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Attualità


kado'

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Il fatto di cronaca di Firenze l' ho sentito ieri al tg, ma ho voluto leggere altri articoli per comprendere meglio
non so se è vero ciò che ho appreso, ma pare che il tizio prima di sparare al ragazzo si sia trovato di fronte ad una donna di colore con un bambino e non ha avuto il coraggio di ucciderli (nè di uccidersi). Le autorità hanno specificato che non si tratta di razzismo ma di un gesto disperato. Per me sono stronzate, credo sia un tentativo da parte loro, comprensibile, di contenere una rabbia pericolosa.
Perchè c' è sicuramente disperazione in quel 65enne, ma di fondo è stata canalizzata in un gesto mirato: colpire uno straniero. Altrimenti io non riesco proprio a spiegarmi le dinamiche, davvero.
Quindi trascurando l' influenza della politica (e annessi politicanti), per me questi gesti sono l' espressione di una realtà culturale scadente (per cultura non mi riferisco a quella scolastica). La disperazione di per sè non è un movente, lo è, invece,una mentalità sbagliata.

 

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Ospite Knaves
23 ore ago, Initzu ha detto:

 

L'attualità non la commento perché ho voglia di dormire serenamente fra poco, ma mi preme dire questo: penso che della poesia non bisogna preoccuparsi molto in questi casi, perché l'arte in generale, così come la tecnica, trae beneficio dalla violenza. Mi fa persino specie pensare di come l'arte fagocita un moto violento e lo rielabora in qualcosa di pregnante. Tutta l'arte che al momento mi viene in mente è legata (a volte ribellandosi, a volte no) in qualche modo a un pensiero o azione violenta.

Le guerre quando muoiono rinascono sotto forma di sublime. 

 

Penso di aver detto qualcosa di estremamente intelligente o di tremendamente stupido, non so, ma mi si chiudono gli occhi, e il cervello è già chiuso da un pezzo. Buonanotte. 

 

Ho qualche dubbio in merito alla comprensione del tuo pensiero. Il che mi rende esitante perché di norma è bene comprendere un discorso prima di proseguirlo, onde evitare di dibattere sugli equivoci.

Faccio quindi solo un cenno breve. L'arte di per sé non esiste, è solo materia/spazio/vuoto. Sono forme, volumi, suoni, colori, parole che assumendo una data forma (stile) rompono la consuetudine e producono un sentimento. Ciò ci fa definire quella rottura, che di per sé è mera esistenza pari a tutto il resto, arte.

In questo processo di trasfigurazione il nucleo dell'arte non si trova né nell'esistenza presa in considerazione né nelle intenzioni dell'emittente (o creatore), bensì nel sentimento del ricevente.

Da quanto hai scritto, dunque, tu inferenziando e interpretando l'arte (quindi assimilandola) la colleghi univocamente ad un'azione violenta. Lo trovo singolare - benché indubbiamente lecito, visto che non esiste un'interpretazione giusta o univoca dell'arte (da cui la perfetta inutilità della critica, vana e autoreferenziale).

 

- Sì Dark, ho detto che l'arte è come una macchia di Rorschach. 

- Le guerre le definirei grottesche sia in vita che in morte. Sono state viste come sublimi da alcuni, in passato, ma il sublime (almeno quello burkiano) è molto più lindo.

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11 ore ago, Knaves ha detto:

 

Ho qualche dubbio in merito alla comprensione del tuo pensiero. Il che mi rende esitante perché di norma è bene comprendere un discorso prima di proseguirlo, onde evitare di dibattere sugli equivoci.

Faccio quindi solo un cenno breve. L'arte di per sé non esiste, è solo materia/spazio/vuoto. Sono forme, volumi, suoni, colori, parole che assumendo una data forma (stile) rompono la consuetudine e producono un sentimento. Ciò ci fa definire quella rottura, che di per sé è mera esistenza pari a tutto il resto, arte.

