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Legame tra opera e autore nelle arti


Ospite Mefy

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Visto che poi 'Gniz si lamenta che non può scrivere, copio-incollo dal topic del cineforum (club a cui siete tutti invitati)

 

15 ore ago, Mefy said:

Approfitto di questo topic perchè il film, fra le altre cose, parla del rapporto "creatore/autore-opera creata".

Ora negli ultimi tempi mi è capitato di imbattermi in un paio di articoli che parlano delle "macchie" (non saprei bene come altro definirle, in modo generico) degli autori (nello specifico principalmente registi) e mi sono ritrovata un po' incastrata in una domanda a cui non so rispondere.

 

- Come reagire di fronte all'opera di un autore di cui si disapprovano alcuni comportamenti

 

Per fare un esempio: Polanski è un regista condannato per lo stupro di una minorenne. Si è quindi reso colpevole di un comportamento disdicevole (<.<) che inevitabilmente influenza in negativo il giudizio nei confronti della persona. Al contempo, però, ha fatto film (ho visto il pianista che a me è piaciuto) che sono considerati bei film.

 

La domanda è un chiedersi come ci si dovrebbe porre di fronte ad autori di cui si riconosce la bravura e al contempo si disapprova il comportamento.

 

Per me la risposta non è affatto scontata. Perchè se è vero che è ovvio condannare un gesto come uno stupro non trovo così consequenziale condannare le opere, perchè l'autore è colpevole, ma le opere non lo sono.

Al contempo è anche difficile tracciare una linea precisa. Ci sono esempi  di registi che fanno cose palesemente scorrette (<.<) nei confronti degli attori, però sono anche scorrettezze che è incredibilmente facile ridurre al "era per far entrare gli attori nella parte".

 

 

Qui il topic del cineforum.

 

 

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Dal mio punto di vista l'opera è totalmente slegata dalla condotta di un autore, e salvo casi legati appunto alle opere (esempio un'opera biografica), la valutazione critica della stessa non ne deve venire influenzata.

Entrando in un museo, per esempio, molto spesso non si ha idea di come gli autori delle opere esposte abbiano vissuto la loro vita, e se pregavano tutti i giorni.

Durante il medioevo, ma specie nel rinascimento fino almeno alla controriforma, per esempio, un artista era spesso considerato al di sopra di una persona comune, e non furono rari i casi di perdoni papali di atti anche molto gravi. L'impunità era la prassi.. 

 

Quello che voglio dire è che se uno guarda un Caravaggio, non lega necessariamente la storia di omicidi e peccati legati all'artista in sé, ma, anzi, tutto ciò ne aumenta in qualche modo il fascino. Allo stesso modo un Benvenuto Cellini, o gli stupri legati alla Gentileschi, e chi più ne ha più ne metta...

 

La cosa della quale forse conviene parlare è come reagire di fronte a quelle opere che nascono proprio a causa di comportamenti che si disapprovano. Primo esempio che mi viene sono alcune fotografie anche molto famose scattate in momenti in cui magari il fotografo poteva aiutare piuttosto che scattare dietro la macchina fotografica. Da qui si aprono discorsi molto lunghi, legati alle singole foto, e alle intenzioni di ogni singolo autore in quel preciso istante, e in poche parole non se ne esce più.

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Penso che la risposta alla domanda si possa trovare in un altro paio di quesiti: cosa rende così difficile separare il valore di un'opera dalla creatività dell'autore?

 

Diamo valore intrinseco alle opere d'arte creativa perché portano con sé un significato, o addirittura una morale. Di solito riconosciamo questa profondità anche quando non condividiamo il messaggio di fondo.  Ma possiamo fidarci della dichiarata o presunta moralità dell'opera (e quindi del significato) quando l'autore non lo è?

 

Un'ora fa, Mefy said:

Al contempo è anche difficile tracciare una linea precisa. Ci sono esempi  di registi che fanno cose palesemente scorrette (<.<) nei confronti degli attori, però sono anche scorrettezze che è incredibilmente facile ridurre al "era per far entrare gli attori nella parte

 

Un tempo a Hollywood era terreno grigio, ma la linea precisa venne  tracciata alla morte di Vic Morrow: se c'è un'imposizione dall'alto e l'attore/dipendente/sottoposto accusa danni fisici, psicologici o morali, la colpa è dei superiori che lo hanno permesso.

