Lettera dal carcere
Mi chiedo cosa ho sbagliato?
Se ho rincorso la libertà da bendato.
Se ho creduto che la verità tutto avrebbe cambiato.
Chiedo anche a te cosa ho sbagliato?
Se ho passato la vita a difendere il resto,
contro tutto e per tutti non pensando a me stesso.
E allora tu dimmi se devo sentirmi normale.
A chi diceva fratello, ma chi te la fa fare?
Io risposi soltanto con povere parole,
la mia indole è buona non so dare del male.
E non mi tirai indietro all'annuncio d'aiuto.
Era un disoccupato, non avrei mai potuto.
Senza un tetto e un lavoro , lui viveva il momento.
Spaccai quella finestra e fui subito dentro!
Ed accorsero gente , giornalisti e padroni.
Chi gridava sentenze , chi volle spiegazioni.
Il bisogno va bene, è una cosa normale.
Ma il problema rimane, se sei nell'illegale.
Così dissero e così ci si comportava.
Comunisti , vagabondi e moglie mezza puttana.
Le parole hanno peso su chi non ha potere,
altrimenti col capo è meglio tacere.
Mio padre sentendo l'opinione comune,
aggiustò un po la voce ed alzo il suo volume.
Con un tono fermo , duro e deciso.
Cercò di impaurirmi , manco io avessi ucciso.
Tornai dentro al palazzo a difender per ore
un po quella famiglia e un poco del mio onore.
Il prefetto indignato disse come è potuto?
Tutto ciò non va bene, solo ora ho saputo.
Informato per bene da digos e polizia,
firmò quell'ordinanza per cacciarli via.
E arrivarono presto , manco c'era il sole.
Caschi e manganelli, così la gente vuole.
L'irruzione fu brusca , scalpitava il plotone.
In mezz'ora eran fuori quelle quattro persone.
Io non ho indietreggiato , son salito sul tetto.
Non venite più avanti altrimenti mi butto.
Urlavo la rabbia , il mio disappunto.
Se devo darti ragione, meglio che son defunto.
Dopo ore e ore di contrattazione,
mi ritrovai solo con la mia azione.
Anche quella famiglia se ne era già andata,
il politico l'aveva tranquillizzata.
Ed allora ho capito che quell'irruzione,
nata per cancellare la mia opinione.
Non conosce crisi, ne bandiera ne colore.
Serve per conservare il posto del padrone
Ora mi trovo solo, difronte un secondino.
La mia stanza più piccola di uno sgabuzzino.
Non ti ho scritto tesoro, parole d'amore.
Non l'ho fatto perchè mi han pestato anche il cuore.
Voglio che chiudi gli occhi, voglio che non ti penti.
Ti ricordi chi ero, lascia star ciò che senti.
Per tuo padre ho finito, per la gente sarà strano,
ripensarmi e vedermi un semplice essere umano.
Perchè i sentimenti li hanno messi da parte.
Perchè quello che senti te lo dicon le carte,
di un giudice servo e burattino
che ha rubato la vita ad un ragazzino.
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