In questo processo di trasfigurazione il nucleo dell'arte non si trova né nell'esistenza presa in considerazione né nelle intenzioni dell'emittente (o creatore), bensì nel sentimento del ricevente.

Da quanto hai scritto, dunque, tu inferenziando e interpretando l'arte (quindi assimilandola) la colleghi univocamente ad un'azione violenta. Lo trovo singolare - benché indubbiamente lecito, visto che non esiste un'interpretazione giusta o univoca dell'arte (da cui la perfetta inutilità della critica, vana e autoreferenziale).

 

- Sì Dark, ho detto che l'arte è come una macchia di Rorschach. 

- Le guerre le definirei grottesche sia in vita che in morte. Sono state viste come sublimi da alcuni, in passato, ma il sublime (almeno quello burkiano) è molto più lindo.

 

Per l'Arte, intendevo "le arti". Pittura, scultura, musica ecc..

È indubbio, almeno dal mio punto di vista, che periodi di guerra o episodi di violenza, hanno portato a una nascita e/o fioritura delle arti. Per esempio con una guerra finisce un pensiero e ne incomincia un altro, e questo fa sì che ci sia un ricambio. Allo stesso modo i moti violenti di ogni età hanno forgiato un nuovo panorama culturale, e quindi donato nuovi spunti ai singoli autori. Sarà che per contrapposizione l'animo umano è portato a una sorta di "sensibilità di bilanciamento", non so. O forse perché molto più semplicemente non c'è mai stato un periodo di pace e fratellanza in qualsiasi popolo che durasse più di mezza giornata asd

 

In buona sostanza non dico che non possa esistere un movimento artistico che non sia influenzato dalla violenza, dico solo che tutti i movimenti artistici che mi vengono in mente sono legati a doppio filo con una qualche violenza (scaturita da fattori umani o naturali), oppure si definiscono totalmente pacifici e prendono le distanze da ogni forma di violenza, tanto da risultarne in ogni caso legati.

 

esempio: il blues, da cui tutta la musica occidentale del Novecento trae origine è stato forgiato dallo schiavismo, e in seguito dal razzismo. Senza schiavismo la musica per come la conosciamo sarebbe stata totalmente differente.

Lungi da me ringraziare lo schiavismo per questo, ma il blues c'è, e sinceramente me lo tengo stretto!

 

Riguardo alla mia frase "la guerra quando muore si trasforma in sublime", lascia perdere, prima di dormire il cervello vola alto e accosta parole dal bel suono che rimangono per un momento come sospese, e subito finiscono nell'oblio al chiudersi delle palpebre. :)

 

 

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Ospite Knaves

In primo luogo mi devo scusare con @kado' perché gli stiamo alimentando un fuori tema in un topic che potrebbe avere una sua certa importanza. Kad se credi spostaci oppure porta pazienza solo per questa mia risposta a @Initzu perché anche il suo discorso ha notevole dignità.

 

Ora ho inquadrato meglio ciò che intendevi Initzu. Credo che la base del tuo discorso sia corretta (rispetto al mio modo di vedere ovviamente, non ritengo che ci sia in merito una "correttezza" universale). L'argomento violenza/guerra però potrebbe confondere. A mio avviso l'arte non nasce tanto dalla violenza in sé, che può sicuramente essere una causa ma farei più attenzione all'effetto, che è la sofferenza. La sofferenza si costituisce come diretta conseguenza della violenza (ma anche del disagio, della mancanza di valori, della troppa consapevolezza che se andiamo a filosofeggiare, sì, sono tutte in qualche modo forme di violenza, di auto-violenza in certi casi).

Quindi io direi che è la sofferenza a muovere il senso artistico, sia di chi produce il messaggio-arte che di chi lo assimila. Ciò alimenta il procedimento para-empatico di cui facevo cenno in precedenza, perché la sofferenza è un fortissimo vettore empatico. Quindi io che soffro stempero il dolore producendo un messaggio, persone che soffrono recepiscono il dolore/disagio contenuto, ma solo attraverso una lettura data dalla loro personale pena. La cosa produce "arte".