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46 minuti fa, Initzu said:

Dal mio punto di vista l'opera è totalmente slegata dalla condotta di un autore, e salvo casi legati appunto alle opere (esempio un'opera biografica), la valutazione critica della stessa non ne deve venire influenzata.

 

In gran parte sono d'accordo, però parliamo di autori moderni (in vita). Un autore famoso ha un potere non da poco, nel momento in cui io compro/usufruisco dell'opera di un autore gli dò fama, quindi potere. Se l'autore che ha fama e quindi potere è una persona di cui disapprovo la condotta, sono inevitabilmente incastrata nel dilemma morale di usufruire dell'opera (innocente) facendo in modo di aumentare anche il potere dell'autore, oppure rifiutare l'autore (e conseguentemente le sue opere).

Sempre facendo l'esempio di Polanski di cui sopra, il film "il pianista" lui non l'avrebbe potuto fare se si fosse consegnato alla giustizia americana. Invece è fuggito in europa, dove è stato protetto dalla condanna e dove ha potuto fare quel film. Secondo te è giusto che una persona, solo in quanto autore famoso, sia al di sopra della giustizia? Perchè se è vero che la valutazione dell'opera d'arte non dev'essere influenzata dal comportamento dell'autore è anche vero (secondo me) che un autore non dovrebbe essere giustificato nella sua condotta per merito dell'opera.

Per cui il dilemma a me resta: parlando di autori attuali, se io usufruisco dell'opera aumento la fama e il potere dell'autore (e, dal mio punto di vista, indirettamente approvo o comunque giustifico la condotta dell'autore).

 

 

 

58 minuti fa, kado' said:

Penso che la risposta alla domanda si possa trovare in un altro paio di quesiti: cosa rende così difficile separare il valore di un'opera dalla creatività dell'autore?

 

Diamo valore intrinseco alle opere d'arte creativa perché portano con sé un significato, o addirittura una morale. Di solito riconosciamo questa profondità anche quando non condividiamo il messaggio di fondo.  Ma possiamo fidarci della dichiarata o presunta moralità dell'opera (e quindi del significato) quando l'autore non lo è?

 

Qui forse semplifico, ma per me è inevitabile dire che qualunque opera abbia, in sè, una parte dell'autore.

E in questo per me rimanda anche alla seconda domanda: qualsiasi opera finirà per contenere, almeno in minima parte, il pensiero e la morale dell'autore.

Poi mi intrippo comunque perchè le opere (e i loro significati) sono facilmente interpretabili e quindi non è detto che il messaggio dell'autore sia rispettato quando si usufruisce dell'opera. Allo stesso tempo la morale di un autore ci potrebbe sembrare giusta in alcuni ambiti e completamente sbagliata in altri.

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A mio parere non si può prescindere dal fatto che le opere rispecchiano in qualche modo l' autore
ci si dovrebbe chiedere anche magari per cosa si sta apprezzando l' opera
pensando al film Il pianista sì, è un film bellissimo, e premiatissimo. Anche perchè tecnicamenre Polanski è molto bravo
Ma è quello che si definisce un film storico, si origina da uno squarcio di storia drammatico
quanto ci può essere dell' autore rispetto ai film di Ingmar Bergman?
E' l' esempio che mi viene nell' immediato per dire che alla fine, come dice Inu non si conosce la vita degli artisti quindi le opere vanno godute a prescindere, ma non perchè sia giusto, è in qualche modo vincolato
Molte opere esistono semplicemente perchè gli autori le ritengono esempi di bellezza, o perchè hanno bisogno di soldi
Mef mi viene da pensare, rispetto a quello che dicevi del potere che si dà usufruendo dell' opera, che rientrano tanti meccanismi che hanno più a che fare col Dio Denaro che altro, ma dipende tanto dal caso
Il conflitto nasce perchè se quell' autore ha per qualsiasi ragione violato quello che si ritiene un caposaldo, di fronte ad un suo prodotto la percezione e la valutazione è come se fossero sempre inficiate da ciò che ormai si sa
E' un meccanismo della mente, fisiologico.
Che però potrebbe limitare, perchè ci sono tanti esempi di opere bellissime, partorite da menti che per certi versi non ci appartengono
Il legame c' è, quindi, ma trovo che la vita dell' autore non debba influenzare il riconoscimento, perchè non è solo per l' autore ma in parte, ed ha più valenza, è arricchimento per se stessi (ed è molto personale, così come l' autore ci può mettere poco o tanto di sè e non lo si può sapere)

