aumentando l'antipatia nei suoi confronti; una donna fintamente altruista, egoisticamente generosa, perbenista per convenzione, consciamente sprecona, veicolata dalle imposizioni della società piuttosto che seguire un proprio ideale... "predica bene ma razzola male" mi sono detto, a un certo punto. Giudizio certamente avventato e non definitivo, d'altronde non la conosco affatto se non per queste 120 pagine, ma il sentore che ho avuto nei suoi confronti mi ha persino portato a domandarmi: è davvero la persona giusta per un saggio simile? Come Abs, anche io fatico a definirlo, per davvero, un saggio. Con il formarsi di questi pensieri, le aspettative che mi ero creato sono drasticamente crollate. Non mancano passaggi e frasi degne di nota, che mi sono prontamente segnato, però, in definitiva, resomi conto della incoerenza dell'autrice, che attualmente fatico a definire una persona ospitale come il titolo dell'opera lascerebbe intendere, il libro rimane una lettura sottotono. L'associazione del cibo rimane, a conti fatti, un appiglio troppo debole per sviluppare un libro simile. Non è una lettura sgradevole ma non è ciò che mi aspettavo dopo aver letto la quarta di copertina.

 

Però sono contento che, per una volta tanto, qualcuno si sia deciso a lanciarsi nella lettura di titoli sui quali, tendenzialmente, non posso condividere le opinioni con nessuno. Faccio un mea culpa per lo sproposito di tempo impiegato, e per essere sparito dal forum, ma in questo momento ho il cuore caldo di gioia per avere letto il tuo parere! :heart:

 

Modificato da ZecK_Hartia
Inviato

Anche perché mi pare che ne abbiamo avuto la stessa impressione. Titolo fuorviante, molto eterogeneo e poco incisivo.

 

Per me il gruppo di lettura del forum dovrebbe servire proprio a questo. Condividere commenti su titoli non sempre nella propria area di interesse, altrimenti uno fatica a scoprire cose nuove. Ma a quanto pare non è iniziativa che interessa agli utenti di questo forum. Grazie comunque per aver partecipato e proposto.

Inviato
1 ora fa, absolute ha scritto:

Per me il gruppo di lettura del forum dovrebbe servire proprio a questo. Condividere commenti su titoli non sempre nella propria area di interesse, altrimenti uno fatica a scoprire cose nuove.

Personalmente, però, è talmente esiguo lo spazio che riservo alla lettura che se iniziassi a inserire in lettura libri che non rientrano tra i titoli da me prescelti, posticiperei di anni, se non decadi (e le tempistiche per Basil attestano che non sto scrivendo parole a vanvera!), le letture di mio interesse. Poi, per carità, nulla da obiettare sul fatto che, in ogni caso, qualsiasi lettura è istruttiva ed evolutiva; un piccolo lascito permane anche dai libri che meno ci sono piaciuti. Come dissi fin da subito, sporadicamente potrei accettare l'invasività di inserire un libro non da me scelto tra le mie letture ma, io per primo, tendo a rimanere un lettore solitario!

Per te che sei onnivoro e un gran mangiatore di libri, esiste il "Gioco dell'osa" (storpiatura dell'arciconosciuto gioco dell'oca). Conosci?

Spoiler

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1 ora fa, absolute ha scritto:

C'era una citazione che non mi sono segnato ma che ricordo avrei voluto segnarmi. Purtroppo l'ho dimenticata e non la vedo tra quelle segnate da te. Era una frase decontestualizzata ma ho rimosso anche l'argomento. 

L'unico altro passo che mi ero segnato, e che non ho riportato tra le citazioni nel mio blog, è il seguente:

Cita

A prescindere dall'hashtag scelto, tutte le immagini compaiono in un «feed» online. Quella parola, «nutrire», sembra al contempo estranea e pertinente in questo con testo. Quei «feed», che spesso seguiamo sullo smartphone, oggi fanno parte della dieta quotidiana di molti di noi. Oltre alle foto di cibo, consumiamo tutto, dall'attualità all'arte, dallo sport alla moda, e ne vogliamo sempre di più. Quanto sono nutrienti questi «feed»? Forniscono un vero sostentamento o sono solo calorie vuote? Forse non è tanto una questione di contenuto, ma della nostra incapacità di gestirlo. Abbondano le ricerche sulla crescente dipendenza dagli smartphone e sulle sue conseguenze, di cui una delle più gravi è l'impatto sulle relazioni. Tutti conosciamo - o forse siamo! - una di quelle persone che non possono fare a meno di controllare il cellulare anche quando sono sedute a tavola a mangiare in compagnia. In quel caso non importa chi sia l'ospite, perché in definitiva è il servizio di «hosting» a tenere aperte tutte le porte virtuali che danno accesso a una provvista infinita di «feed», che si dichiarano «gratuiti». Accomodati, dice Internet. È difficile resistere a questo ospite generoso che offre così tanto, al solo prezzo della totalità dei nostri dati online. E così, per nutrirsi si diventa mangime.

 

Inviato

No. Non era neanche questa. Ma era una sola frase, che decontestualizzata funzionava anche in altri ambiti.

 

Conosco il gioco dell'osa, ma non l'ho mai provato, mi scoccio a dover seguire certe regole. Mi lascio influenzare dal momento, nelle scelte dei titoli, anche da progetti come questo gruppo di lettura del forum.

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