 

Sì Dark, in sostanza sto dicendo che l'arte si basa sul vecchio adagio "mal comune mezzo gaudio".

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Ospite Mefy

Non so bene come inserirmi nel discorso...per il momento mi limito a condividere un articolo su internazionale che parlava proprio del razzismo/xenofobia. (Qui il link se lo volete leggere, pagina 46).

[Poi se mi maturano pensieri in grado di esprimersi magari torno a commentare, per ora sto più emotiva che espressiva]

 

 

E cmq l'arte migliore nasce dal cazzeggio, dadaismo rulez! :22:

 

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3 ore ago, Knaves ha detto:

P.S. Mi sono reso conto che abbiamo entrambi un tizio impiccato nell'avatar. Penso che sia molto inquietante.

 

Per una discrepanza spazio temporale, una volta mi accorsi della stessa cosa, ma subito mi dimenticai di dirtelo. Non so cosa c'entri la discrepanza spazio temporale. Non so manco cosa sia una discrepanza spazio temporale, io. È che mi piace il suono della tastiera quando viene battuta velocemente.

 

Riguardo ciò che dici sul sentimento provocato da una qualche forma di violenza, è più che giusto. Sarebbe bello parlarne ancora, magari in altro topic, ma ti comunico che non mi sento di avere una conoscenza così profonda da dire cose intelligenti abbastanza  lungo.

 

PS: l'impiccato io lo misi su adb, nel lontano 2008. Ma non sono geloso

Modificato da Initzu
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Ospite Mefy
8 minuti fa, Initzu ha detto:

 

nope. Il Movimento Dada senza la Prima Guerra Mondiale non sarebbe esistito. Esempio sbagliato, try again asd

 

'Gniz e la capacità di capire le mie (brutte) battute ._.

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6 ore ago, Knaves ha detto:

n primo luogo mi devo scusare con @kado' perché gli stiamo alimentando un fuori tema in un topic che potrebbe avere una sua certa importanza. Kad se credi spostaci oppure porta pazienza solo per questa mia risposta a @Initzu perché anche il suo discorso ha notevole dignità.

 

Non c'è niente di più attuale dell'inattuabilità dell'arte. A parte Čechov. Niente è più attuale di  Čechov.

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7 ore ago, Helder ha detto:

Perché? :sherlock:

 

Helder perchè secondo me il bello di vivere sta, tra le tante cose, anche nella scoperta di se stessi, e dei propri limiti
L' articolo parte da un discorso scientifico e dice una cosa vera, però lo trovo pretestuoso perchè la xenofobia è un termine molto generico, se nello specifico però parliamo di razzismo, allora lì c' entrano fattori culturali che con la scienza non hanno a che fare
(Tra l' altro proprio perchè il funzionamento del cervello non è del tutto noto in alcuni aspetti, non vedo l' utilità nel proiettarsi troppo oltre quando c' è ancora da approfondire al momento). Il mio limite personale di cui parlavo sta nel fatto che, se con la scienza pensiamo di risolvere limiti che possono essere superati con la conoscenza di se stessi, allora viene meno un percorso che io ritengo fondamentale.
Il fatto è che questo percorso è difficile, per questo a mio parere lo si cerca di bypassare
Magari chi ha scritto l' articolo non intendeva considerare la questione omofobia, per questo parla genericamente di xenofobia
A me è sembrato abbastanza superficiale, tu come lo hai trovato?

Modificato da DVonTeese
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Ospite Mefy

Dita però io quell'articolo l'ho visto proprio come un "usare la scienza per la scoperta di sè stessi", non come un "scienza = formula magica che risolve tutto". Il discorso dell'articolo è che ci sono caratteristiche umane che possono portare al razzismo: i fattori culturali (e famigliari) specificano alcune cose, ma si instaurano su meccanismi innati (lo stereotipo altro non è che un giudizio veloce, cosa che usiamo quotidianamente a nostro vantaggio senza dover essere razzisti). Quindi la scienza qui ci aiuta a disinnescare il razzismo proprio perchè ci porta a una maggiore conoscenza di noi stessi e di alcuni meccanismi che usiamo senza renderci conto.