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Io penso che se un omicida seriale avesse la sensibilità e la bravura di creare un'opera d'arte di rilievo nel panorama internazionale, allora non bisogna esitare a dare a questo omicida seriale i giusti riconoscimenti culturali, pur condannandolo alla giusta pena per i crimini commessi. E se questo scappa in Brasile e crea un'altra opera di livello penso che anche questa debba essere riconosciuta come opera di livello che accresce il patrimonio culturale, pur continuando a condannarlo chiedendo l'estradizione ecc.. 

 

Quello che voglio dire è che la cultura è di tutti, compresi quelli che prendono le multe per eccesso di velocità, o che stuprano bambini. 

Ecco magari eviterei di andare al cinema pagando per un film di un autore che odio, ma me lo guarderei zitto zitto in cameretta in streaming xD

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Sono d'accordo con Initzu. Anche perché se è vero che, in alcuni casi, conoscere la vita dell'autore permette di capire meglio la sua opera, è anche vero che l'arte in generale è comunque comunicazione e dunque se è valida dovrebbe poter prescindere da conoscenze pregresse. Ma si tratta appunto di un discorso molto ampio e non del tutto pertinente (non si riduce a conoscere la vita e la condotta dell'autore ma anche il periodo storico, le interazione con la società e la Storia in cui è stata concepita e così via).

Per quanto mi riguarda io metto in secondo piano il lato "economico" pur capendo che esiste ed è spesso molto presente. Quindi se c'è un autore che non approvo e so che usufruendo della sua opera a lui ne conseguirebbe un aumento di prestigio o di compenso, me ne disinteresso e faccio comunque quello che mi va infischiandomene delle conseguenze pratiche. Polanski è uno stupratore e se vado al cinema a vedere i suoi film lui ne trae vantaggio? Pazienza, se mi interessano i suoi film, li vado a vedere lo stesso. Tanto per ogni persona che fa una scelta oculata ed etica di questo tipo ne esistono mille che non ci pensano neanche, dunque l'unico a rimetterci sarei io (e quell'altro su mille). Inoltre non vedo perché un'opera valida debba essere censurata o abolita solo per via della condotta del suo autore, spesso gli autori sono eccentrici e a volte persino pazzi, non mi stupisce che possano anche arrivare a macchiarsi di crimini, non li approvo e sono convinto che vadano condannati, ma se dovessimo boicottarli ci rimetteremmo solo noi.

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Anch'io sono per lo scindere il giudizio alla persona da quello alla sua opera.

Diciamo che è più facile per il tipo di arte che apprezzo io (tutta gente morta e sepolta da un tot), ma comunque le mele marce ci sono state in grande numero, nel novero dei miei artisti preferiti.

 

Potrei citare ad esempio H.P. Lovecraft, che sto leggendo e approfondendo negli ultimi tempi, che era un razzista conclamato: condanno ideologie simili, ma resta un autore che apprezzo molto.

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Tutti gli artisti hanno dei lati oscuri che in qualche modo trovano la strada per esprimersi nelle loro opere.

 

Poi ci sono dei casi dove si commettono degli errori dove, spinti da forti emozioni (a cui un artista è costantemente soggetto), si perde il controllo delle proprie azioni anche nella realtà.

Se un artista compie un delitto, allora ci sarà un organo istituzionale con il compito di giudicarlo e magari mandarlo in galera.

 

Non credo sia giusto fare da giudice e giustiziere riguardo il comportamento di un'altra persona, specialmente quando i suoi comportamenti non incidono nella nostra vita o quando non siamo a conoscenza dei dettagli delle sue presunte malefatte.

 

Al massimo posso dire che il suo film/libro/canzone/videogioco faccia schifo :D

 

 

In breve, giudica l'opera, ma fatti i fatti tuoi riguardo la vita privata dell'artista.

 

Modificato da Bubi
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