 

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Un'ora fa, Mefy ha detto:

Dita però io quell'articolo l'ho visto proprio come un "usare la scienza per la scoperta di sè stessi", non come un "scienza = formula magica che risolve tutto". Il discorso dell'articolo è che ci sono caratteristiche umane che possono portare al razzismo: i fattori culturali (e famigliari) specificano alcune cose, ma si instaurano su meccanismi innati (lo stereotipo altro non è che un giudizio veloce, cosa che usiamo quotidianamente a nostro vantaggio senza dover essere razzisti). Quindi la scienza qui ci aiuta a disinnescare il razzismo proprio perchè ci porta a una maggiore conoscenza di noi stessi e di alcuni meccanismi che usiamo senza renderci conto.

 

Mh, Sì Mef, ho pensato a questo, ma ecco non credi che, aldilà dei nuovi progressi nella conoscenza che ben vengano, molte caratteristiche cerebrali siano ben note? perchè infondo vengono riportate su larga scala ormai, non solo su riviste scientifiche. Eppure vedo che la realtà che ci circonda racconta sempre gli stessi episodi, allora credo che ciò che dici è sicuramente condivisibile, però non basta( Generalmente, anzi, le scoperte scientifiche vengono apprezzate in senso pratico per il fine utile che hanno)

 

Poi rileggendomi mi son resa conto che mi sono espressa di getto, risultando un pò dura, scusatemi mi lascio prendere(:

Avendo letto xenofobia, e ripensando al fatto di cronaca che ho commentato, mi è sfuggita di mano la lucidità :D

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La butto lì eh, ma la scienza usata per giustificare idee e fobie personali non ha portato anche alla nascita del nazismo? Insomma non voglio fare di tutta un'erba un fascio assolutamente, però se io sono xenofobo non è una teoria scientifica che mi renderà accogliente e tollerante, ma prima la maturazione di una valutazione civile di ciò che mi circonda e solo dopo le statistiche di uno studio scientifico pubblicato sul science o uno studio economico che spiega quanto potrebbero essere vantaggiosi gli immigrati per pagare le future pensioni. Non so si è capito il mio discorso anche se forse l ho banalizzato

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adesso non vorrei dire una sciocchezza però a ricordi di studio quello che ha portato alla nascita del nazismo è stato una concausa di fatti. Mi spiego...  l'odio verso il popolo ebraico, o per essere più precisi l'odio verso chi seguiva la fede ebraica era nato molto prima e lo stesso, purtroppo, con l'ascesa del nazismo al potere è stato ancora più accentuato e ha portato le conseguenze terribili che tutti noi sappiamo. L'altro fattore che ha portato alla nascita del nazismo è stato il contesto storico in cui si è trovato la Germania alla fine della prima guerra mondiale, la stessa si è ritrovata con le ossa rotte in quanto venne pesantemente sanzionata

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La paura del diverso e lo stereotipo mantenevano i nostri antenati in vita. Questo si può considerare un fatto accertato, no?

Affermarlo non giustifica la xenofobia, piuttosto la spiega. Il paragone con le teorie razziali regge poco, sia in termini di intenti (servivano all'opposto) che di attendibilità. Infatti se le revisionassimo con i dati e le conoscenze che abbiamo oggi, ne uscirebbero delle barzellette nemmeno tanto divertenti. Capire il meccanismo dietro la materia e la vita ci permette di controllarle meglio.  

 

Poi non so, magari l'articolo dice pure altro. Prima o poi lo leggerò.

 

Sull'argomento ricordo un gran bel pezzo del JOURnal scritto dal nostro @Knaves di quartiere. È recuperabile? 

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Come leggere la mossa dei Penta di provare a candidare Torino per le prossime olimpiadi ?

 

1. Hanno rinunciato alla Raggi e le stanno dando l'ultima spintarella verso l'oblio.

2. Cercano di salvare la Appendino.

3. Vogliono farsi qualche nuovo amico tra Lombardia,Piemonte e Liguria.

4. Sono diventati il nuovo PD

 

oppure

 

5.Vogliono guadagnare punti extra in caso di nuove elezioni nei prossimi mesi.

Modificato da Bubi
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11 minuti fa, Bubi ha detto:

Come leggere la mossa dei Penta di provare a candidare Torino per le prossime olimpiadi ?

 

1. Hanno rinunciato alla Raggi e le stanno dando l'ultima spintarella verso l'oblio.

2. Cercano di salvare la Appendino.

3. Vogliono farsi qualche nuovo amico tra Lombardia,Piemonte e Liguria.

4. Sono diventati il nuovo PD

 

oppure

 

5.Vogliono guadagnare punti extra in caso di nuove elezioni nei prossimi mesi.

Al momento è un attacco nemmeno troppo velato a Sala (PD) e Maroni che stavano lavorando sul progetto Milano 2026 con gare all'aperto in Valtellina e al chiuso a Milano.

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32 minuti fa, Bubi ha detto:

Come leggere la mossa dei Penta di provare a candidare Torino per le prossime olimpiadi ?

 

1. Hanno rinunciato alla Raggi e le stanno dando l'ultima spintarella verso l'oblio.

2. Cercano di salvare la Appendino.

3. Vogliono farsi qualche nuovo amico tra Lombardia,Piemonte e Liguria.

4. Sono diventati il nuovo PD

 

oppure

 

5.Vogliono guadagnare punti extra in caso di nuove elezioni nei prossimi mesi.

 

Sinceramente finché non sarà ufficiale non ci credo.

Io non voto e penso che non voterò mai per i pentastellati , ma questi no da parte loro non gli capisco.

Non c è modo migliore per far vedere, come loro dicono sempre, che loro sono bravi che gestire l organizzazione di una Olimpiade.

Poi Torino è la scelta più logica ha già quasi tutte le strutture pronte

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Ospite Knaves
9 ore ago, kado' ha detto:

La paura del diverso e lo stereotipo mantenevano i nostri antenati in vita. Questo si può considerare un fatto accertato, no?

Affermarlo non giustifica la xenofobia, piuttosto la spiega. Il paragone con le teorie razziali regge poco, sia in termini di intenti (servivano all'opposto) che di attendibilità. Infatti se le revisionassimo con i dati e le conoscenze che abbiamo oggi, ne uscirebbero delle barzellette nemmeno tanto divertenti. Capire il meccanismo dietro la materia e la vita ci permette di controllarle meglio.  

 

Poi non so, magari l'articolo dice pure altro. Prima o poi lo leggerò.

 

Sull'argomento ricordo un gran bel pezzo del JOURnal scritto dal nostro @Knaves di quartiere. È recuperabile? 

 

Penso di no. Ma hai già sintetizzato bene tutto. Lo stereotipo ci è necessario per affrontare praticamente ogni minimo evento della vita quotidiana. La paura dell'inconsueto, più che del diverso in senso stretto, nasce dall'istinto di sopravvivenza. D'altra parte è la diversità che ci ha permesso di evolverci (tranne alcuni bifolchi del Kentucky e qualche manigoldo tra Castel Granito e Approdo del Re, producendo pazzi motosegaioli e decapitatori seriali).

Le "teorie razziali" possono trovare credito su questioni fisiche (la fibra muscolare degli africani è diversa da quella degli indoeuropei, per dirne una). Applicate ad argomentazioni sull'intelletto, sulla morale e sui costumi sono pazzia. Quelle di cui si parla attualmente riguardano i costumi, laddove si pensa di associare una data razza a relativi comportamenti. Tra post-determinismo e striscianterie goebbelsiane si ondeggia, serpeggiando tra il ridicolo e il macabro, come hai ben detto. Anche laddove, per una data razza, i comportamenti presi in esame coincidono quasi alla perfezione, non è certo la razza a determinarli.

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